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Massara, un fantasma e l'allenatore: il punto sull'incontro con Pallotta e Baldini

L’attuale ds ha incontrato il presidente e il suo consigliere. Sul piatto la conferma, ma con Campos come consulente per il mercato estero

La dirigenza giallorossa in tribuna contro l'Udinese, di Mancini

La dirigenza giallorossa in tribuna contro l'Udinese, di Mancini

16 Aprile 2019 - 09:25

Metti un sera a cena. A Boston. A capotavola il grande capo James Pallotta, segnalato di buonissimo umore dopo che i suoi Boston Celtics hanno vinto gara uno del primo turno dei playoff Nba contro Indiana. Alla sua destra il fidatissimo Franco Baldini che continua a essere il consigliere più ascoltato dall'imprenditore a stelle e strisce. Di fronte Ricky Massara appena sbarcato da Roma. Alla sua sinistra un posto vuoto, ma regolarmente apparecchiato come se dovesse arrivare un quarto invitato. Solo che, per ora, di nome fa Godot, anzi Luis Campos. Una specie di tresette con il morto, solo che il fantasma del manager portoghese è vivo, molto vivo.

L'accoppiata

Ricky Massara è sbarcato a Boston intorno alle ventuno italiane, le quindici sulla costa est americana. Nella prima mattinata di ieri aveva preso un volo per Madrid dove ha fatto scalo per circa tre ore (non ci è dato sapere se abbia sfruttato quelle tre ore per qualche veloce incontro di lavoro), per poi ripartire alla volta di casa Pallotta. In serata la cena in cui si è cominciato a parlare del futuro. Neppure Massara, per quello che ci hanno raccontato, sapeva con precisione cosa gli sarebbe stato proposto, anche se qualche idea l'attuale direttore sportivo se l'era fatta. Perché tutto fa pensare che, tra una portata e l'altra, il presidente giallorosso gli abbia spiegato come vede per il futuro l'assetto del club per quel che riguarda le vicende di calcio e di mercato. E cioè l'ingresso in società di Luis Campos con un ruolo di uomo mercato internazionale, nessun obbligo di presenza a Trigoria, ampia libertà di movimento potendo continuare ad avere la residenza a Montecarlo con tutti i vantaggi fiscali del caso. Massara rimarrebbe il direttore sportivo, magari con un aumento dello stipendio, con un occhio particolare rivolto al mercato italiano, sperando che il lavoro con Campos possa essere improntato su basi di fattiva collaborazione avendo come obiettivo quello di costruire una Roma migliore. Sì, va bene, ma se fosse così, quale sarà la risposta di Massara che da quando Monchi ha preferito riprendere la strada per la sua Siviglia, è di fatto il direttore sportivo giallorosso con tanto di promozione certificata da un comunicato della società? Accetterà o dirà no di fronte a questo scenario che lo costringerebbe a convivere non solo con Campos ma pure con la presenza ombra ma assai ingombrante di Franco Baldini? Sarebbe perlomeno una situazione particolare e che, peraltro, riproporrebbe antichi problemi che rischierebbero di ripresentarsi, tali e quali come prima con Sabatini e poi con Monchi, anche nel prossimo futuro. C'è anche da dire che Massara a Roma ci sta benissimo al punto che è stato felicissimo di tornarci dopo l'esperienza con i cinesi di Suning, che lui e la moglie sono legatissimi alla città, che il dirigente non ha nessuna intenzione di fare un nuovo trasloco. Ma tutto questo sarà sufficiente a fargli dire sì? Probabile, ma non sicuro.

Il nodo Totti

Ma la questione del direttore sportivo, coinvolge anche altri equilibri societari. Legittimi anche se un po' tutti farebbero cosa buona e giusta a pensare che il bene primario è la Roma, tutto il resto viene dopo. C'è infatti da sottolineare come la Roma romana (in particolare Fienga e Baldissoni) si sia schierata compatta o quasi a favore di una promozione totale di Ricky Massara. A Trigoria ancora brucia l'esperienza con Monchi che ha lasciato feriti, dispersi e conseguenze che saranno pagate anche nelle prossime stagioni. Non crediamo di sbagliare dicendo che a Trigoria questo ruolo nascosto ma decisivo di Franco Baldini cominci a essere mal sopportato. Anche perché quando le cose vanno male, e in questa stagione sono andate parecchio male, l'ambiente se la prende con i dirigenti che lavorano a Trigoria. Eccetto uno: Francesco Totti. Che non ha gradito non essere stato invitato a Boston, in virtù di un ruolo più operativo a cui ha dimostrato di voler ambire dopo due anni di apprendistato da dirigente. E pure qui il nodo è uno e uno soltanto: Franco Baldini. Nessuno può dimenticare come tra l'ex direttore generale e il Capitano, non ci sia la simpatia di chi ha piacere di stare a cena insieme. Basta avere un po' di memoria per essere d'accordo. E, quindi, pure per Totti, la presenza-assenza di Baldini comincia a essere un problema con cui dover fare i conti, soprattutto in prospettiva futura. Non vogliamo arrivare a immaginare una roba del tipo «o io o lui», ma la convivenza, pure a distanza, può cominciare a diventare insostenibile.

L'allenatore

Nella cena di ieri sera e nell'incontro che ci sarà anche oggi, Massara metterà al corrente la proprietà del prossimo mercato in entrata e in uscita, ma farà il punto pure sulla questione allenatore che dovrà essere affrontata e auspicabilmente risolta nel più breve tempo possibile. In questo senso ieri, da Milano, le parole di Marotta che di fatto hanno confermato Luciano Spalletti sulla panchina dell'Inter, aprono un ulteriore, seppur piccolo, spiraglio, sul nome che è il primo della lista, cioè Antonio Conte. Il nome, oltretutto, che più di qualunque altro è il preferito dalla Roma romana, in particolare dal Ceo Fienga. Se davvero Spalletti dovesse rimanere all'Inter, per Conte non ci sarebbero più molte alternative. E allora... Ma pure qui nascerebbe un'altra domanda: Baldini sarebbe d'accordo?

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