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La classifica parla chiaro: 26 giornate e mai da Champions

Il quarto posto è sempre stato l’obiettivo dichiarato, ma mai raggiunto nell’arco di questa stagione. La Roma ha oscillato fra tredicesima e quinta posizione

Daniele De Rossi, di LaPresse

Daniele De Rossi, di LaPresse

04 Marzo 2019 - 09:08

Un lunghissimo tapis roulant. Ha sembianze simili la pista percorsa dalla Roma in campionato fin dall'esordio, quando l'obiettivo dichiarato era quello di arrivare fra le prime quattro. Una corsa troppo spesso diventata camminata lenta e più volte trasformata in sosta. Con quel traguardo chiamato qualificazione Champions sempre a portata di vista, ma mai raggiunto. Come se il tappeto sotto i piedi facesse muovere la squadra su se stessa. Senza mai occupare le posizioni prese di mira, oscillando fra il quinto e il tredicesimo posto in classifica. In una stagione costellata più di bassi che di alti, era inevitabile lambire anche l'inferno della graduatoria.

È successo all'inizio della stagione, quando dopo l'illusorio colpo esterno sul campo del Torino, la squadra ha inanellato la prima serie nefasta. Addirittura quattro partite senza vittorie dalla seconda giornata, contro avversari tutt'altro che irresistibili: l'Atalanta in casa (che nel primo tempo avrebbe meritato di dilagare e invece si ferma sul 3-1, permettendo una rimonta a metà); un Milan molto lontano dalla sensazione di solidità diffusa nell'ultimo periodo; il Chievo ancora col segno meno in classifica per la penalizzazione, capace di rimontare un doppio svantaggio all'Olimpico e sfiorare la vittoria in pieno recupero; il Bologna con zero gol realizzati nelle prime quattro gare e due rifilati ai giallorossi in novanta minuti. Proprio al termine del match del Dall'Ara viene toccato l'abisso più profondo, con cinque punti conquistati (si fa per dire) in altrettante giornate, la quarta già a punteggio doppio e la prima a distanza siderale, dieci lunghezze più su.

Per chiunque alle prese con dati simili sarebbero suonate sfilze di campane in allarme, mica solo campanelli. Ma a Trigoria preferiscono restare in attesa del cambio di marcia, che arriva soltanto a sprazzi e mai convincendo fino in fondo. Nel secondo ciclo di partite la Roma sembra svegliarsi, cogliendo tre successi consecutivi fra i due derby regionali e la trasferta di Empoli, accompagnati anche da uno squillante 5-0 colto in Champions contro il Viktoria Plzen. Dentro i confini nulla di trascendentale: ma quel settimo posto di suo ancora non lusinghiero nasconde soli quattro punti di distacco dalla seconda in classifica. Tranne la capolista che è già avviata verso un torneo a sé, c'è un gruppone racchiuso in sei lunghezze dalla piazza d'onore alla dodicesima posizione: tutto è in ballo e il calendario permette di immaginare una scalata imminente senza eccessivi voli pindarici.

L'illusione termina però già alla ripresa del campionato dopo la sosta: è la Spal a suonare la sveglia, espugnando l'Olimpico e ricacciando la Roma nell'ennesimo incubo, alla vigilia di una doppia trasferta che in quel momento appare una chimera. In controtendenza rispetto alle previsioni, Napoli e Firenze in rapida sequenza fruttano due pareggi, persino stretti a causa di decisioni arbitrali più che penalizzanti. La coppia delle seconde (con gli azzurri c'è l'Inter) scappa a più nove, ma le altre davanti non corrono e il quarto posto resta a cinque punti. Basta una vittoria con la Samp a rimettere nel mirino la zona Champions, grazie ai concomitanti stop delle squadre che precedono i giallorossi. Eppure un doppio 2-2 contro Inter e Cagliari - con modalità agli antipodi - fa ripiombare nel limbo. In particolare l'ennesima grottesca rimonta subita in Sardegna, in undici contro nove e in pieno recupero.

Precipitati al nono posto e di nuovo a meno cinque, la sfida col Genoa sa di ultima spiaggia. Arriva un 3-2 soffertissimo, ma le montagne russe proseguono almeno fino alla giornata successiva, conclusa con la sconfitta di misura nella tana della capolista e un mesto stop esattamente a metà classifica. Da lì in poi la Roma trova finalmente una discreta continuità, di risultati se non di gioco. In campionato arriva una serie utile di otto partite che frutta venti punti. Ma fra queste c'è un'altra prestazione disarmante (ancora con l'Atalanta, ancora rimontati) e nella stessa settimana gli uomini di Di Francesco vengono travolti al Franchi in Coppa Italia. La risalita beneficia anche del crollo interista, ma porta al massimo a un punto dalla zona Champions. Più su del quinto posto la Roma non va. Dall'inizio del torneo fino al derby, che ha "regalato" anche lo scempio dello svantaggio nello scontro diretto.

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