Ranieri: "Pellegrini è forte, mi dispiace per il suo momento". Poi sorvola sul nuovo tecnico
Il tecnico giallorosso durante l'intervista a 90esimo Minuto: "Lorenzo è uno dei migliori centrocampisti italiani, non so che cosa gli sia successo"

(GETTY IMAGES)

Nell'edizione odierna di 90esimo Minuto, Claudio Ranieri ha parlato della stagione disputata con la Roma e della cavalcata che ha portato la sua squadra in Europa League. Ecco le parole del tecnico romanista.
Sul suo tempo a Napoli?
"A Napoli ci sono stato il primo anno dopo Maradona. Dissi a Ferlaino che c'era un giocatore forte con noi: 'Io punto su Zola'. I fatti, poi, mi hanno dato ragione".
È questa l'ultima intervista da allenatore?
"È la prima da non allenatore!".
Quindi non allenerà mai più?
"Mai più. Credo sia giusto. L'anno scorso ero sicuro di aver smesso e di stare tranquillo: avevo chiuso in bellezza, mi sembrava il finale giusto. Poi ci sono state richieste per farmi tornare in panchina. Lì inizi a pensare: 'Perché mi chiamano?'. Ho detto: 'Se mi chiamano Cagliari o Roma, vado'. Poi, a un certo pinto, la Roma mi ha chiamato. Sono venuto volentieri, ma mi dispiaceva. Per me questa è mamma Roma, perché sono nato e sono sempre stato romanista. Cagliari è qualcosa di meraviglioso, un trampolino di lancio. Sono tornato lì dopo tanti anni e li ho riportati in Serie A. Dire: 'Roma mamma e Cagliari moglie' è la cosa giusta".
Ha avuto due gare d'onore, una a Cagliari e una Roma...
"Sono un uomo fortunato, lo riconosco. Quello che mi hanno dato Cagliari e Roma è indescrivibile, nell'ultima c'è stato qualcosa da fare accapponare la pelle. Non ho mai ringraziato abbastanza i tifosi. Io non mi aspettavo la Curva Sud in quella maniera".
Sugli anni alla Juventus?
"Alla Juventus furono due anni molto belli. Arrivammo terzi al primo anno, secondi al secondo".
Sulla parentesi all'Inter?
"Fu bella. Erano in crisi, mi chiamarono e facemmo 7 vittorie di fila. A dicembre Thiago Motta volle andare al Psg, dissi a Moratti di non venderlo e l'orologio si fermò".
Sull'esperienza al Leicester?
"La cosa che più mi è rimasta impressa di Leicester? Ero in un quartiere con una grossa comunità di indiani: molti di loro venivano lì e mi ringraziavano perché c'era stata una maggiore inclusione grazie alla squadra".
Sulla situazione di Pellegrini?
"Mi dispiace del suo momento. Per me è uno dei migliori centrocampisti italiani, non so cosa gli sia successo, mi auguro che possa liberarsi. È un centrocampista forte: io ho avuto lui e Lampard, due centrocampisti bravissimi nel trovare il gol".
Prossimo allenatore? La Roma nella storia ha avuto bisogno di condottieri... Lo sarà anche lui?
"Lo vedremo soltanto vivendo... Grazie!".
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