Punto e virgola

Diradato il fumo, ma ora dov'è l'arrosto?

L’obiettivo principale è stato raggiunto: è da mercoledì sera che tg, notiziari, siti, radio e ovviamente giornali non fanno altro che montare la notizia

Dan e Ryan Friedkin durante una partita della Roma

Dan e Ryan Friedkin durante una partita della Roma (As Roma via Getty Images)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
07 Aprile 2023 - 16:01

L’obiettivo principale è stato raggiunto: è da mercoledì sera che tg, notiziari, siti, radio e ovviamente giornali non fanno altro che montare la notizia. I più giustizialisti, tipo Gazzetta e Repubblica, sono andati giù particolarmente pesanti, arrivando a parlare di "Terremoto plusvalenze" per Roma e Lazio, senza distinguere una cosa dall’altra, un dirigente dall’altro, una incolpazione dall’altra. "Terremoto" e "plusvalenze": chi vi ricorda? Inevitabile lo stordimento per i tifosi: "Finiremo in B? Daranno anche a noi 15 punti di penalizzazione? È una vendetta della Juventus? L’Uefa ci squalifica? È la risposta del potere? A quando l’invasione delle cavallette?". È l’Italia, bellezza, seppur da molto tempo ormai fatichiamo ad associare le due parole. Per meglio dire, è il sistema giudiziario/mediatico italiano, bellezza. Imputazioni sparate all’ora di cena, poi si condividono i primi documenti (“inoltrato molte volte”, diventa dopo qualche ora quel messaggio che invade pure la chat delle mamme dell’asilo), intanto le agenzie battono notizie e reazioni, poi tocca ai tg, infine ai giornali, quando i social già ribollono. Chiaramente tifosi contro tifosi, poche le valutazioni in punta di diritto. Pochi anche quelli che alla fine leggono davvero i provvedimenti, che distinguono un documento dall’altro, che intuiscono la differenza tra una plusvalenza e un sistema di plusvalenze artificiali. 

Su tutte le operazioni su cui si sta indagando riferite alla Roma l’unica su cui si potrebbe eccepire qualcosa è lo scambio tra Luca Pellegrini e Spinazzola con una valutazioni d’accompagnamento che da subito è sembrata alterata, peraltro soprattutto a danno della Juventus: il valore di 29,5 milioni per quello che, due anni dopo, sarà incoronato miglior terzino della Nazionale campione d’Europa, è (fu) decisamente adeguato, polli i bianconeri ad accettare l’ipervalutazione di 22 del giovane prospetto della primavera romanista. E visto che sulle operazioni a specchio su cui la società bianconera ha evitato lo spettro del fallimento (almeno a livello tecnico) si guadagnava in due, in questo caso è chiaro che le cose non sono state concordate con intenti fraudolenti. E fa ridere la teoria di chi pretende di applicare le stesse sanzioni tra chi al massimo (e sarebbe tutto da dimostrare) ha “aggiustato” una valutazione e chi ne ha fatto un sistema senza il quale l’impalcatura finanziaria del club non avrebbe retto. Sarebbe come non fare differenze tra chi non fa uno scontrino su una mela venduta a un amico e chi ha fatto crollare la Borsa con le speculazioni sui subprime. Ammesso, e non concesso, che quella mela sia stata venduta e non regalata. Sulle altre operazioni della Roma, invece, c’è ben poco di anomalo, se non la bravura di chi ha preso Frattesi a 5 vendendo Defrel a 20. Ma il reato di scarsa competenza nel calcio è depenalizzato, altrimenti un giro in cella lo farebbero prima o poi tutti i ds. La competenza sarebbe richiesta invece ai pm che indagano anche su materie su cui non sono ferratissimi. Stavolta abbiamo la sensazione che non sia così.

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