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Il personaggio

L'Europa di Pellegrini: l'uomo in più della Roma mourinhana

A Siviglia giocherà la 51ima partita in coppa (5 col Sassuolo). Il Capitano è chiamato a ribadire di essere il leader di una squadra che vuole la rivincita

Lorenzo Pellegrini

Lorenzo Pellegrini (GETTY IMAGES)

13 Ottobre 2022 - 10:42

Dybala e Wijnaldum purtroppo sono in infermeria. Zaniolo è  squalificato. Tocca a Lollo (e a Abraham pure si spera) prendere per mano questa Roma incerottata per continuare a portarla in giro per quella Europa che, appena qualche mese fa, gli e ci ha regalato una gioia dimenticata e indimenticabile. Figurarsi se Lorenzo Pellegrini, il Capitano, è uno che si spaventa a prendersi le sue responsabilità. Lo farà, come lo ha fatto sempre in una carriera dove, spesso e poco volentieri, ha dovuto fare i conti con critiche probabilmente figlie illegittime di un’eredità chiamata Francesco Totti e Daniele De Rossi.

Del resto, ad avere gli occhi addosso ci è abituato da quando era poco più di un ragazzino. Da quando cioè era il talento più seguito di quella banca economica e tecnica che è sempre stato il settore giovanile giallorosso. Un predestinato, dicevano. Avevano ragione. Per chi ancora non ne era convinto, ci ha pensato nella passata stagione un certo Josè Mourinho a spazzare via i dubbi (non a tutti, ma ce ne faremo una ragione) spiegandoci che se lui avesse avuto tre Lorenzo Pellegrini li avrebbe mandati in campo sempre tutti e tre, uno in difesa, uno a centrocampo, il terzo in attacco, sottolineando, appunto, la dimensione di un giocatore a tutto campo.

Più o meno la storia si sta ripetendo pure in questa seconda stagione mourinhana. Se sta bene e pure se non è proprio al cento per cento, la prima maglia della formazionte titolare lo Special One la consegna al suo e nostro Capitano. Quasi che il tecnico non potesse a fare meno di Lollo. C’è da capirlo. La passata stagione per il sette giallorosso è stata la migliore della sua ancora giovane carriera (ha ancora solo ventisei anni compiuti nel giugno scorso), leader e goleador di una Roma che dopo quattordici anni è tornata a vincere un trofeo e quanto era bello Lollo quando ha alzato la Conference nel cielo di Tirana nel delirio dei tifosi giallorossi e di una città che stava scendendo in piazza travolta da una gioia per troppo tempo rinviata. 

Ora, in questo momento di difficoltà più europea che in campionato, con Dybala, Celik e Wijnaldum che torneranno il prossimo anno, con Zaniolo che stasera a Siviglia non ci sarà per la sciocchezza comportamentale nel finale della gara d’andata contro il Betis, toccherà al Capitano indicare la strada alla sua Roma su come tornare in corsa per costruirsi un futuro in Europa League. Peraltro per Pellegrini l’Europa è una dimensione già parecchio conosciuta e frequentata. Ed è una dimensione che gli è sempre piaciuta, a conferma di una caratura internazionale che è certificata anche dalle ventitrè presenze in maglia azzurra (con cinque gol realizzati, uno segnato giocando da attaccante esterno) con cui non è diventato campione d’Europa solo perché prima del via, un maledetto infortunio gli ha impedito di partire e quindi partecipare a quella straordinaria cavalcata conclusa con il trionfo di Wembley. 

Stasera, per dire, a Siviglia, Pellegrini giocherà la sua cinquantunesima partita nelle coppe europee. Le prime cinque con la maglia del Sassuolo (in Europa League e primo gol europeo realizzato al Genk nell’ormai lontano 2016 quando aveva appena compiuto venti anni); le restanti quarantacinque con la maglia del suo e nostro cuore (14 in Champions con un gol al Cska, 19 in Europa League con 4 gol, 12 in Conference con 5 reti per complessivi undici gol segnati, in pratica un ogni cinque partite). E forse non è un caso che in questa stagione in cui non sta avendo la stessa confidenza con la rete avversaria (e caro Lollo sarebbe meglio se non ne facessi un problema) dimostrata nella passata (quattordici i gol complessivi, record personale del giocatore), fin qui l’unico gol che ha realizzato è stato proprio in Europa, il secondo ai finlandesi all’Olimpico, peraltro uno dei meno belli, con il pallone che gli è andato a sbattere adosso per poi finire in rete senza quasi che Lollo se ne accorgesse. 

Ma gol o non gol, Pellegrini stasera è chiamato a riprendersi quel ruolo di leader che non è assegnato soltanto per una questione legata alla fascia di Capitano. C’è bisogno di tornare a rivedere la Roma europea della passata stagione e per rivederla non si può fare a meno di pensare a un Pellegrini protagonista. Con Wijnaldum, Celik e Dybala assenti, stasera a Siviglia rivedremo in campo (Matic a parte probabilmente) la stessa Roma della passata stagione, quella con due punte e Lollo a supporto per andare a fare male alla squadra avversaria. Mourinho ha detto una cosa magari banale, dicendo ieri che per vincere le partite c’è bisogno di fare gol. Ecco, contro il Betis Pellegrini e la Roma dovranno riprendere quella confidenza con il gol necessaria per tornare a respirare i profumi europei.

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