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Niente giri di parole

Non solo Bodø: il Mou furioso sa quando strigliare

Dopo il Servette José ha parlato di «superficialità» da parte di alcuni suoi giocatori. Già in passato c’è andato giù duro con la squadra

José Mourinho durante Servette-Roma

José Mourinho durante Servette-Roma (GETTY IMAGES)

02 Dicembre 2023 - 09:28

Siamo superficiali nella maniera di interpretare certi momenti della partita, e alcuni calciatori hanno perso una volta in più un’opportunità. C’è anche chi è partito dalla panchina e, non essendoci abituato, poi è entrato con un atteggiamento che non ha migliorato la squadra». Sono soltanto alcune delle parole (dure) utilizzate da José Mourinho dopo il pareggio a Ginevra col Servette: parole che si rivolgono ad alcuni elementi ben precisi, che però lo “Special One” preferisce non svelare. L’1-1, di fatto, rende pressoché impossibile il raggiungimento del primo posto nel girone e, sebbene Mou dica che «non è un dramma giocare i playoff», striglia per bene la squadra nel postpartita. 

Parla di atteggiamento superficiale e di chance mancata da parte di alcuni: un messaggio che non può non riportare alla mente un altro sfogo, quello del 21 ottobre 2021, dopo la disfatta col Bodø-Glimt. Anche in quella circostanza il portoghese ci andò giù duro: «Colpa mia, perché ho deciso di dare spazio a chi aveva giocato meno finora: conoscevo i limiti di alcuni, ma mi aspettavo una risposta migliore. Il loro undici titolare era qualitativamente migliore del nostro». La sfuriata, che di fatto mise alla porta i vari Reynolds, Calafiori, Villar e Borja Mayoral, fu dall’altro lato uno sprone decisivo verso la cavalcata che portò i giallorossi alla conquista della Conference League: da lì in avanti, in Europa arrivò soltanto un’altra sconfitta, sempre a Bodø (1-2), poi ribaltata nei quarti di ritorno con un sonoro 4-0. Alla sua prima stagione Mou ebbe modo di sfogarsi anche in campionato: lo fece il 9 gennaio 2022, dopo il clamoroso ko per 4-3 in rimonta subìto in casa con la Juve: «Dobbiamo uscire - disse in quella circostanza - dalla comfort zone del sesto/settimo posto. C’è stato un crollo psicologico: sono i ragazzi a dover venire nella mia direzione, non io ad andare verso di loro sotto il profilo psicologico». In quella circostanza, la dura analisi portò a buoni risultati, visto che da lì in avanti la Roma infilò una serie positiva di 13 gare senza ko. 

Da Torino a Praga
Nella scorsa stagione, di nuovo contro la Juve: a Torino la Roma pareggiò 1-1, ma Mou non accettò il primo tempo dei suoi. «Andare all’intervallo sotto di un solo gol è stato un miracolo, ho detto ai miei che mi vergognavo». All’incirca due mesi e mezzo più tardi, i giallorossi furono raggiunti nel finale dal Sassuolo al Mapei: in quella circostanza, pur senza fare nomi, lo Special One usò parole durissime nei confronti di Karsdorp, subentrato nella ripresa. «Lo sforzo della squadra è stato tradito da un calciatore, che ha avuto un atteggiamento non professionale. Non dico chi è, ma a gennaio dovrà provvedere a trovarsi un’altra squadra». Alla fine l’olandese, dopo le scuse e un confronto con il tecnico, rimase.

Molto più recente invece - e rivolta a tutta la squadra - la sfuriata dopo la sconfitta in casa dello Slavia Praga. «Oggi è mancato tutto, non mi è piaciuto niente. Sono stati pochissimi i calciatori che hanno avuto l’atteggiamento giusto e professionale che io esigo». In quella circostanza, José impone anche il silenzio stampa ai suoi (eccezion fatta per Belotti, unico a parlare nel post-gara): «Nessuno deve parlare, perché non c’è molto da dire oltre a quello che dico io. È un risultato meritatissimo per loro e per noi». Giovedì sera l’allenatore ha rincarato la dose, bacchettando i suoi, nella speranza che già a partire da Reggio Emilia arrivino delle risposte. Risposte che però il tecnico pretende non siano isolate, ma all’insegna della continuità. Quella che alla Roma, negli ultimi anni, è sempre mancata. Altrimenti, più che di comfort zone, si dovrà parlare di sconfort zone.

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