Dybala e la Roma: «Con tutto l’amore che posso»
L'argentino: «Non troverei l’affetto dei romanisti altrove. Sono rimasto per questo e voglio restituirlo ai tifosi»

(GETTY IMAGES)
Parlami d’amore, Paulo. Aspettando che il conto alla rovescia per il suo ritorno in campo si esaurisca, Dybala parla. Di tutto, della sua infanzia, dell’amore per il pallone e quello per Oriana, che dall’estate scorsa e sua moglie e con cui sta progettando di diventare padre, del successo mondiale in Qatar con l’Argentina, ma soprattutto di Roma e della Roma, che poi, in fondo, sono la stessa cosa. La Joya, così lontana ma così vicina, si è raccontato al podcast argentino Los Edul e alla famosa rivista a stelle e strisce Sports Illustrated.
«Quando sono andato via dalla Juventus è stato un momento particolare, incerto. Avrei potuto lasciare l’Italia, che però nel frattempo era diventata come casa e un giorno uno dei miei procuratori mi ha detto che Mourinho voleva parlarmi», ha raccontato Dybala nel passaggio sul trasferimento alla Roma nell’estate del 2022. «Non potevo ignorare la sua chiamata, ma sapevo che mi avrebbe convinto e quindi ho aspettato. Poi ci siamo sentiti e dopo la prima lunga chiacchierata non ha fatto pressioni per ricevere una risposta, poi però il giorno dopo voleva richiamare, a quel punto gli ho chiesto tempo per parlarne con la mia famiglia. Dopo qualche giorno gli ho scritto un messaggio, dicendogli: “A presto”». Quelle due parole hanno dato inizio al Paulo Dybala giocatore della Roma, come quando la scorsa estate su Instagram stupì tutti annunciando il rifiuto agli arabi e la sua permanenza con un: «Ci vediamo all’Olimpico». Ma quella è un’altra storia e ci arriveremo. Tornando al 2022, subito dopo lo scambio di messaggi e chiamate con Mou, arrivò l’incontro con Pinto, a Torino, in cui l’ex general manager si presentò con la numero 10 in valigia: «Dopo Totti non l’ha indossata nessuno. Ovviamente ero onorato della proposta, ma non me la sono sentita di accettare, non era il momento adatto». Chissà se arriverà, un giorno, il momento adatto.
Dybala e i romanisti, amore a prima vista. La sera del 26 luglio 2022, davanti a 10.000 persone (probabilmente anche di più), riunite sotto al Colosseo quadrato dell’Eur, Paulo è stato presentato a tutti con la numero 21 giallorossa: «È stata una delle poche volte in vita mia in cui mi sono tremate le gambe», ha ammesso il talento di Laguna Larga. «Siamo abituati a giocare davanti a 60.000 persone, ma vengono per lo spettacolo, per i 22 in campo e per gli allenatori. Quella sera erano tutti lì per me, non me lo sarei mai aspettato, io arrivavo da una squadra come la Juventus, rivale storica della Roma. È stato qualcosa di unico nella mia vita e in quel momento ho capito che mi sarei dovuto impegnare il doppio, per restituire ai romanisti tutto l’amore che mi avevano dimostrato». Dybala, con tutto l’amore che può.
Proprio quel sentimento reciproco è stato alla base del rifiuto ai milioni arabi della scorsa estate: «Sono cifre che ti fanno pensare, per forza. La verità però è che io sono felice qui, a Roma e alla Roma, e con me la mia famiglia. L’amore che ricevo qui non so se lo troverei altrove. Quando metti questo sulla bilancia devi vedere ciò che per te pesa di più e ha vinto l’affetto del club, della gente e di Roma». Un amore da ricambiare, si diceva, come ha provato a fare Paulo nella sua prima stagione romanista, con la finale di Budapest aperta da un suo gol, chiusa da ciò che ricordiamo tutti, Dybala compreso, visto che ne parla sempre come una ferita aperta. Il calcio però regala sempre un’altra possibilità, «c’è sempre una nuova stagione», come scrive Nick Hornby. E la Joya, anche il prossimo anno vestirà questi colori, quelli più belli che esistono. Ha voglia di farlo da protagonista e per questo ogni giorno lavora, tra casa e Trigoria, seguito in ogni suo passo dallo staff medico del club. Ormai è passato quasi un mese e mezzo dall’intervento a Londra, dove il tendine semitendinoso dell’argentino è stato messo a posto, e il recupero procede secondo la tabella di marcia.
Dopo qualche giorno di stampelle (frutto di consiglio medico, più che di necessità vera e propria), Paulo ha iniziato la fisioterapia, fino al passaggio sulla cyclette e ai carichi di lavoro che nelle prossime settimane andranno aumentando. È una fase cruciale, questa, per il suo ritorno in campo, con Dybala che continua a sperare di poter iniziare il ritiro estivo col resto dei suoi compagni di squadra e, ovviamente, con quello che sarà il suo prossimo allenatore.
A proposito dell’attuale tecnico della Roma, la Joya ha parlato anche di Ranieri: «Ci sono tanti tipi di tecnici. C’è chi parla molto e si fa sentire, come Scaloni (ct dell’Argentina, ndr). Altri, invece, preferiscono comunicare meno. Ranieri è così, quasi più psicologo che allenatore». Sull’infortunio: «Per me è stata una doccia fredda. Stavo bene, mi sentivo in forma e poi è arrivato questo stop, proprio quando avevo ritrovato l’Argentina e ci preparavamo con la Roma a partite importanti. Ora sono più tranquillo e lavoro per tornare il prima possibile».
Lo fa a stretto contatto col gruppo squadra, Dybala, che ha dimostrato la sua voglia di stare con la Roma anche nelle ultime uscite casalinghe, quando si è fatto mettere in distinta per poter sedere in panchina. Finita Roma-Fiorentina, ad esempio, ha seguito l’allenamento in campo di chi non aveva giocato, quasi che volesse unirsi. Una voglia di Roma che potrebbe portarlo a viaggiare con Ranieri lunedì prossimo, quando Pellegrini e compagni saranno chiamati alla penultima trasferta stagionale, in casa dell’Atalanta di Gasperini. A dare l’ok definitivo, però, sarà lo staff medico, perché così facendo Paulo perderebbe un paio di giorni di lavoro. Come chiedere un permesso per seguire la Roma.
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