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Punto e Virgola - Chiuso in bellezza, ora tocca a Pallotta

La scelta illuminata di strategie e uomini ha portato la Roma fino a questo livello, ora il compito più difficile: salire l’ultimo gradino

21 Maggio 2018 - 07:28

Era il più emozionato Di Francesco, tanto da sbagliare panchina al momento dell'ingresso in campo, forse l'unico emozionato in una partita che la Roma ha approcciato bene e finito un po' lunga, ma che in ogni caso non ha mai rischiato di perdere, semmai di pareggiare, dopo quel vantaggio un po' rocambolesco allo scadere del primo tempo. Berardi e Politano hanno colto l'occasione per far vedere ancora una volta la loro qualità di attaccanti a tutto tondo, che danno il meglio da esterni (così giocavano nel Sassuolo di Di Francesco) ma che se la sbrigano anche da centrali, a combinare negli spazi lunghi che ieri a volte la Roma ha concesso loro. Non c'è stato modo di regalare minuti a Karsdorp neanche quando Florenzi ha lasciato il campo («si è allenato appena tre volte con la squadra, per lui era importante solo ritrovare l'atmosfera del gruppo», ha detto Di Francesco alla fine) né a Luca Pellegrini, ma ci sarà modo.

In ogni caso la stagione si è chiusa in bellezza e l'allenatore a fine partita, tra un saluto e un abbraccio a tifosi, dirigenti e giornalisti neroverdi, ha anticipato il suo pensiero per l'estate che verrà: «Non credo che questa squadra sarà smantellata. Anzi, ripartiremo con la miglior conoscenza reciproca tra me e i giocatori e questo è il primo punto da cui ripartire». Ora tocca a Pallotta, insomma, atteso a Londra in questi giorni e pronto a fare il punto della situazione con i suoi dirigenti: gli straordinari introiti dovuti alla Champions e alla illuminata strategia commerciale faranno schizzare il fatturato a livelli da record, probabilmente anche oltre quota 250 milioni di euro, e questo consentirà di affrontare il mercato con la copertura già garantita dai soldoni in arrivo e senza necessità di far fronte ad esigenze a volte spietate. Ora comincia il difficile, insomma: perché arrivare fino a qui è stato quasi naturale per l'impostazione manageriale e la felice scelta degli uomini di quest'anno, ma salire l'ultimo gradino è molto più complicato. Migliorare questa squadra non sarà facile, ma bisognerà saperlo fare.

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