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la partita

Super Roma, ma la ferma Aureliano

Vantaggio degli ospiti con Koopmeiners poi è dominio, pari di Dybala e tante scempiaggini dell’arbitro

Dybala in campo contro l'Atalanta

Dybala in campo contro l'Atalanta (GETTY IMAGES)

08 Gennaio 2024 - 07:00

Aureliano è riuscito dove Gasperini proprio stavolta stava faticando: per fermare la bella Roma brillante di ieri serviva una mano in più e l’inadeguato arbitro bolognese si è impegnato per impedire che alla fine sul campo prevalesse la squadra più forte. Ha cominciando risparmiando il giallo a Scalvini che con una ginocchiata sulla schiena ha provato a togliere subito dal campo Pellegrini, ha continuando non vedendo il rigore per l’intervento da karateka di Kolasinac su Karsdorp in area (sancito solo dal Var Di Paolo), ha compiuto la sua prodezza non fischiando il netto fallo alla fine del primo tempo dello stesso Kolasinac su Dybala lanciato a rete: e qui si è dimostrata tutta la sua malafede perché se avesse fischiato il fallo avrebbe dovuto espellere il bosniaco (altro che giallo, nel caso, come qualche commentatore televisivo ha provato a dire: vedete le foto che pubblichiamo in queste pagine per conferma). Nel secondo tempo la sua conduzione è stata chiaramente orientata a sostenere l’estrema difesa dei bergamaschi, spezzando spesso con fischi strategici falli inesistenti ai romanisti e risparmiando gialli e altre punizioni ai durissimi difensori di Gasperini. Alla fine sono stati ammoniti in sei, avrebbero dovuto essere molti di più. Se poi, come ha fatto Gasperini, si vuole sostenere che il gol di Scamacca fosse regolare, con la chiara spinta col braccio sinistro sulla schiena di Zalewski che non riesce a staccare, allora è buono tutto. Sta di fatto che Roma e Atalanta hanno chiuso il girone d’andata con un punto per le reti di Koopmeiners e Dybala su rigore, e la classifica adesso dice che al giro di boa la Roma ha chiuso ottava con appena 29 punti, pochi se decontestualizzati, ma in realtà per quello che è accaduto e per le condizioni nelle quali si è giocato sufficienti a pensare che uno scatto di reni nelle prossime partite potrebbe presto riportarla in zona Champions, distante appena quattro punti. E la Roma vista ieri lo meriterebbe davvero.

Come sempre è accaduto in questi anni,  infatti, la Roma non è andata in particolare difficoltà con le dure marcature personalizzate a tutto campo contro l’Atalanta come ad esempio capitava ad altre versioni più giochiste del recente passato, quando le linee di passaggio risultavano intasate e il gioco si bloccava e alla fine l’esuberanza fisica dei corazzieri di Gasperini faceva la differenza. Con Mourinho no perché muscolarmente e fisicamente la Roma regge, e lo sviluppo tecnico raffinato con intelligenti tessitori come Dybala e Pellegrini e vertici alti come Lukaku pronto a far la sponda, creare spazi e ripartire diventano motivo di continua preoccupazione per i difensori nerazzurri. Intanto gli schieramenti: inevitabile che lo scacchiere tattico risenta in questo tipo di partite delle posizioni variabili dei giocatori, così l’Atalanta si è schierata inizialmente con un 3421 con Koopmeiners e Miranchuk alle spalle di De Ketelaere, falso nove perché il vero nove, Scamacca, è rimasto inizialmente in panchina, il gigantesco Holm preferito a destra a Zappacosta per tenere in apprensione fisica Zalewski, dall’altra parte Ruggeri a duellare con Karsdorp e in mezzo Ederson a prendersi Cristante e De Roon faccia a faccia con Bove. I duelli offensivi da una parte vedevano Scalvini prendere Pellegrini, Djimsiti su Lukaku e Kolasinac su Dybala, dall’altra parte Mourinho aveva preferito Kristensen terzo di difesa su Koopmeiners piuttosto che riadattare Cristante, con Mancini centrale su De Ketelaere e Llorente orientato su Miranchuk. Chiaro il piano tattico di Mourinho, con il sofferente Paredes in panchina, di uscire in palleggio dal basso con qualità e palla a terra, verticalizzazioni immediate sul vertice Lukaku, scarico e ripartenze esterne o interne puntando sugli esterni ispirati o su duetti sulla trequarti ad alta velocità. Così la Roma ha fatto la partita, ha tenuto il possesso palla, ha tirato di più in assoluto e in porta, ha schiacciato l’Atalanta nel primo e nel secondo tempo dentro la sua trequarti, ma non è bastato per vincere. Intanto perché alla prima sortita offensiva, dopo che già Lukaku aveva tirato addosso a Carnesecchi il primo assist di Dybala purtroppo sporcato,  è bastata un’iniziativa a destra di Miranchuk, con rientro sul sinistro e cross tagliato sul secondo palo, per vedere Koopmeiners staccare sopra la testa di Karsdorp immobile, e spostare così subito l’inerzia della partita. Ma la Roma non si è fatta intimorire, ha tenuto i ritmi altissimi e ha cominciato a macinare occasioni, con Pellegrini, con Lukaku troppo impreciso nei controlli decisivi, con una deviazione di Ederson su cross di Dybala respinta da Carnesecchi, addirittura con un liscio di Dybala davanti alla porta dopo una bellissima combinazione veloce a tre con Pellegrini e Lukaku, poi con Bove. In mezzo solo una ripartenza atalantina su errore in impostazione di Cristante, per fortuna sanata da Rui Patricio su De Ketelaere. Poi l’azione che ha portato al rigore, al 35’: Carnesecchi ha anticipato Lukaku lanciato in area rinviando corto, Zalewski ha provato a calciare nella porta vuota ma il portiere atalantino ha smanacciato, Karsdorp è intervenuto in area per battere a rete trovando l’opposizione al tiro di Djimsiti e, sulla sua coscia, di un colpo di karate di Ruggeri. Aureliano non si è accorto di nulla, l’ha dovuto richiamare Di Paolo alla On Field Review, per l’inevitabile rigore, trasformato alla sua maniera da Dybala per il meritatissimo pareggio. Ma la Roma non voleva accontentarsi. Al 6’ e ultimo minuto di recupero Zalewski è andato via a sinistra, ha servito Lukaku che ha trovato libero ancora Dybala, ma il suo tiro è stato respinto sulla linea, sul proseguimento dell’azione i due attaccanti si sono allineati e Romelu ha lanciato nello spazio Paulino che ha conquistato la posizione davanti a Kolasinac che, da dietro, si è aggrappato alla maglia dell’argentino e l’ha tenuto giù. Ma Aureliano ha fatto infuriare tutti lasciando correre, per poi fischiare rapido la fine del primo tempo.

Due cambi ad inizio ripresa: dentro Huijsen, il giovanissimo 2005 arrivato in prestito dalla Juventus venerdì per la Roma (al posto di Llorente, fermato da un fastidio all’adduttore) e Scamacca per De Ketelaere, bullizzato senza neanche un fallo da Mancini. Neanche 4 minuti e proprio Scamacca ha calpestato la zona intima del romanista adducendo però la sua totale involontarietà: graziato. All’11’ una punizione di Pellegrini sul secondo palo ha determinato un tocco di Holm per coprire l’avanzata di Huijsen e Carnesecchi è volato all’incrocio per mandare in angolo, poi Dybala ha provato a segnare in sforbiciata (fuori), e ancora al 12’ un fallo ignorato su Pellegrini ha determinato una ripartenza atalantina con cross e controcross (con palla peraltro probabilmente uscita in traiettoria, ma questo alla moviola di Dazn non l’hanno fatto vedere) e deviazione finale di Scamacca in porta, ma prima di saltare ha chiaramente spinto Zalewski, per l’inevitabile intervento dell’arbitro. Al 16’ l’unica occasione atalantina della ripresa, con un sinistro alto di Ederson; un minuto dopo un intelligente assist di petto di Karsdorp ha messo Dybala in condizione di battere a rete ma da posizione molto defilata, e Carnesecchi si è opposto di nuovo, in corner. Poi una serie di cambi che non hanno spostato l’inerzia della partita: Mou ha cercato maggior spinta per attaccare, con Spinazzola e Celik a far rifiatare gli esterni, Gasp ha cercato la qualità di Pasalic, senza trovarla, e la forza di Zappacosta per tamponare dalla parte in cui maggiormente Dybala provava ad aprirsi. Poi sono entrati anche Paredes per Pellegrini, ormai più vicino ai suoi livelli di rendimento, e Palomino per Kolasinac, per difendere sull’assalto finale della Roma che ha costruito altre due occasioni, con un sinistro di Lukaku da posizione privilegiata alto e con un destro ancora del belga deviato in angolo. Poi altri assalti vanificati dagli interventi fallosi hanno aumentato la frustrazione di Mourinho che alla fine è stato espulso da Aureliano. Lui

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