C'è Dybala al centro della Roma: battuto 14-0 il Trastevere
Nella goleada d’esordio, Paulo incanta. Di Baldanzi la prima rete. Assente Dovbyk, Sangaré va ko

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La premessa obbligatoria è che del Trastevere sul campo di Trigoria c’era solo il nome: la buona squadra di Tajarol, compagine romana che frequenta da anni con buoni risultati il campionato di serie D, non ha ancora svolto un giorno di preparazione e quindi i giocatori si sono ritrovati solo per quest’amichevole, con le conseguenze fisiche che non hanno potuto reggere il confronto atletico prima ancora che quello tattico: logico che la partita (non ufficiale, giocata con le maglie d’allenamento senza numeri) sia finita 14-0, che la Roma abbia preso un paio di pali e abbia sbagliato almeno altre dieci occasioni, considerando anche che nella ripresa l’età media degli avversari si è abbassata notevolmente con tanti giocatori dell’under 19 in campo. Ma era comunque la prima Roma di Gasperini e conforta il fatto che Dybala sia stato messo subito al centro di ogni schema, nella posizione assunta (falso nove, vero jolly offensivo) e anche per la scena che si è preso a suo modo, con una doppietta mirabile caratterizzata soprattutto da un secondo gol delizioso, che merita di essere raccontato a parte: verticale dentro l’area per Soulé, tocco morbido a stoppargli il pallone del connazionale, e pallonetto - un vero e proprio inno alla Joya - che ha portato la palla a scendere morbida all’interno del palo opposto della porta di Della Rocca. Notevole anche il primo gol, il secondo della giornata, di destro, diagonale ad incrociare su assist di Baldanzi che invece a sua volta aveva realizzato la prima rete della stagione della Roma sbattendo in porta un assist rasoterra di Angeliño. Alla fine le reti sono state quattordici, con doppiette per l’appunto di Dybala, Baldanzi (curioso: entrambe al 4’ dei tempi), Rensch e Mannini e reti di Cristante, Angeliño, Hermoso, Romano, Kumbulla e Cherubini. Mancavano Salah-Eddine e Dovbyk (problemi alla caviglia per il primo, affaticamento muscolare per l’ucraino che riprenderà ad allenarsi ad inizio settimana) e purtroppo si è fatto male in partita Buba Sangaré, in rincorsa lunga ad una delle poche palle lasciate scappare dalla Roma nella propria metà campo. Dalla dinamica si dovrebbe trattare di uno stiramento al flessore.
Tatticamente si è visto poco: «giusto il modo di stare in campo», dirà alla fine Gasperini che si è anche detto preoccupato per i giorni che passano e i giocatori che non arrivano. Ma Massara sta lavorando in full immersion ormai da un mese e piano piano la squadra prende forma. In campo ieri Gasperini l’ha messa inizialmente senza troppe sorprese, col solito 3421, con Celik, Mancini e Ndicka in difesa, con Rensch e Angeliño sulle fasce, Cristante (capitano, e non Mancini) con Koné in mediana, e un terzetto di fantasisti mancini davanti, Soulé-Baldanzi-Dybala. Ciò che non si è potuto vedere sono i meccanismi a scalare nelle marcature personalizzate a tutto campo, visto che il Trastevere rarissimamente ha superato la linea di metà campo (Svilar è stato impegnato solo in uscita in tuffo su un tiro cross).
Nel secondo tempo, tolto Dybala, Gasperini ha lasciato inalterati nello schema prima e seconda linea (con Rensch tra i tre, Sangaré e Reale esterni, Romano e Cristante e poi Pisilli in mezzo) ma ha chiesto prima a Pisilli e poi a Mannini di fare il trequartista centrale, dietro due punte (El Shaarawy e Baldanzi, poi El Shaarawy e Cherubini), in una variante tattica che il tecnico utilizza soprattutto in base allo schieramento avversario (quando hanno un play da prendere, ad esempio). Da sottolineare le reti di Hermoso e Kumbulla, in uscita libera nell’area avversaria su calcio d’angolo.
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