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Tor di Valle

Stadio della Roma, oggi il vertice di maggioranza: obiettivo unanimità

La sindaca Raggi vuole uscire dall'incontro con il semaforo verde. Il no all'impianto, con l'ok anche delle opposizioni, diventa impopolare anche dentro il M5S

20 Luglio 2020 - 10:07

Ennesima "giornata determinante" per lo stadio della Roma. Nel senso che per l'ennesima volta ci troviamo di fronte ad un possibile punto di svolta per le sorti del nuovo impianto giallorosso. Oggi pomeriggio infatti nel corso del vertice settimanale di maggioranza in Campidoglio la sindaca si aspetta di ricevere il via libera al progetto dai propri consiglieri. Un via libera che oggi appare scontato, ma che fino a pochi giorni fa sembrava ancora appeso ad un filo. La realtà dei fatti ci racconta come ancora oggi alcuni (pochi, forse solo tre) consiglieri grillini continuino a nutrire dubbi sull'Opportunità di approvare il dossier Tor di Valle, ma come questo abbia via via perso di significato. Lo stadio fa gola un po' a tutti in vista delle elezioni del prossimo anno, al punto che l'opposizione capitolina ha radicalmente cambiato la propria posizione. Ad oggi è altamente probabile che al momento del voto i consiglieri del PD (ma anche alcuni di centrodestra) decidano di lasciare l'Aula Giulio Cesare, abbassando il quorum e garantendo quindi l'approvazione del progetto.

Così il dissenso di qualche esponente del Movimento 5 Stelle ha perso importanza e soprattutto peso politico. Oggi opporsi allo stadio significherebbe solo garantirsi una non ricandidatura e quindi è probabile che questa sera la Raggi esca dal vertice con l'unanimità dei consensi. Insomma sembra proprio che il clima positivo che si è registrato nelle ultime settimane abbia alimentato se stesso in una sorta ci circolo virtuoso a beneficio dei giallorossi. La sindaca ne è consapevole e per la prima volta si sente realmente forte su questo fronte. Fatto questo che la ha fatto maturare, come vi stiamo raccontando da settimane, la decisione di puntare forte sullo stadio in chiave elettorale. Virginia Raggi vuole provare ad ottenere un secondo mandato alla guida della Capitale, sa che non sarà facile, che i sondaggi non la premiano, che persino all'interno del proprio partito sono in tanti a preferire candidature alternative, che addirittura occorrerebbe cambiare il regolamento del Movimento. Ma ci vuole provare. E questo tentativo passa per lo stadio. E sa anche che non bastano le parole. Già troppe volte si è trovata ad annunciare la posa della prima pietra o anche solo l'approvazione del progetto. Ed ogni volta è stata smentita da se stessa.

Questa volta sa che se vuole essere credibile agli occhi degli elettori romani (e romanisti) deve presentare fatti concreti. Ruspe e mattoni. Insomma la prima pietra. Da posare entro maggio del prossimo anno. Non c'è molto tempo. Bisogna tenere presente come i passaggi da completare siano ancora molti dopo quelli al Comune. Dalla Regione Lazio all'Unione Europea. Amministrazioni diverse, guidate da partiti diversi e che quindi rappresentano un'incognita per la Raggi. Come pure unìincognita sarebbe un ritorno del Covid-19 ed un conseguente nuovo lockdown. Bisogna fare in fretta, approvare il progetto in Giunta entro questo mese e poi arrivare in Assemblea entro settembre. Addirittura c'è chi ipotizza che il Campidoglio possa decidere di non sospendere la propria attività per le consuete ferie estive. Ufficialmente per dare un segnale ai cittadini preoccupati dalla crisi economica di questi tempi, ma anche per evitare ulteriori perdite di tempo proprio sullo stadio. Comunque già oggi avremo delle risposte precise. Un ulteriore slittamento della decisione non sarebbe un buon segnale (anche se nulla sarebbe comunque definitivamente compromesso) e si vuole evitare di dare un'immagine della maggioranza ancora più frastagliata e debole di quanto non sia. La Raggi, e con lei un po' tutta la città, si aspetta quel via libera politico che ci permetterebbe davvero di ragionare su modi e tempi di realizzazione del progetto. Finalmente.

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