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Per la Roma

Calcio moderno, Romanisti di sempre

I ritmi diventati altissimi. Le partite consumate a velocità folle. L’antidoto tifoso, fra attese e tormenti: è passata una vita, noi siamo rimasti gli stessi

Tifosi della Roma alla Dacia Arena di Udine

Tifosi della Roma alla Dacia Arena di Udine (GETTY IMAGES)

07 Settembre 2022 - 10:21

Lunedì campionato, ieri e oggi la Champions e domani la Conference e l’Europa League. Venerdì, strano ma vero, nulla per tornare però in campo, con la Serie A, già dal sabato al lunedì successivo. Tutto di corsa, ritmi altissimi, partite consumate così velocemente che certe volte siamo costretti a chiederci se le squadre in campo si stanno affrontando per il posticipo di una giornata o l’anticipo di quella dopo…

Null’altro se non gli effetti collaterali di un calcio che segue, e insegue, logiche commerciali che non accettano compromessi: la borsa o la vita. La vita. Anzi, la sopravvivenza, ma collezionando infortuni e riducendo la qualità degli incontri perché nemmeno l’ultimo degli illusi – o forse no?!? – avrebbe mai la superficialità di pensare che, giocando ogni tre giorni, le squadre possano cercare l’ottimo, anziché il minimo sforzo per arrivare al risultato.

Sono sincero: questo non è il grido di dolore di un nostalgico perché mi guardo intorno, osservo come vanno le cose negli altri sport o, per esempio, nel cinema e pure – lo sapete bene sulla vostra pelle – nel vivere quotidiano. Lì c’è una montagna, ci si può arrampicare con uno zaino pieno di ricordi e fare a meno di tutto. Oppure si può restare e trovare l’antidoto a tutta questa velocità…  E l’antidoto, calcistico, siamo proprio noi tifosi: i Romanisti.

Le nostre attese, gli stadi pieni e anche il tormento per sconfitte pesanti come quella di Udine che però, paradossalmente meglio di una vittoria, ci consegna la grandezza del nostro attaccamento alla squadra: perché se questa è la società degli youtuber – gente che vuole guadagnare senza alcuna conoscenza, nessuna fatica – ditemi voi cos’altro, al giorno d’oggi, non porterebbe all’abbandono dopo una grande delusione o davanti un sacrificio da fare…

E, invece, eccoci qui pensando che domani, al lavoro, la giornata ci scorrerà più leggera all’idea che poi – già prima di cena – tornerà in campo la ROMA e per quei novanta minuti il tempo, intorno a noi, tornerà a prendere tutta un’altra dimensione proprio come quando, da ragazzini, qualcuno tirava fuori un pallone e, giocando, nessuno si rendeva conto che le ore intanto passavano e le madri ci stavano già aspettando a casa.
È passata una vita, noi siamo rimasti gli stessi.

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