AS Roma

L’incubo a un passo dal sogno

Con due rigori di Paredes la Roma spaventa gli imbattuti del Bayer, un autogol di Mancini gela tutti

De Rossi alla BayArena

De Rossi alla BayArena (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
10 Maggio 2024 - 07:00

A un passo dal sogno, la Roma si sveglia malissimo, di soprassalto, facendosi gol da sola dopo aver annullato lo 0-2 dell’andata, stavolta con un autogol quasi comico di Mancini che si ritrova su un calcio d’angolo la palla in faccia dopo la presa mancata di Svilar (infastidito da un contrasto - non falloso - Smalling-Schick) e a otto minuti dai supplementarila carambola fa finire il pallone in porta, là dove calciando tantissime volte (alla fine saranno 33) il Bayer non era riuscito ancora a segnare un gol. Ma se la Roma stava vivendo una notte magica per via della doppietta dell’immenso Paredes (due rigori incontestabili trasformati freddamente, peraltro in maniera differente), il Bayer si muove sotto uno stellone intramontabile  e nella sera in cui potrebbe scontare una certa fortuna maturata nel percorso della competizione, trova il modo di riprendersi la qualificazione e finisce addirittura per pareggiare al 97’ e quindi a non perdere neanche l’imbattibilità stagionale. Alla fine si può dire che alla finale di Dublino (contro l’Atalanta, che ha strapazzato il Marsiglia) va la squadra più forte anche perché De Rossi si era tenuto per i supplementari il suo pezzo migliore, quel Dybala che più di trenta minuti non avrebbe retto e che però ancora una volta al momento del bisogno è stato frenato dalla solita fragilità muscolare.


Va detto che se la partita nel secondo tempo ha avuto un senso è stato per via di quel gol arrivato quasi casualmente al termine di una prima frazione in cui la Roma aveva sofferto clamorosamente dopo peraltro un quarto d’ora iniziale piuttosto promettente. De Rossi ci aveva messo un’altra volta del suo con una formazione sorprendente e un sistema nuovo, con tre difensori compreso Angeliño (con Mancini centrodestra e Ndicka centrale), con El Shaarawy e Cristante sulla catena di destra (inevitabilmente destinata a soffrire), Spinazzola e Pellegrini a sinistra, Paredes in regia, e Azmoun e non Dybala al fianco di Lukaku. Xabi Alonso aveva scelto una formazione dal canto suo quasi sprezzante, con i due marcatori della sfida d’andata in panchina (Wirtz, non al meglio, e Andrich) seduti al fianco ancora una volta dei due principali centravanti della squadra (Boniface, 18 centri in stagione, e l’ex Schick), mandando in campo il terzo (Hlozek, che provò senza riuscirvi a segnare nelle due semifinali dell’anno scorso), in un attacco a tre con Hofmann e Adli più centrale, con Xhaka e Palacios in mezzo, addirittura Frimpong a destra sull’altezza di Grimaldo, e il terzetto di difensori con Tapsoba, Tah e Hincapie. Entrata in campo determinata, la Roma ha provato subito a cercare la superiorità numerica alle spalle di Frimpong, mandando a volte Spinazzola in sovrapposizione su Angeliño, mentre il Bayer era in quella strana e forse inevitabile posizione di attesa, per non esporsi troppo visto il risultato dell’andata. Così le pressioni non erano forti e determinate e la Roma ne ha approfittato per attaccare la porta non appena se ne creasse l’opportunità, come al 4’, con un gran lancio di sinistro di Pellegrini a pescare Lukaku in anticipo su Hincapie, ma poi il belga si è allungato un po’ il pallone e Kovar uscito a valanga è riuscito ad intercettarlo. Al 16’ è arrivato il primo tiro in porta dei tedeschi, con Palacios, a scaldare i guantoni di Svilar. Al 17’ la Roma ha riempito bene l’area e un tracciante di Cristante ha trovato Pellegrini all’appuntamento in tuffo di testa, ma Kovar è stato pronto ancora una volta. Al 19’ Spinazzola si è seduto, vinto da un risentimento muscolare, ma Frimpong se n’è fregato ed è partito nella metà campo avversaria, trovando poi Ndicka a deviare in corner il cross insieme con la dura reazione di tutti i giocatori della Roma per il gesto totalmente antisportivo: dal parapiglia Makkelie ne è uscito con tre cartellini, per Mancini, Pellegrini e Tapsoba. De Rossi ha mandato in campo Zalewski e all’improvviso l’inerzia della partita è cambiata. Il Bayer ha alzato le pressioni ed è andata a combattere uomo su uomo, vincendo quasi tutti i contrasti e approfittando degli errori tecnici dei romanisti, soprattutto di Cristante, di Azmoun, in parte di Pellegrini e poi dell’appena entrato Zalewski. Il possesso palla dei tedeschi è tornato a liberare sempre un uomo dieci metri più avanti, e così fino all’area, con i romanisti a correre a vuoto, un po’ come nei minuti peggiori della partita d’andata. Così sono cominciate a fioccare le occasioni e Svilar è diventato protagonista assoluto della serata. E dove non è arrivato lui ci ha pensato Mancini, come al 23’. Al 25’ Svilar ha alzato una punizione di Hlozek (calciata come Andrich nel secondo gol dell’andata, e forse anche qui c’è il timbro di Xabi Alonso). Al 29’ il palo ha salvato Mile, e il rimpallo sulla schiena poteva finire in porta se non fosse stato per l’intervento risolutorio di Ndicka. Al 31’ ancora Frimpong si è visto sbarrare la strada dal portiere serbo, poi è stata la volta di Adli e ancora Hlozek. E quando la Roma sembrava sul punto di capitolare, e De Rossi disperato provava ad invertire le posizioni di Zalewski (già ammonito nel tentativo frustrato di fermare Frimpong) e El Shaarawy, è arrivato un cross proprio di Zalewski su cui Lukaku in anticipo su Hincapie ha deviato fuori di poco, ma nel cuore dell’area Tah ha clamorosamente strattonato Azmoun e Makkelie ha fischiato l’inevitabile rigore, che Paredes ha trasformato alzando la traiettoria al centro della porta. Il Bayer è sembrato colpito dall’evento inatteso, Cristante ha cominciato ad azzeccare le giocate (De Rossi aveva già mandato a scaldarsi Bove viste le difficoltà tecniche di Bryan) e al 45’ la Roma ha addirittura sfiorato il secondo gol, con un altro cross di Zalewski su cui Tapsoba in volo ha anticipato Azmoun rischiando il clamoroso autogol. 
Vista l’improvvisa brezza favorevole, De Rossi non ha cambiato l’assetto come forse aveva pensato nel diluvio di occasioni tedesche ed è ripartito con gli stessi uomini e lo stesso 352. Cristante ha avuto subito la palla del 2-0, ma ha calciato fiacco di sinistro su Kovar. Al 9’ ci ha provato Adli, calciando di sinistro dal limite fuori di poco. All’11 è stata la volta di Azmoun, Kovar non ha bloccato ma Lukaku non è stato pronto al tap-in. Ma la Roma ha cominciato a sentire l’odore della grande impresa e su un palla lunga spizzata da Azmoun, El Shaarawy si è involato a sinistra, è rientrato sul destro e ha calciato forte verso l’angolino, trovando sulla traiettoria la mano protesa di Kovar che ha mandato la palla in fallo laterale. Sulla battuta, il Bayer ha trovato una combinazione giusta per uscire con la palla al piede e ne è uscita una ripartenza in tre contro due ancora una volta salvata dal portiere romanista. Che si è ripetuto un minuto dopo, rimediando ad un’ingenuità di Pellegrini che aveva perso un brutto pallone in uscita. Ma al 18’ c’è stata l’azione che poteva riscrivere la storia della Roma, con un corner guadagnato e calciato dal capitano che nella sua traiettoria nel cuore dell’area tedesca ha impattato la mano aperta di Hlozek, sulla ripartenza il Bayer ha ancora sfiorato il gol ma Makkelie è stato richiamato al Var dal suo collega Dieperink e ha assegnato il rigore che Paredes stavolta ha trasformato calciando preciso all’angolino alla destra del portiere.

Era fatta, lo 0-2 dell’andata in casa degli imbattibili di Xabi Alonso era realtà. 
Azmoun ha chiesto subito dopo il cambio, e De Rossi ha alzato Pellegrini per inserire Bove, in un nuovo quadro tattico di puro contenimento. Intanto Adli ha mandato fuori l’ennesima occasione. Così gli allenatori si sono giocati le ultime carte: dentro Schick e poi Wirtz per Hlosek e Hofmann per loro, Smalling per Angeliño e Abraham (e non Dybala) per Pellegrini per noi. La scelta di De Rossi era già orientata ai supplementari: Paulino sarebbe servito per provare a vincere nell’extratime o magari ai rigori. Ma non ci si arriverà perché il destino era in agguato e su un corner apparentemente innocuo con tre romanisti in traiettoria e un solo tedesco, Schick, c’è stata la frittata, con il contrasto moscio di Smalling, la mancata presa di Svilar e la facciata al pallone di Mancini, per l’autogol beffa che ha mandato il Bayer a Dublino. C’erano ancora tanti minuti da giocare (più sette di recupero), ma la Roma non è stata in grado di imbastire con le poche forze mentali rimaste un’azione degna di nome e il Bayer in ripartenza ha sprecato tante occasioni fino al pareggio all’ultimo minuto di Stanisic, appena entrato. Neanche la soddisfazione di interrompere la loro imbattibilità. Quanto fa male.

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