Settore Giovanile

La Honey, gli Scudetti, la presenza a Perth: la storia di Della Rocca, jolly della Primavera

Un percorso in crescendo. In mezzo due titoli con Under 16 e Under 17, fino a quella chiamata di De Rossi. Adesso una stagione da vivere in Under 20

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
27 Luglio 2025 - 10:30

Immagina: sei un giocatore dell'Under 18 della Roma e a fine stagione arriva un certo Daniele De Rossi (o chi per lui) a dirti: "Verrai con noi a Perth per l'amichevole col Milan". Sei incredulo. Di fatto, di lì a poco è in programma una sfida coi rossoneri in terra australiana. Parti con la prima squadra, insieme a campioni del calibro di Dybala e Pellegrini. Robe mai viste. Fino a quando, al 71' di quella partita, proprio DDR ti chiama e ti dice di entrare. È il 31 maggio 2024 di Mattia Della Rocca: mezzala, trequartista, ala, all'occorrenza punta. E tanta, tanta grinta da vendere. Il premio è quella prima presenza, non ufficiale, al servizio della prima squadra, in una partita che terminerà con un 5-2 in favore dei giallorossi. Si tratta solo di uno dei tanti mattoncini, tutti fondamentali, della storia del classe 2006. Oggi in Primavera, pronto a una nuova stagione di fuoco. Senza dimenticare il passato. Pieno di esperienze, lezioni, gioie. A partire da quel 13 gennaio.

 
 
 
 
 
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Senza pretese

In casa Della Rocca, la spensieratezza è all'ordine del giorno. Una parola chiave. E la si sente sin da quando Mattia muove i primi passi verso il pallone: nessun peso. Un valore inestimabile. Che lo aiuta, lo segue. A partire dalla prima esperienza in assoluto: il nuoto. Già, Della Rocca non si abitua subito al calcio. Passa per la piscina, fa il giro corto e si ritrova alla Honey Soccer School a sei anni. "Un giorno mi vennero a chiamare, dicendomi: 'Vieni a vedere questo bambino quanto è bravo. Viene dal nuoto'", racconta a Il Romanista Dario Teofani, fondatore e direttore tecnico della rinomata scuola calcio di Casal Palocco. "Io andai lì, su un campo di calcio a otto, e pensavo che mi stessero prendendo in giro e che non fosse il suo primo anno di calcio". Indizi importanti in tenera età.

Va specificato il ruolo tutt'altro che marginale della Honey. Una vera e propria Academy per la Roma, legata da un rapporto costante e relativo alla formazione dei giovani ragazzi capitolini. "Pisilli è uscito da noi e lo stesso hanno fatto Della Rocca, Scacchi, Francesco Coletta", prosegue Teofani nel racconto. "È un impianto piccolino che si trova nel cuore di Casal Palocco, ma è anche una scuola calcio giovane: abbiamo 10-12 anni di attività e abbiamo proposto già diversi giocatori. E l'annata dei 2006 ha prodotto nomi di rilievo". Sicuramente con tanto spazio bianco per scrivere. Eppure, caratterizzati da quell'amore verso la Roma e l'inarrestabilità di chi da piccolo sogna quella maglia addosso. Senza ulteriori pensieri. Tirati avanti dal vento.

Uno dei campi da gioco della Honey Soccer School

"Non aveva mai fatto calcio e quando l'ho visto - spiega il presidente della Honey Soccer School - ho capito subito che avesse qualcosa in più, soprattutto a livello caratteriale. È sempre stato un ragazzino sveglio, determinato. Smart". Lì, ad Acilia, si forma. Cresce quella passione che lo lega al calcio e, insieme a lei, si sviluppano le caratteristiche tecniche di chi è votato all'attacco, restando comunque nella terra di mezzo. E non solo: "Lui era un leader. Ricordo che una volta ho sfidato uno dei responsabili del Genk: avevamo radunato tutti i bambini più bravi che avevamo per fare un allenamento con lui; e lui, in mezzo a tutti i bambini, mi disse: 'Quel ragazzino lì... A me piace lavorare con bambini che hanno quel carattere'. Lui ha scoperto Ferreira Carrasco, Lukaku, Hazard. Uno che insomma se ne intende...!". Un episodio simbolico.

Il ruolo e... la Roma

L'Honey lo forma. Anche nel ruolo. Inizia da esterno alto, dopodiché cambia. "Io gli dissi: 'Il tuo ruolo sarà quello di intermedio di centrocampo, o un trequartista'", rivela Teofani. "Lui ha qualità, forza nella gamba ed è bravo negli inserimenti". E il lavoro ripaga. Ecco che nel 2017 si fa viva la Lupa: basta un attimo per convincerlo a seguire le orme di Pisilli e altri ragazzi che già hanno avuto l'occasione di indossare quella maglia storica. Inizia così la storia d'amore, sul campo, con la Roma. Quella sentimentale è già di casa.

Un giovanissimo Mattia Della Rocca in campo con la maglia dell'Honey

L'efficienza del settore giovanile giallorosso è ormai cosa nota. E anche lui, come tutto il resto della ciurma, cresce a dismisura. Parte coi più piccoli, arriva nell'Under 16 e proprio quell'anno, il 2021-22, c'è la prima grande gioia: lo Scudetto. In finale, ai supplementari, è decisivo il gol di Nardozi. Con Della Rocca che scende in campo nella ripresa. Un aiuto prezioso per l'1-0 e la conferma delle capacità del vivaio della Roma. Ce ne è un'altra al termine della stagione successiva, in U17. Perché fatto trenta, si fa trentuno. Ancora una volta, Mattia trova la presenza dalla panchina e consolida insieme ai compagni un 2-1 (decisivo nuovamente Nardozi) contro l'Inter. È il 23 giugno 2023 e il cielo di Ancona si tinge di giallorosso. Lui esulta con un bacio alla coppa. Niente di meglio.

 
 
 
 
 
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Nella sua crescita c'è tanto di Marco Ciaralli e tantissimo di Gianluca Falsini, suo tecnico in U16 e, poi, in Primavera. Ma prima viene l'Under 18: un'annata con più spazio, da 30 presenze e 10 reti segnate. Fino a quella fase finale maledetta e chiusa col boccone amaro del ko all'ultimo atto con il Genoa. Ma c'è ancora tanto da dare. Si tratta del primo anno di rodaggio in quella che è Under 19 e che sarà Under 20; senza esordio, sia chiaro, ma con la possibilità di osservare gli atteggiamenti di chi già prova a rendersi protagonista più in alto. C'è solo da aspettare. Perché quando Falsini si accomoda sulla panchina, Della Rocca emerge. Lo fa piano. Ma mostrando voglia di fare. Irreprensibilità.

Una strada da tracciare

La stessa voglia di fare che qualche mese prima, a fine maggio 2024, porta Daniele De Rossi a chiamarlo per volare a Perth, in Australia. Lì è attesa la Roma: scenderà in campo col Milan, in amichevole. Scenderà in campo Della Rocca, nella ripresa. L'esordio, anche se non ufficiale, con la prima squadra, nella gioia collettiva dettata dal 5-2 finale. A proposito di esordi: quello con la Primavera arriva in una gara altrettanto affascinante, il derby. Un solo minuto di avvio. È dopo una prima parte ai margini che Mattia diventa protagonista. Succede nel finale: le ultime sette presenze (tutte dal 1', spaziando in lungo e in largo sulla linea d'attacco) in regular season regalano 4 gol e 4 assist. Prima di una fase finale che, di nuovo, lascia l'amaro in bocca. 57' non bastano per fare la differenza e in semifinale è la Fiorentina a passare in rimonta. Alla fine della fiera, il bottino è di 26 presenze (1.075 minuti), quattro reti e altrettanti assist. Numeri in crescendo.

 
 
 
 
 
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Ora c'è un futuro tutto da scrivere. Senza dimenticare le origini. "Abbiamo parlato di quell'esordio con De Rossi. La prima cosa che gli ho detto è di tenere i piedi per terra: era solamente un trampolino di lancio e la strada è ancora lunga", dice Dario Teofani. "Ora arriverà la parte difficile. Come ho detto anche per Pisilli, la famiglia è importantissima. Deve essere forte ed equilibrata, altrimenti è facile sbandare. Lo potrà aiutare soprattutto nelle scelte, che ora dovrà fare. La Roma tira fuori tanti ragazzi: molti di loro magari si perdono, altri restano sui campi dei professionisti". La speranza è di vederne un altro, presto, lì sui campi di Serie A. Con la Lupa sul petto.

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