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Stadio della Roma, il sindaco di Fiumicino: "Rappresentiamo un piano b fattibile"

Le dichiarazioni di Montino: "Con la società due incontri, il primo conoscitivo, il secondo di approfondimento. Non servirà ricominciare da capo"

Il sindaco di Fiumicino Esterino Montino

Il sindaco di Fiumicino Esterino Montino

La Redazione
14 Giugno 2019 - 18:13

Il sindaco di Fiumicino Esterino Montino ha rilasciato un'intervista a Tele Radio Stereo, parlando dell'ipotesi di costruire lo Stadio della Roma nel suo territorio di competenza in alternativa alla zona di Tor di Valle, dopo i tanti ritardi e problemi. Ecco le sue dichiarazioni.

Il primo incontro è stato conoscitivo, nel secondo si è approfondito qualcosa?
"Sì, la proposta che avevamo lanciato non era di concorrenza a nessuno ma una disponibilità rispetto ad un'ipotesi che non sbloccasse la situazione su Roma, ed ho presentato una seconda ipotesi che a solo 7 km da Tor di Valle, a ridosso dall'aeroporto di Fiumicino, c'è la soluzione B. Il secondo incontro è stato di approfondimento, il primo conoscitivo".

Lo ha richiesto la Roma?
"L'hanno chiesto loro per mantenere una possibilità alternativa se dovesse andar male la discussione con il comune di Roma, con il quale hanno avuto un incontro preliminare qualche giorno fa. I problemi sono noti e questa è una soluzione fattibile, senza togliere nulla a nessuno è concreta. Non c'è bisogno di grandi varianti sostanziali perché sono aree di sviluppo urbanistico molto infrastrutturate. Adesso stanno valutando".

Si può ipotizzare che la Roma porti in quella zona il progetto così come strutturato a Tor di Valle o si dovrebbe ricominciare da capo?
"Tutto da capo no. Sicuramente bisognerebbe fare un'ispezione sui terreni, però sono aree similari in quanto stanno dentro al bacino del Tevere nonostante siamo lontani dal corse dell'acqua. Le ispezioni archeologiche sono superate, così come i rischi idrogeologici sono stati superati. Si può adattare quel progetto con le dovute modifiche, non bisogna riniziare da capo quindi. Penso che il grosso sia possibile da riutilizzare".

Tempistiche? Dal momento della prima fase procedurale fino alla posa della prima pietra, quanto ci vorrebbe?
"Chiaramente anche noi dobbiamo fare i passaggi, qui non stiamo parlando di anni, ma di mesi: 12, 13, 14 mesi. Una volta presentato, il progetto cammina sulle proprie gambe, il consenso in Assemblea è largo, c'è consenso nella città. Stiamo parlando di un'area di circa 350 ettari, per lo stadio ne servono 50 in più rispetto a questi. La mia città, parlo dei cittadini e penso anche della maggioranza dell'Assemblea Comunale è molto più vantaggioso per tutti. Ed è chiaro che avere lo stadio con i servizi ecc ci qualifica, è un ritorno di immagine e così via".

Avete già fissato con la Roma un altro incontro?
"No, non abbiamo messo in calendario. Sia noi che loro dobbiamo fare delle verifiche ulteriori, soprattutto legate allo stadio a Tor di Valle. Se l'incaglio con il Comune di Roma dovesse essere risolto, credo che la scelta sia quella. E' un piano B fattibile e rapido, che può essere un'alternativa".

Oltre a Baldissoni, chi erano gli altri componenti della parte romanista?
"Due signori americani, rappresentanti della società, e un tecnico".

Per il tifoso romanista, l'idea che non possa andar a buon fine a Tor di Valle potrebbe fare meno paura visto il piano B...
"Il mio lancio iniziale di un mese fa ha trovato attenzione per capire di cosa stavamo parlando, in questo secondo incontro è entrato nel merito e nei dettagli delle questioni che non posso raccontare, con un interesse vero. La delegazione di questa volta si è ampliata rispetto al primo incontro, quindi si capisce che c'è un interesse vero, da quanto ho capito, adesso vediamo quali saranno gli sviluppi nelle prossime settimane".

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