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Roma-Juventus, De Rossi: "Una stagione che può renderci orgogliosi"

Il capitano giallorosso nel post-partita: "La differenza con la Juve sta nel saper martellare domenica dopo domenica le squadre inferiori a noi"

La Redazione
13 Maggio 2018 - 22:13

Daniele De Rossi ha parlato nel post-partita di Roma-Juventus. Queste le sue parole a Sky Sport:

Primo campionato da capitano effettivo della Roma.
"Abbiamo fatto una stagione che può renderci orgogliosi. Abbiamo fatto qualcosa in più in Champions rispetto a quello che ci si aspettava e ci resta un po' di rammarico. Qualcosa in meno in campionato, che è poi  l'obiettivo che pensiamo sia più alla nostra portata e potremmo provare a scucire a quei ragazzi che stanno festeggiando".

Che cosa bisogna fare per colmare questo gap? Il mercato c'entra? 
"C'entra per forza, ma non vorrei deresponsabilizzare troppo noi giocatori. Qui a Roma di mercato se ne parla tutto l'anno e si tende a dare la colpa a quelli nuovi, quando invece tanti giocatori hanno bisogno di tempo e di essere aspettati. Magari dopo un paio di stagioni bisogna valutarli. Il mercato incide, ovvio, la potenza economica che è la Juventus può permettersi qualche pecca nel gioco. Oggi è entrato Douglas Costa a 20 dalla fine. Davvero mostruoso. Noi dobbiamo essere perfetti".

Il calo a gennaio per voci di mercato?
"Non è la prima volta, qui si vive di voci, non erano inventate dal nulla però. Sarebbe riduttivo dire che abbiamo perso per le voci. Ma dobbiamo migliorare ed essere più bravi l'anno prossimo".

Ora avete un calcio più europeo. Siete cresciuti.
"Un altro degli handicap è stato un allenatore nuovo: è stato più che bravo, ma ci vuole tempo per capire le giocate che vuole un nuovo mister, il pressing, la manovra... Non siamo meno forti del Napoli e questo gap verrà ridotto sicuramente se Sarri dovesse andare via, noi dobbiamo impegnarci per raggiungere questi obiettivi".

La forza della Roma dimostrata in Champions significa che si sta seguendo un percorso positivo. Siete tutti sulla stessa lunghezza d'onda.
"Sono d'accordo. C'è stato un miglioramento di cui dare atto all'allenatore e alla società. La Juve spende milioni e vince, ma anche noi abbiamo cercato di fare di meglio. Prima certa gente diceva 'non vedo l'ora che finisce l'anno e me ne vado' ora invece si sta bene. Ci manca il martellare domenica dopo domenica le squadre inferiori a noi. Loro hanno fatto alcune partite giocando male, quasi irriconoscibili, ma hanno vinto. Non ultima quella con l'Inter. Quella è la differenza".

Alcuni allenatori 'difendono il proprio gioco', ma Allegri dice che il gioco non conta, contano solo i risultati.
"Risultati di Allegri sono impressionanti, però io penso che si può costruire e creare qualcosa in più, non tutto si basa sui giocatori. Il Napoli è meno forte della Juve, ma con il gioco ha potuto impensierire i bianconeri con il gioco. Forse avrebbe meritato di lottare fino all'ultimo. A me il Napoli ha emozionato, nonostante io non sia assolutamente né un tifoso, né un simpatizzante del Napoli". 

Tu diventi allenatore?
"Non lo so".

Forse questa è la tua migliore stagione?
"Non sono abituato a valutarmi. Ma negli ultimi due anni sono felice, quando mi rivedo la sera sono più felice. Prima mi vedevo e dicevo 'Mi sa che è ora'. Ora invece sono felice per le mie prestazioni".

La fine della tua carriera è un problema?
"Qua tutti ne parlano, qua tutti parlano. Ma davvero nessuno mi ha mai fatto sentire la pressione. Ci stanno le incomprensioni, ci sta non capirsi. Non sono Messi, non cambio il volto alla squadra, ma certe cose sono migliori quando si diventa più 'vecchi'. Fa bene all'interno di un gruppo avere qualche giocatore più 'vecchio' e con più esperienza".

Tanta differenza tra il calcio italiano e quello del resto d'Europa?
"Le squadre di club hanno fatto capire bene il nostro valore. Anche la Lazio è stata a un passo dalla semifinale di Champions. Però tutto è venuto dopo quello che abbiamo combinato noi nello spareggio contro la Svezia. E dico Spareggio perché prima avevamo fatto bene. Lì è successo qualcosa che se ci giochi altre 1000 volte non risuccederebbe mai".

Crudele uno spareggio Champions all'ultima giornata? In fondo è come giocarsi la stagione dopo.
"La Champions è sempre stata importante. Eravamo più responsabilizzati visti i 4 posti. Fare una buona Champions è importantissimo e può cambiare tutto. Loro hanno una partita che non vorrei mai giocare. Credo che giocheremo in contemporanea e non potremo vederla. Al di là delle simpatie credo sarà una bella partita".

Non ti chiedo chi preferiresti. Ma non fa strano pensare che Roma potrebbe avere tutte e due le sue squadre in Champions mentre Milano nemmeno una?
"Sì fa strano. Perché quest'estate sembrava che le milanesi dovessero fare i botti. Hanno avuto momenti difficili, hanno avuto difficoltà. Ma mettono sempre paura perché hanno giocatori forti e allenatori bravi, se si sbloccano e vanno in Champions troveranno autostima, introiti maggiori... L'Inter potrebbe diventare veramente un'avversaria difficile il prossimo anno in campionato se dovesse andare in Champions".

Per la retrocessione, invece, nessuno sta regalando niente.
"Così deve essere. Qualche anno fa alcune partite nemmeno si guardavano, il risultato era scontato. Non entrare in Champions può essere brutto, ma retrocedere dev'essere ancora più amaro. A me non è mai capitato, ma posso provare a immaginare cosa voglia dire".

In chiusura, cosa ruberesti alla Juve?
"60/70 milioni l'anno che possono spendere sul mercato".

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