AS Roma

Un altro sterile sforzo

L’1-1 di Ginevra contro il Servette con (quasi) tutti i titolari ci porta avanti in Europa. Ma la vittoria dello Slavia ci obbligherà al playoff

Il rammarico di Paulo Dybala

Il rammarico di Paulo Dybala (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
01 Dicembre 2023 - 09:00

Per paradosso ci sarebbe da rallegrarsi per la vittoria all’ultimo secondo dello Slavia con lo Sheriff, perché se a Tiraspol fosse finita in parità, il misero punto conquistato dalla Roma a Ginevra con il Servette, e più propriamente la mancata vittoria, avrebbe avuto l’amaro sapore della beffa clamorosa. Certo, se poi per qualsiasi (al momento impronosticabile) motivo all’ultima giornata lo Slavia dovesse suicidarsi in casa con il Servette e magari non vincere allora la serata di ieri assumerebbe un ulteriore significato negativo. Ma già così è motivo di sufficiente rammarico, per una partita che la Roma nonostante l’ennesima serata poco brillante fuori dall’Olimpico sembrava aver indirizzato bene con il vantaggio di Lukaku ma che è stata invece poi gettata al vento all’inizio della ripresa, con il pareggio subito per mano di Bedia che ha approfittato dell’unico errore della serata di Cristante, schierato al centro della difesa da Mourinho. Insomma, dopo i risultati di ieri la Roma adesso è seconda nel girone G di Europa League a due punti dallo Slavia e quindi al 90% dovrà riconquistare il diritto di disputare gli ottavi giocando il play off contro una terza di Champions a febbraio.

Doppia sfida ad altro rischio che va ad intasare ulteriormente un calendario già piuttosto stressante. C’è poco da esultare, quindi, per il passaggio del turno che il pareggio di ieri ha ufficializzato. Continua invece il pessimo score della Roma lontana da casa: il 2023 si chiuderà così con il ricordo della finale sfortunata di Budapest ma anche con un’unica vittoria in Europa, a Tiraspol, e neanche troppo convincente.

La Roma era andata all’intervallo sullo 0-1 grazie al gol di Lukaku, ma la buona notizia le era arrivata dalla lontana Tiraspol perché proprio all’ultimo minuto del primo tempo lo Sheriff aveva pareggiato il gol iniziale dello Slavia, di fatto lanciando la squadra giallorossa al primo posto del girone G di questa prima fase di Europa League. Di buono, dunque, più il risultato dell’altra partita che il nostro, perché sul campo l’atteggiamento della Roma non era stato certo irreprensibile e se il parziale del campo aveva dato un responso diverso da quello di Praga della gara precedente (all’intervallo la sera del 9 novembre si era andati sullo 0-0) si doveva solo alla scarsa mira degli attaccanti del Servette, squadra davvero modesta sotto il profilo tecnico, e alla bravura di Svilar nell’unica occasione calciata bene nello specifico da Kutesa: strepitoso il secondo portiere giallorosso a toccare la palla destinata probabilmente all’incrocio dei pali deviandola oltre il fondo. Il 4-4-2 piuttosto scolastico dei padroni di casa lasciava ampi spazi di manovra alla Roma soprattutto nelle fasce laterali per via della tendenza della linea difensiva a chiudere stretti verso il centro. E infatti nonostante una prestazione non certo esaltante, la Roma ha costruito almeno un paio di palle-gol oltre a quella concretizzata da Lukaku al 22’. dopo una bella percussione centrale di Llorente culminata con un assist sul filo del fuorigioco per il belga, bravo a sua volta a calciare di prima verso l’angolo lontano dalla portata di Frick.

Mou aveva sorpreso tutti mettendo in campo Aouar con Dybala e Lukaku (il centrocampo completato da Paredes e Bove), più un altissimo El Shaarawy a sinistra e un più cauto Celik a destra. Dietro Cristante ha consentito a Mancini di rifiatare in vista di Reggio Emilia, mentre Llorente e Ndicka sono stati chiamati agli straordinari. La Roma si è svegliata solo dopo un quarto d’ora horror, capace di evocare il pessimo spettacolo di Praga. Così il Servette ha avuto modo di arrivare più volte al tiro, con Kutesa (alto), con Tsunemoto (Svilar in angolo), con Cognat (fuori) e con Bolla al 12’, con destro sotto misura su assist da destra di Cognat bloccato brillantemente da Svilar. Poi si è visto qualcosa, finalmente, dai giallorossi, nonostante il contributo alla causa davvero modesto di Aouar, severamente richiamato da Mourinho in un paio di occasioni. Al 14’ proprio l’algerino ha provato di testa a deviare in porta senza fortuna un cross da destra di Celik, ben servito da Dybala.

Subito dopo è arrivato il primo tiro sbilenco di El Shaarawy, al 15’ il secondo. Al 22’, nel momento migliore della Roma, il già descritto vantaggio di Lukaku che già al 25’ avrebbe potuto raddoppiare su assist di El Shaarawy negli ampi spazi esterni lasciati dal Servette, ma stavolta il destro del belga è finito alto. Al 27’ la Roma ha corso un altro pericolo, ma Cognat ha sbagliato ancora la misura del fortissimo tiro, poi al 35’ la più ghiotta occasione per il raddoppio della Roma: un’altra manovra avvolgente da destra a sinistra con il taglio di Dybala, il suggerimento per Aouar che ha giustamente allargato per l’arrembante El Shaarawy che altruisticamente ha servito ancora Dybala che non è riuscito a deviare in rete così la palla è arrivata a Lukaku, anche lui sbilanciato e incapace di colpire con la porta ormai vuota. Poi al 45’ il messaggio di Kutesa, con il miracolo di Svilar in corner, che ha soltanto rimandato il pareggio di qualche minuto. 

Dopo l’intervallo, infatti, la Roma si è presentata ancora più dimessa, facendo infuriare ulteriormente l’allenatore: «Qualcuno può pensare - dirà alla fine - che io all’intervallo dica alla squadra di aspettare gli eventi. Ma dico tutto il contrario, ma poi in campo non lo fanno». Così al 5’ sul cross da destra, Cristante si è fatto scavalcare dal pallone, alle sue spalle Bedia non ha controllato benissimo, ma Bryan non è riuscito a calciarlo lontano, così l’attaccante francese è riuscito di fino a farlo passare sotto le gambe di Svilar e con la forza sufficiente a evitare anche l’ultimo disperato tentativo di rinvio di Celik. Mourinho ha posto fine subito all’ingloriosa presenza di Aouar e ha messo dentro capitan Pellegrini, sfortunato nell’approccio: dopo pochi minuti avrebbe potuto lanciare El Shaarawy nello spazio vuoto sulla sinistra, ma ha sbagliato, e di tanto, la misura del suggerimento. Al 12’ un mancato fischio su Dybala dell’approssimativo arbitro polacco Stefanski ha lanciato una ripartenza degli svizzeri, salvata ancora una volta da un tuffo provvidenziale di Svilar sulle gambe di un avversario. Al 18’ Lukaku ha cercato in area Pellegrini dopo un’azione profonda a sinistra, il rimpallo su un difensore ha favorito la conclusione da due passi di Dybala, stranamente alta. Weiler è corso ai ripari inserendo gli estrosi Antunes e Guillemenot per gli stanchi Bolla e Kutesa e sul terreno scivolissimo per l’ininterrotta pioggia che sin dalla notte precedente ha bagnato Ginevra i romanisti hanno provato a far valere la loro maggior tecnica.

E quando Lukaku ha azzeccato il corridoio giusto per Dybala è sembrata la replica dell’azione del gol all’Udinese: ma stavolta Paulino ha tirato fiacco e con un balzo anticipato Frick ha bloccato la conclusione. Nel frattempo a Tiraspol stava accadendo l’impossibile, con il vantaggio dei padroni di casa dello Sheriff che all’improvviso rimetteva la Roma al primo posto della classifica. Ma sarebbe stata l’ultima illusione della serata. Mou le ha provate tutte inserendo Spinazzola, Belotti e Renato Sanches, Weiler ha risposto con Touati e Diba, ma la Roma ha sommato solo altre azioni rovinate sempre da pessime rifiniture, soprattutto di Spinazzola. Al 78’ lo Slavia ha pareggiato e la Roma ha inseguito ancora la chimera di una vittoria con una conclusione affrettata e larga di Pellegrini. Ma è stato solo l’ultimo sussulto, perché il gol è arrivato a Tiraspol. Dello Slavia. Ed è finito tutto.

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