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Dalla sfida col Frosinone al derby: il 4-2-3-1 risolve i problemi

Fatta la squadra da opporre alla Lazio. Florenzi e Dzeko saranno ai posti di Santon e Schick. Dalla sfida con il Frosinone di mercoledì le ultime conferme per Difra

Pastore esulta dopo il gol di tacco al Frosinone, di LaPresse

Pastore esulta dopo il gol di tacco al Frosinone, di LaPresse

28 Settembre 2018 - 09:24

Il primo dato che potrebbe far ridere, se non ci fosse da piangere a volte a ragionare sul calcio, riguarda gli expected goal, e cioè quel numerino che come sanno i fedeli lettori di questa rubrica rappresenta il vero risultato della partita ottenuto valutando la probabilità che ogni tiro scoccato verso la porta termini in rete. Ebbene, il dato nella partita stradominata dalla Roma con il Frosinone è di 2,15 a 0,60, in pratica significa che il risultato corretto in base alla produzione di calcio offensivo avrebbe dovuto dare un distacco di un gol e mezzo (o due, arrotondando) tra le due squadre.

Qualcuno ricorderà che in occasione della sfida col Bologna (ignominiosamente persa dalla Roma) quel numerino era stato persino più favorevole ai giallorossi (2,9 a 0,9 per la Roma, quindi due gol tondi tondi di vantaggio). Che significa? Qualcuno dirà che è la prova che ad estrapolare solo un dato da una partita di calcio ci si allontana molto spesso dalla realtà. Ma più ragionevolmente si può sostenere che nella gara del Dall'Ara la Roma nel primo tempo sia stata particolarmente sfortunata (e poi pessima a cercare di rimontare in quella maniera nervosa e disorganizzata) mentre con il Frosinone ha trovato subito il vantaggio e poi la partita si è messa in discesa, anche per la totale inconsistenza degli avversari.

L'importanza del 4-2-3-1

Quel che balza agli occhi, al di là del risultato di mercoledì sera, è che ultimamente la Roma pare essersi decisamente ritrovata intorno al sistema con due registi e un trequartista, che in un colpo solo consente di sistemare nei ruoli a loro più congeniali De Rossi, Nzonzi e Pastore, i tre cavalli di razza del centrocampo di Di Francesco, mantenendo contemporaneamente le tre punte e un assetto offensivo e aggressivo in fase di non possesso. Certo è che i dati della partita con il Frosinone indicano un totale controllo della gestione della gara, ma con una produzione offensiva persino limitata: se infatti la Roma ha completato il 93% di 804 passaggi (numero altissimo) con 947 palloni giocati e ha avuto un possesso del 67,9% (arrivato persino al 72,1% nel secondo tempo), poi scopre che ha tirato verso la porta "solo" 18 volte, 7 di meno di quanto non l'abbia fatto con il Bologna, la madre di tutte le partite brutte di questa stagione. Numeri comunque sufficienti a schiacciare il Frosinone eppure a volte insufficienti per vincere le partite.

L'importanza di avere Pastore tra le linee: nell'occasione della traversa di Schick, l'azione si sviluppa sulla triangolazione attaccante esterno, centrocampista centrale, trequartista, perfettamente interpretata da El Shaarawy e De Rossi e magistralmente rifinita da Pastore. Come si vede nei fotogrammi, il Faraone scarica sul capitano e va ad attaccare immediatamente la profondità puntando sul buco lasciato dal suo marcatore, ma senza la prodezza dell'argentino (un tocco morbidissimo di esterno destro a scavalcare la linea difensiva) la palla non gli sarebbe mai arrivata con quel tempo di giocata. Poi da lì ElSha ha fornito l'assist per Schick che nello specifico è stato sfortunato: complimenti a Sportiello per la gran parata.

E ora il derby. Sarà 4-2-3-1?

Ragionando per ipotesi, perché ovviamente Di Francesco non ha ancora fatto capire nulla al riguardo, saremmo portati a pensare che anche nel derby la Roma si ripresenterà con questo sistema di gioco. Cambiare ora dopo le buone prove dei tre centrocampisti (la sostituzione a dieci minuti dalla fine di De Rossi è sembrato un modo per preservare proprio il capitano da possibili inconvenienti muscolari, visto lo stress delle ultime settimane) sembrerebbe un azzardo, considerando soprattutto i tempi ristretti e l'aspetto psicologico, fondamentale in una squadra fragile come la Roma degli ultimi giorni. E se dunque le maglie per i posti in mezzo al campo sembrano già assegnate, si può già ipotizzare che Dzeko si riprenderà il suo posto al centro dell'attacco, che lo sfavillante Ünder di mercoledì sarà riproposto a destra e al 90% anche El Shaarawy partirà titolare (il 10% di possibilità va concesso a Kluivert, considerando l'indisponibilità di Perotti).

Anche dietro i giochi sembrano fatti, con la conferma di tre quarti della difesa e la sostituzione di Florenzi al posto di Santon, che si è comunque ben comportato. Sono state molto apprezzate, infine, le prove dei due esordienti, Zaniolo e Luca Pellegrini, a conferma del fatto che con il tempo, senza le pressioni dei procuratori e dei mancati risultati, e nella serata giusta, Di Francesco dimostra di avere a cuore le sorti dei giocatori più giovani della sua rosa. E magari presto toccherà l'esordio anche a Coric, l'unico scivolato un po' indietro nelle valutazioni del tecnico (anche mercoledì è uscito dall'elenco dei panchinari ed è rimasto malinconicamente in tribuna).

Il fattore ambientale

Non andrebbe dimenticato un aspetto: la Roma per la prima volta ha giocato contro il Frosinone nelle migliori condizioni ambientali possibili, visto il fresco calato sulle nostre regioni da un paio di giorni dopo il gran caldo delle settimane precedenti. Potrebbe apparire una scusa, ma il tilt del secondo tempo di Bologna è stato probabilmente aggravato dal crescente stress che derivava anche dal gran caldo sopportato da tutti i giocatori. Ma mentre quelli del Bologna andavano sulle ali dell'entusiasmo e vedevano il triplice fischio come l'inizio della loro festa, oltre al momento del giusto riposo, i romanisti più passavano i minuti e più vedevano avvicinarsi l'incubo della sconfitta, col risultato di andare in difficoltà anche fisica.

Non per caso, quando è che la Roma è andata maggiormente in difficoltà in questo tormentato inizio di campionato? Nei secondi tempi delle partite con il Chievo (calcio d'inizio sotto il solleone delle 12,30) e proprio con il Bologna (kick-off alle 15, nella canicola emiliana). A Milano e con l'Atalanta, invece, nei secondi tempi la Roma ha riaddrizzato o persino sperato di vincere partite che si erano messe male perché giocando di sera non ha avuto almeno il fardello delle temperature a complicare ulteriormente ciò che gli errori e le incertezze tecniche e tattiche avevano già abbondantemente complicato. Per fortuna ora un'ondata di freddo ha abbassato le temperature: contro la Lazio si tornerà a giocare alle ore 15. Speriamo bene.

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