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Udinese-Roma, le pagelle: Cengiz è il turco fatato, Alisson mette le ali

Il portierone sfodera un’altra prestazione super e lascia la porta inviolata. De Rossi rientra da diga, Nainggolan sta tornando, Dzeko è il 9 che fa anche il 10

18 Febbraio 2018 - 08:45

Ricomincia da tre la Roma. Dai tre punti conquistati su un campo facile per nessuno. Dalla terza vittoria consecutiva. E dal terzo posto sempre più nel mirino, dopo essere rientrata in carreggiata. Lo fa nel segno di Ünder, che sta diventando un fattore più che decisivo. Con il più classico dei risultati, senza (tutti i) tifosi al seguito e soffrendo il giusto. Ovvero da squadra che si sta riappropriando delle proprie convinzioni. Era ora.

7,5 ALISSON
Fra dribbling di tacco, lanci millimetrici, uscite con i tempi perfetti e grandi parate, rischia di diventare il primo giocatore totale della storia partendo dalla porta. Cruijff se ne sarebbe innamorato. Noi lo siamo da tempo. Incatenatelo a Trigoria.

6 FLORENZI
Una disattenzione su una rimessa laterale poteva costare carissima. Ma è ancora tempo di saldi e lui fa in tempo a rimettersi in carreggiata. Da Libro Cuore a fine match, quando dona maglia e pantaloncini a due dei pochi fortunati romanisti alla Dacia, dietro striscione di richiesta.

6,5 MANOLAS
Se non si rotolasse a terra come colpito da un fulmine almeno una volta a partita non sarebbe lui. A Udine lo fa un paio di volte e il pubblico di casa lo becca. Anche perché, al netto delle sceneggiate, lascia le punte avversarie a bocca asciutta.

7 FAZIO
Sarà la sua mole imperiosa, sarà che siamo Faziosi, ma quando il Comandante si erge in tutta la sua maestosità non si può evitare di sottolinearlo. C'è.

6,5 JESUS
Pronti via, mette a repentaglio le coronarie romaniste con un retropassaggio che solo Alisson può salvare. Scampato il pericolo, risorge.

6 PELLEGRINI
Dirottato nella nuova linea a due, rende forse meno che da intermedio, sacrificandosi in un lavoro più oscuro. Tanti palloni riconquista, quanti ne perde.

7 DE ROSSI
Nella terra dell'omonima leccornia, San Daniele mostra per quale ragione la sua presenza è tanto prelibata. Come per incanto, con lui da prima diga, la difesa torna coriacea. Non è un caso. Meditate, gente.

6,5 NAINGGOLAN
Non è ancora ai livelli stratosferici cui ci ha abituato, ma anche lui sta tornando. L'assist per il 2-0 ne è la conferma.

5,5 EL SHAARAWY
L'Udinese è la sua vittima prediletta: forse per questo la grazia. Un po' troppo però. Quel sinistro languido con cui telefona a Bizzarri è in controtendenza con la rinnovata "garra" della squadra. Svegliati Faraone.

6,5 DZEKO
Primo tempo rivedibile (o anche no, in senso letterale). Nella ripresa però il 9 fa il 10, come spesso gli capita. Aperture con entrambi i piedi, assist, imbucate. Non prima però di aver tentato un paio di volte l'affondo personale con numeri d'alta scuola. Quelli sì, da far rivedere a chi ancora non comprende l'eleganza del Cigno.

7 PEROTTI
Entra, esulta, dribbla, tira. Aspetta, riparte, ritira, segna. Esce. Fra gli applausi. Venti minuti della miglior Roma con lui in campo. Scusate se è poco.

6 STROOTMAN
Gioca un quarto d'ora per dar respiro a De Rossi in un ruolo che ormai sente anche un po' suo. Generoso come sempre nei ripiegamenti difensivi, rischia però di perdere una palla sanguinosa. Ma dietro c'è il portierone brasiliano.

s.v. DEFREL
Tre minuti più recupero per concedere a Ünder la meritata standing ovation. Ma Greg è una sorta di amuleto: in così poco riesce a crearsi un'occasione e poi ad assistere al 2-0. Non male.

IL MIGLIORE: 8 CENGIZ ÜNDER
Il Turco fatato colpisce ancora. Un altro gol da antologia, il quarto consecutivo in tre partite. Le tre che la Roma è tornata a fare sue. Piatto forte di una prestazione che lo ha visto protagonista fin dai primi minuti. Mentre la squadra è ancora in soggezione, lui, il più giovane di tutti, prende in mano le redini e traina il resto del gruppo. «Ci penso io», sembra voler dire, e se l'ennesimo Var avverso gli avesse invece reso giustizia, lo avrebbe fatto dopo pochissimo. Ma lui non si dà per vinto. Finché non la vince. Il collo esterno con cui fulmina Bizzarri è una perla. Applaudita a scena aperta anche da Schick, che si scalda a bordo campo in quel frangente. Il pallone fra i suoi piedi, unito a quei sensazionali strappi grazie ai quali li lascia sul posto, è sinonimo di pericolo costante per gli avversari. Più Over che Under.

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