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L'analisi di Roma-Salernitana

Problema esterni? Difesa a quattro

Ora la squadra abbonda di qualità in mezzo, ce n'è meno sulle fasce. Ci sarebbe margine per un nuovo sistema

Bryan Cristante durante Roma-Salernitana

Bryan Cristante durante Roma-Salernitana (GETTY IMAGES)

22 Agosto 2023 - 10:08

È ripartita la Roma di Mourinho, ma senza Mourinho, per via delle note squalifiche che terranno la squadra orfana ancora a Verona e per le prime quattro giornate di Europa League. Il portoghese, sempre avanti nelle idee, ha allenato la squadra per tutto il periodo della preparazione anche a fare a meno di lui, scegliendo postazioni in tribuna per seguire le amichevoli o restandosene muto in panchina laddove era sconsigliabile sedere sugli spalti. E questo sta producendo evidentemente anche un piccolo cambiamento nella mentalità della squadra: nei momenti caldi la linfa per superare le difficoltà devono trovarla dentro loro stessi, non più (o almeno non solo) guardando la panchina, domenica peraltro molto più tranquilla con Rapetti e Conti. Il primo crash-test è è stato contro la Salernitana, impegno sulla carta facile che il rendimento della squadra stava anche rendendo tale, prima che l’imprevedibilità di questo gioco così affascinante non ha fatto uscire la carta del destino del jolly Candreva. Un allenatore può immaginare e preparare la squadra prevedendo gli scenari più completi, può preparare tatticamente la partita nella maniera migliore, può scegliere la squadra più affidabile e progettare le più efficaci soluzioni tecniche, ma se dall’altra parte trova uno che si inventa due gol come quelli pensati e realizzati dall’attaccante della Salernitana, l’unica possibilità che resta per vincere la partita è di segnare almeno un gol più delle prodezze, e se nelle conclusioni non sei preciso, se sbagli gol a porta vuota, se prendi pali invece di cogliere gli incroci allora c'è il rischio che la partita segua un altro destino. Ma la Roma è stata comunque in grado di superare il momento di difficoltà successivo ai due gol comunque recuperando almeno il pareggio. Basta un dato per far capire l’iniquità del risultato maturato sul campo: gli expected goal ci dicono che la Roma aveva meritato di fare due gol, mentre la Salernitana non ne meritava neanche mezzo, nel vero senso della parola: 2,01 a 0,36 il dettaglio. Detto, dunque, che la Roma avrebbe meritato miglior sorte, compito di ogni buon allenatore è quello di individuare dopo ogni partita soprattutto le criticità per assottigliare il margine degli errori che si possono commettere. La prima considerazione sul valore tecnico della squadra riguarda soprattutto chi è rimasto fuori (come gli squalificati Dybala e Pellegrini) o chi non è ancora al meglio della condizione (Paredes e Renato Sanches) e persino chi ancora questa squadra deve raggiungerla (Zapata). Poi ci sono delle considerazioni sugli aspetti tecnici e sugli aspetti didattici che vanno invece analizzati nel dettaglio.

Tra lusso e carestia

La prima riguarda la struttura della rosa e le priorità che sono state date sul mercato alla ricerca dei rinforzi migliori: si ha infatti la sensazione che mentre in centrocampo adesso abbondano le alternative di alto livello (tenere fuori tre dei sei centrocampisti a disposizione rappresenterà un lusso che potrà creare più rimpianti che piaceri), soprattutto valutando il parco degli esterni chiamati ad appoggiare le manovre d’attacco: in molto ritengono che il più affidabile dei cinque esterni a disposizioni di Mourinho resti Rick Karsdorp, l'olandese che invece la società sembra risolutamente intenzionata a cedere entro il 1 settembre non essendo ancora del tutto superate le scorie della lunga querelle della scorsa stagione, prima tra giocatore e allenatore e poi anche con il club. A destra gli altri due sono Kristensen e Celik, uno appena arrivato eppure apparso imballato e intimorito a un livello tale da non far sembrare il problema solo una questione d’ambientamento, l'altro non tenuto in considerazione da Mourinho tanto che nel momento di emergenza è entrato proprio l'olandese. Dall'altra parte Spinazzola vaga da tempo alla ricerca di se stesso, e l'alternativa è Zalewski, giocatore di grande qualità che non eccelle però in nessuna delle due fasi e questo, per una squadra che punta ai vertici, è comunque un problema.

Esterni doppi

Ci si chiede allora se non sarebbe più opportuno limitare in qualche modo il raggio d'azione dei giocatori chiamati a giocare sulle fasce raddoppiandone il numero con un sistema di gioco che preveda anche esterni offensivi, tipo 433 o 4231. Questa scelta potrebbe consentire all’allenatore di aumentare gli slot per i giocatori di qualità (Aouar e Pellegrini possono giocare anche a trequarti o esterni d'attacco) e avere anche un ricambio in più tra i centrali difensivi visto che gli affidabili al momento sono tre (Smalling, Mancini e Llorente) mentre Ndicka deve ancora lavorare e Kumbulla sarà disponibile solo nel 2024. Oltretutto ai nastri di partenza Smalling non si è presentato certo nella sua versione più smagliante. Gli errori commessi nei due gol subiti dalla Roma inchiodano soprattutto lui alle sue responsabilità. Nell'azione del primo gol, infatti, rientra nei meccanismi della squadra la facoltà di Mancini di spezzare la linea per accorciare in maniera aggressiva su un centrocampista che si abbassa a ricevere il pallone (in quel caso Coulibaly) e l’altro centrale vada a coprire l’uno contro uno. L'inglese è stato però insolitamente ingenuo a farsi spostare verso l’esterno con una finta da Candreva consentendogli così di rientrare sul destro, suo piede migliore. L'errore maggiore, prima della meravigliosa esecuzione del secondo gol di Candreva, lo commette invece Cristante, seguendo il pallone nella sua traiettoria alta come se dovesse respingerlo invece di rinunciare all'idea di colpirlo, come avrebbe fatto un buon difensore, per anticipare in qualche modo il successivo intervento dell’avversario sistemando preventivamente la propria postura difensiva.

Il jolly Cristante

Un'ultima considerazione la merita proprio Cristante: qualora Mourinho decidesse di cambiare sistema di gioco, l'utilizzo di Bryan da regista davanti alla difesa potrebbe consentire alla squadra anche di passare repentinamente alla difesa a tre, esattamente come ha fatto nella parte finale della partita, in un doppio ruolo con diverse funzioni in fase di possesso e di non possesso. Questo potrebbe consentire a Mou di schierare contemporaneamente anche Paredes, Renato Sanches, Pellegrini, Aouar e magari anche Dybala in uno schieramento di grandissima qualità tecnica che, con gli opportuni accorgimenti in fase di non possesso, potrebbe rappresentare per la Roma un'arma in più. Certo, si tratta di cambiare sistema di gioco dopo più di un mese di lavoro specifico sull'altro, il 352, e questo potrebbe essere un problema. Ma di fronte alla vastità dei nove mesi di stagione davanti alla fine quello potrebbe diventare un dettaglio trascurabile. Chissà che Mourinho non ci stia già pensando…

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