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distinti sud

La Roma reale e quella percepita

La prima è quella che nelle ultime dodici partite di campionato ha conquistato nove vittorie e tre pareggi; la seconda è una squadra con un allenatore scarso come pochi e sul filo del rasoio

, di LaPresse

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25 Ottobre 2020 - 08:42

Esiste una Roma reale e anche una Roma virtuale. O, per meglio dire, una Roma percepita. La prima è quella che nelle ultime dodici partite di campionato - sul campo - ha conquistato nove vittorie e tre pareggi (soltanto il Milan ha fatto meglio: 10 + 2); la seconda è una squadra con un allenatore scarso come pochi e per questo da almeno un paio di mesi sul filo del rasoio, con giocatori che vanno per conto loro e con poche certezze sul piano del gioco. Da una parte i fatti; dall'altra le opinioni. Che, ovviamente, non tengono conto dei fatti.

Possibile che Stefano Pioli, allenatore del Milan capolista, grazie al suo 10 + 2 sia diventato il più bravo di tutti (bravo lo è, sicuramente) e che Paulo Fonseca, Mister 9 + 3, sia talmente inadeguato, e a tratti dannoso, da beccare l'insufficienza in pagella su due quotidiani anche quando vince in trasferta una gara di Europa League?

E così l'impegno di Berna, vedrete, non verrà ricordato come quello della prima vittoria in Europa ma come la gara in cui Fonseca era partito con 9 volti nuovi rispetto all'impegno precedente. E che solo per fortuna è riuscito a conquistare i tre punti. Che poi Mancini era squalificato (e vittima del Covid: il tecnico, ovviamente, giovedì lo sapeva) e che il portoghese ha voluto risparmiare un sacco di gente in funzione di domani sera a Milano conta poco; anzi, vien fatto contare poco da chi vuole raccontare la sua verità e non la verità.

La facilità negativa attraverso la quale viene narrata la Roma è roba da record. E, allora, la domanda più spontanea è: perché?
Perché Pioli è un super allenatore e Fonseca una super pippa? Perché il 9 + 3 della Roma non vale nulla in confronto al 10 + 2 del Milan? Perché? Ribadiamo un concetto: il portoghese non è il miglior allenatore al mondo. Ma perché metterlo in discussione, addirittura bocciarlo anche quando vince? Le critiche ci stanno tutte, a patto – però - che siano confortate dai numeri. Non sempre è così, con la Roma.

È l'esaltazione massima del "Sì, però", che aiuta tanti critici e criticoni a tirare avanti. La Roma ha vinto in casa dello Young Boys? Sì, però nel primo tempo aveva giocato male. La Roma batte il Benevento, che contava un punto in più in classifica? Sì, però il Benevento è una neo promossa. Possibile che non si riesca ad affidarsi ai fatti e non alle opinioni? Le opinioni vanno accettate, qualunque esse siano: ma i fatti non possono essere trascurati, cancellati, ignorati. Non possono, non devono essere o diventare più importanti delle opinioni...

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