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Il caso

Mourinho e Karsdorp, uno strano rapporto tra alti e bassi

In passato il numero 2 aveva elogiato e ringraziato il tecnico. La titolarità persa con l’arrivo di Celik ha spento l’entusiasmo dell’olandese

Mourinho e Karsdorp a confronto

Mourinho e Karsdorp a confronto (As Roma via Getty Images)

Matteo Vitale
11 Novembre 2022 - 09:45

A giudicare l’espressione e le parole di José Mourinho nel post-partita di Sassuolo-Roma, si potrebbe pensare a un rapporto da sempre ai minimi termini, ma tra lui e Karsdorp non è stato sempre così. Anzi. Il 6 agosto 2021, a Il Romanista, il terzino disse: "Mi piace stare qui. Con il nuovo allenatore stiamo iniziando qualcosa di nuovo. Mi piacciono gli allenamenti con esercizi di possesso palla, come in Olanda".

E di lui era molto contento e soddisfatto il tecnico portoghese, che dopo la gara con lo Zorya commentò così: "Di nuovo una gara incredibile di Karsdorp. Se domani ho tutti i dati di km, intensità e gps sicuramente mi spavento, perché lo faccio sempre". Probabilmente l’apice del rapporto tra i due è stato toccato il 24 dicembre 2021, quando il numero 2 in un’intervista disse: "Mourinho mi rende migliore. Mi piaceva bere e uscire, ma ora non succede più". L’olandese sottolineò quindi una crescita umana arrivata grazie al nuovo tecnico. Poi aggiunse: "Per il momento sono un titolare e sono contento". Il 9 marzo 2022 riprese lo stesso concetto: "Con Mourinho va molto bene, sto giocando parecchio, quasi sempre titolare" e ancora "È soprannominato Special non solo per quello che fa in campo, ma anche per quello che fa fuori dal campo. È diverso dagli altri allenatori. Ti fa rendere al massimo".

 Dalla scorsa estate titolare non lo è più, non indiscusso. Il carico è stato messo dal complicato inizio di stagione: l’errore contro l’Udinese, le due mancate convocazioni nei match a seguire. Il primo momento “chiave”, però, è il 27 agosto, giorno di Juventus-Roma. Al 60’ l’olandese fu protagonista in negativo: perse malamente il pallone, quasi “distratto” non si era accorto della pressione, le telecamere indugiarono sul tecnico, visibilmente infastidito. Dopo 1’ la sostituzione, a fine gara la dichiarazione di José: "L’anno scorso Karsdorp era una storia, quest'anno non sta bene, arrivederci amico ed entra Celik". 
Poi sono arrivate altre dichiarazioni premonitrici, a settembre, di chi evidentemente aveva fiutato qualcosa che non andasse: "Dobbiamo crescere, qualche giocatore deve capire che una squadra per migliorare ha bisogno di competitività interna, c’è qualche calciatore che deve saper vivere con questo tipo di competitività e alzare il suo livello, invece di sembrare di sentirsi un po’ giù".

 Segue un altro episodio, accaduto recentemente. Durante Roma-Lazio di domenica scorsa, dopo 63 minuti, l’ex Feyenoord è stato sostituito dal tecnico portoghese, che ha inserito El Shaarawy : il numero 2 è andato direttamente negli spogliatoi, senza fermarsi in panchina. Poi è tornato dai suoi compagni, qualche minuto dopo, ma il gesto non è passato inosservato. Prima del Sassuolo, Mourinho ha detto ridendo: "È tornato dopo 2’, non sai che ha fatto, se ha preso il ghiaccio, perché soffre permanentemente, è un ragazzo che se non è il ginocchio è l’adduttore, se no è la febbre, l’ho visto lì dopo 2’". Lo ha difeso pubblicamente, ma poi ha aggiunto: "Il problema che vedo è l’accettare di una sfida diversa rispetto all’anno scorso. La crescita nella mentalità, nella responsabilità, nell'ambizione: non essere soddisfatti di avere raggiunto questo livello, ma essere contenti di cercare di andare al di là". Non un fulmine a ciel sereno, dunque, ma una serie di eventi culminata mercoledì con l’ingresso in campo letteralmente camminando, la mancata (o molto timida) esultanza per lo 0-1 e la disattenzione che ha propiziato il gol. Poi, lo sfogo di Mourinho, che a questo punto non avrà sorpreso Karsdorp. Domenica c’è il Torino,  l’ultima della stagione. E forse l’ultima di Rick nella Capitale.

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