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L'Uefa non l'ha ancora capito: il 17 si decide per coppe e Europeo

In Europa League si è giocato nonostante l'emergenza Coronavirus, nessun blocco da Nyon oltre quelli disposti dai governi: ma la sospensione sembra inevitabile

La Redazione
13 Marzo 2020 - 09:35

I capoccioni non hanno ancora capito, del resto altrimenti che capoccioni sarebbero? Giocano e rinviano, i capoccioni dell'Uefa. Giocano come ieri sera in Europa League nel grottesco tentativo che lo spettacolo debba in qualche modo andare avanti, tale e quale a quell'undici settembre che ha cambiato la storia, era in programma un turno di Champions, si vada comunque in campo, la nostra Roma all'Olimpico contro il Real Madrid, al solo ripensarci ci lacrima il cuore. Rinviano come quando, sempre ieri, ci hanno fatto sapere che una decisione su coppe per club e Campionati Europei per nazioni sarà presa martedì prossimo quando, in conference call, si confronteranno con i vertici delle cinquantacinque federazioni che compongono il variegato mondo pallonaro del Vecchio Continente.

Non ce la fanno proprio a dire game over, la festa è appena cominciata ma è già finita, meglio prima provare a risolvere il problema di questo virus che sta spaventando il mondo, hai visto mai che non possa succedere una magia. Non è un caso che l'appuntamento per una decisione sia stato fissato proprio nella giornata di martedì prossimo. Cioè proprio il giorno in cui, da programma condito con centinaia di milioni di euro garantiti da diritti televisivi e sponsor, dovrebbero andare in scena due delle sfide di ritorno degli ottavi di finale di Champions League, ventiquattro ore dopo le rimanenti sfide per completare il quadro dei quarti di finale. Sperano, i capoccioni, fino all'ultimo. Che da qui a martedì prossimo si presenti Mago Merlino con tanto di bacchetta magica a risolvere l'irrisolvibile.

Problema globale

Non è stato sufficiente nulla a garantire una spina dorsale ai capoccioni: il primo calciatore positivo, in Germani, Timo Hubers dell'Hannover; i due positivi nel nostro campionato, Rugani e Gabbiadini; i tre giocatori del Leicester di cui ancora non si conoscono i nomi; squadre in quarantena; i campionati in Europa sospesi e qualcuno che lo sarà tra breve; la Mls, la lega del calcio a stelle e strisce che rinvia di almeno un mese il via del suo campionato; il resto dello sport mondiale, la Nba che ha un fatturato di centinaia di miliardi di dollari, la Formula Uno, il tennis, addirittura il presidente degli Stati Uniti Trump che suggerisce di rinviare di un anno le Olimpiadi.

Tutti hanno deciso di tirare giù la saracinesca, ci rivedremo quando il bene primario della salute avrà sconfitto questo maledetto virus e sarà anche liberatorio tornare a prendere a calci un pallone, tirare dentro un canestro, accendere un motore, effettuare una smorzata, fare su e giù in una corsia di una piscina. No, i capoccioni resistono, come l'ultimo giapponese nascosto nella giungla, confinati in un'isola che non dovrebbe esistere, di certo molto lontani dalla realtà che sta vivendo il mondo. Chissà se avranno letto la più che condivisibile lettera che ieri la Roma gli ha inviato, in cui si invita l'organismo continentale a una presa di coscienza della situazione a livello globale, chiedendo quindi di procedere alla sospensione delle competizioni europee. Niente, meglio prendere tempo, vediamoci martedì prossimo, chissà che non arrivi davvero Mago Merlino.

Eppure non dovrebbe essere così difficile decidere di fronte a quello che sta accadendo nel mondo. Eppure sanno anche loro che Mago Merlino è un personaggio di fantasia, sanno che martedì prossimo, oltretutto quando molto probabilmente i numeri della pandemia faranno ancora più paura, non potranno fare altro che annunciare la sospensione di Champions, Europa League, dei campionati Europei il cui inizio è stato fissato per il prossimo dodici giugno.

Saranno annullati, verosimilmente, anche i quattro spareggi in programma durante la prossima sosta, per qualificare le ultime quattro nazionali per un Europeo che non vediamo proprio come si possa giocare. Lo faranno con colpevole ritardo, solo perché non si potrà fare altrimenti, proveranno a ufficializzare la parola sospensione, magari sperando che entro un paio di mesi la situazione si risolva e poi si provi a recuperare le partite, i diritti televisivi, gli sponsor perduti. Ma chi può oggi prevedere quando questa situazione potrà essere definita conclusa? Nessuno e se c'è qualcuno che vi garantisce una data, chiamate la polizia e fatelo arrestare per complicità e stupidità.

Le istituzioni politiche

Ci sono state anche le Istituzioni che hanno invitato alla riflessione i capoccioni. Il nostro Ministro per lo Sport, Vincenzo Spadafora, ieri ha inviato una lettera a Tomislav Deuzac, presidente di turno del Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea, auspicando la convocazione di un vertice straordinario con Uefa e Fifa per affrontare di petto il problema, che è un problema che non ha storia, nel senso che non ci sono precedenti che possono aiutare nelle scelte da prendere, si naviga a vista sperando di avere dieci decimi. L'unica consolazione, di fronte a questi capoccioni, è che ora l'evidenza li metterà con le spalle al muro, costringendoli a decidere quello che avrebbero dovuto decidere già da un po' di tempo, accettando cioè di giocare partite a porte chiuse, senza quei tifosi che sono l'autentico tesoro del calcio. Altro che gli sponsor e i diritti televisivi.

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