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Roma-Shakhtar, Di Francesco: "Abbiamo vinta da uomini, da squadra. Voglio continuare a sognare"

L'allenatore dopo la partita: "A me la squadra nell’insieme è piaciuta. Ci sono stati momenti dove dal punto di vista organizzativo siamo cresciuti tanto"

La Redazione
13 Marzo 2018 - 22:23

La Roma vince 1-0 e si qualifica tra le migliori 8 squadre d'Europa. L'allenatore Eusebio Di Francesco ha parlato subito dopo la partita alle principali emittenti tv. 

DI FRANCESCO A MEDIASET

Essere arrivati ai quarti significa esaudire un grande sogno con la tua squadra. Che segnale è? 
Questa sera la mia squadra, al di là del punto di vista tattico, dove siamo stati poco qualitativi negli ultimi metri. All'andata abbiamo fatto qualche errore. Quello che mi è piaciuto di più è che è stata una partita di uomini, da squadra. Adatta per chi vuole vivere questi sogni.

Cengiz Under ha avuto problemi? 
Non si può pensare che possa dare sempre il meglio. E' fisiologico un calo. E' giovane, ha preso una botta, ci può stare. Vi assicuro che avrà un grande futuro.

C'è qualcuno che non vorresti ai quarti? 
No, voglio continuare a sognare con la Roma. Mi ha entusiasmato vedere tanta gente soffrire. Vivere queste serate è bello. Non voglio evitare nessuno, solamente la paura. La capacità di affrontare le squadre con questo piglio e con una buona forma.

Si può fare meglio sotto il punto di vista delle prestazione? 
Sì. Per lunghi tratti siamo stati bravi, nel primo tempo il portiere loro ha giocato molti palloni. A me la squadra nell'insieme è piaciuta. Ci sono stati momenti dove dal punto di vista organizzativo siamo cresciuti tanto, ma non dobbiamo accontentarci mai.

 Che voto dai alla partita di stasera? 
Dal punto di vista dell'applicazione 10. Dell'aspetto tecnico tattico, ci serve abitudine a fare certe partite, compreso da me. Io posso dare di più, dal punto di vista tattico do un bel voto, i meccanismi si migliorano con i risultati e con la consapevolezza dei propri mezzi.

DI FRANCESCO A ROMA TV

La Roma con gli artigli… 
Non dobbiamo fare passare questo per normalità, abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Quando non si è abituati a determinati obiettivi si fa fatica a reggere le pressioni. La squadra è stata attaccata nei momenti duri, ma alla fine sta venendo fuori. Questa è la vittoria dei calciatori e degli uomini, dimostrano unione nei momenti di difficoltà. Ho parlato sempre di resilienza, oggi la squadra ha saputo soffrire e tirare fuori qualcosa in più, accompagnata da un pubblico straordinario.

Non è stato facile considerato anche il nervosismo finale… 
Le partite si vincono con la testa. Nel finale è normale che abbiamo avuto paura di portare a casa il risultato, ma fa parte della crescita di una squadra. Loro non avevano niente da perdere nonostante l'uomo in meno, noi non avevamo più lucidità. La squadra ha fatto la partita sia tatticamente sia mentalmente di altissima qualità e disciplina.

Una delle migliori prestazioni dell'anno? 
A livello tecnico forse no, ma è un risultato troppo importante, noi badiamo sia alle prestazioni sia al risultato, ma oggi era importante vincere. Oggi ho visto degli uomini in campo, c'era il desiderio comune di raggiungere questo obiettivo.

Adesso i sorteggi… 
Viviamo questo sogno con spensieratezza, senza aver paura, con capacità di affrontare le gare come oggi. Questo è lo spirito che ci deve accompagnare sia in Champions sia in campionato, intanto culliamo questo desiderio. Sembrava normale che la Roma fosse qua, noi abbiamo fatto qualcosa di straordinario, teniamocelo stretto ma non dobbiamo accontentarci.

La squadra inizia a capire quello che tu chiedi? 
Ci abbiamo lavorato. Nell'assimilazione si incappa anche il degli errori, specialmente all'inizio. Arrivavamo tardi con la mezzala per accorciare il mediano, poi abbiamo modificato. Siamo stati bravi poi a pressare sul loro portiere, se li facciamo palleggiare diventano pericolosi. Dovevamo rimanere corti oggi, in tutte le fasi.

DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA

Negli ultimi 7 anni sei insieme ad Allegri l'allenatore che riporta nei quarti una squadra italiana.
Una bella soddisfazione per me, abbiamo fatto la partita della vita. Nello spogliatoio ho sentito della parole importanti. E' un risultato prestigioso, deve essere motivo di grande orgoglio per tutti, ho vissuto gli stessi brividi da questa gente di quando giocavo a calcio.

Abbiamo rivisto la forza atletica nelle ultime gare, questa condizione può spiegare anche l'appannamento precedente?
In passato ho parlato del fatto che in allenamento avevamo spinto molto, e adesso si vede. Nelle ultime 6 gare ne abbiamo vinte 5, vedo una squadra in crescita. Mentalmente e fisicamente. Stiamo acquisendo convinzione.

Come hai preparato la gara?
All'inizio non abbiamo fatto bene, non uscivamo con gli esterni dove loro avevano i giocatori di qualità. La squadra è cresciuta negli automatismi, abbiamo rischiato qualcosina nel finale quando è subentrata la paura. Ma la difesa questa sera è stata perfetta, con una applicazione e determinazione che hanno fatto si che Alisson non ha fatto nemmeno una parata.

Tra Juve e Siviglia chi preferisce?
Ho sentito Montella e ci siamo dati appuntamento in finale, per cui non possiamo incontrarci nei quarti. A parte la battuta, ora dobbiamo mantenere equilibrio e pensare a Crotone.

Prima si diceva che non eravate cinici, a Napoli è scattato qualcosa?
Siamo cresciuti un po' in tutto. Siamo più determinati, cinici e più capaci di stare in partita e giocare insieme. La Roma non deve avere giocatori forti, ma una squadra forte, non dobbiamo più parlare individualmente. La Juve insegna. E noi dobbiamo guardare a quelli bravi.

Avete usato molto i passaggi lunghi in verticale?
Era voluto, non siamo stati bravi nel primo tempo quando partivamo troppo in anticipo e finivamo sempre in fuorigioco.

Quale merito ti attribuisci in questa qualificazione, fuori dai denti?
Seeh, fuori dai denti a Roma? Scherzo. Non voglio parlare di me. In Europa non bisogna giocare a rimpiattino, mi do il merito dell'organizzazione, che si trova nel lavoro quotidiano e nell'aver recuperato la squadra che si era un po' persa.

Ha utilizzato meno il turn over, eppure questa qualificazione passa anche un po' per la giocata di Peres all'andata.
E' fondamentale essere squadra, anche quando non si gioca. Tutti si allenano allo stesso modo, chi non lo fa va in tribuna. Ho ritenuto opportuno dare continuità a una certa formazione perché vedo una condizione che ci permette di andare avanti.

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