Villa ammobiliato
I successi degli albori, la Coppa dei Campioni del 1982 e poi il declino, ma ora i Villans dell’ex Monchi e di Emery sono di nuovo ambiziosi. In patria e in Europa

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Il primo trofeo risale al 1887, quarant’anni prima che Italo Foschi fondasse la Roma; il più recente, invece, al 2000-01, proprio la stagione in cui noi abbiamo festeggiato il nostro terzo (e finora ultimo) Scudetto. La storia dell’Aston Villa, avversario dei giallorossi stasera al Bescot Stadium di Walsall, affonda le sue radici negli albori del calcio inglese. Fondato nel 1874, nel 1888 il Villa fu tra le dodici squadre che dettero il via alla Football League; e proprio in quel periodo i Lions vissero il loro periodo d’oro, con la conquista di cinque campionati e sei FA Cup entro il 1920. Negli anni a seguire però il club non riuscì a mantenere lo stesso grado di competitività, e dovette ben presto soccombere di fronte al crescente potere (economico e calcistico) di Liverpool, Arsenal e Sheffield Wednesday.
I tifosi claret and blue dovettero quindi attendere fino agli Anni 70 per rivedere la squadra stabilmente nella massima serie, e con ottimi risultati. Nel 1980-81, sotto la guida tecnica di Ron Saunders, l’Aston Villa torna a laurearsi campione d’Inghilterra, a ben 71 anni dall’ultima volta. La stagione seguente la squadra si concentra sulla Coppa dei Campioni, e neppure le dimissioni del tecnico Saunders la fermarono: con Tony Barton in panchina, gli inglesi regolarono in semifinale la temibilissima Dinamo Kiev del Colonnello Lobanovskyj, quindi piegarono il Bayern Monaco di Hoeness e Rummenigge con un 1-0 firmato Withe. L’Aston Villa si prese anche la Supercoppa UEFA (0-1 e 3-0 dopo i supplementari con il Barcellona) proprio mentre la Roma di Liedholm si apprestava a conquistare il tricolore, ma dovette arrendersi al Peñarol nella Coppa Intercontinentale. Fu il momento di massimo splendore per il club di Birmingham, che nel 1987 retrocesse: negli Anni 90 arrivarono un paio di Coppe di Lega, ma l’ultimo trofeo alzato fu la Coppa Intertoto del 2000-01.
Nel nuovo millennio il club ha faticato a mantenere la categoria, finendo per retrocedere nel 2016; tornato nel 2019, nel 2022 ha esonerato Steven Gerrard per affidarsi a Unai Emery. Una scelta vincente, come testimoniano il quarto posto del 2023-24 (con la prima qualificazione nella moderna Champions League) e il sesto della scorsa stagione: un piazzamento, quest’ultimo, che permetterà ai Villans di prendere parte alla prossima Europa League, proprio come la Roma.
Toh, chi si rivede
Non bastasse la presenza di Emery a rendere l’idea delle ambizioni dei Villans, basta dare un’occhiata alla rosa attuale, pure ancora in fase di costruzione (il debutto in campionato ci sarà sabato 16 contro il Newcastle), nella quale spiccano nomi in passato accostati alla Roma: su tutti, il belga Youri Tielemans, ma anche il mediano Boubacar Kamara e l’ala giamaicana Leon Bailey. Sulla fascia sinistra della difesa c’è l’ex giallorosso Lucas Digne, giunto ormai alla sua quinta stagione con i Lions. Ma l’ex più illustre siede in cabina di regia, e risponde al nome di Ramon Rodriguez Verdejo, al secolo Monchi: lo spagnolo riveste il ruolo di direttore sportivo dal giugno 2023, con risultati di certo migliori rispetto a quelli ottenuti nella Capitale: basti pensare alle cessioni monstre di Douglas Luiz (51 milioni di euro), Moussa Diaby (60 milioni) e Jhon Durán (77 milioni + 15 di bonus).
La proprietà
Ad affidare le redini sportive del club a Monchi è stato il patron dell’Aston Villa, l’egiziano Nassef Sawiris: assieme al tycoon statunitense Wes Edens, ha creato la holding V Sports, che detiene il 100% del Villa, maschile e femminile. Tra i club controllati anche il Vitoria Guimaraes (29% delle quote) e Real Union (25%), oltre alle partnership con gli egiziani dello ZED Football Club e i giapponesi del Vissel Kobe. Nel ruolo di President of Business Operations della V Sports un’altra vecchia conoscenza: Francesco Calvo, ex Ceo giallorosso. Solo uno dei tanti fili che legano la Roma e l’Aston Villa, avversarie oggi in terra inglese.
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