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L'intervista

Presidente Locanda dei Girasoli: "L'incontro con la Roma un sogno per i ragazzi"

La direttrice del servizio di catering è intervenuta sulle frequenze di Radio Romanista in occasione della Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down

El Shaarawy e un ragazzo della Locanda dei Girasoli

El Shaarawy e un ragazzo della Locanda dei Girasoli (GETTY IMAGES)

La Redazione
21 Marzo 2024 - 19:17

In occasione della Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down, è intervenuta sulle frequenze di Radio Romanista Stefania Scarduzio, presidente della Locanda dei Girasoli. Di seguito l'intervista intera.

Sull'incontro tra i ragazzi che lavorano alla Locanda dei Girasoli e la Roma
"È stata un’emozione stratosferica, io sono tifosa ma non sfegatata. I ragazzi invece sono tifosissimi, per loro era come vedere Gesù Cristo in terra".

Sul sito ho visto che sono tutti sono romanisti.
"Ogni tanto andiamo anche alle partite, siamo andati a un derby due o tre anni fa e ci siamo fatti molte risate perché c’era un ragazzo laziale, ma quando calciava la Roma esultava, e uguale per la Lazio, allora gli abbiamo detto che doveva scegliere, adesso è romanista". 

La Roma si dà da fare per l’inclusione, anche negli anni passati con il vostro progetto, raccontaci dell'incontro.
"Appena siamo arrivati all'entrata c’erano le ragazze di As Roma Chef siamo entrati e c’era la coppa e mi hanno spiegato cosa era, perché io sono ignorante in materia. Poi si è fermato a parlare un ragazzo molto carino con noi, i ragazzi però non si presentavano, a un certo punto io mi sono presentata e ho invitato anche loro a farlo. Poi siamo entrati al bar e mi hanno detto che si trattava di De Rossi prendendomi per matta perché non lo conoscevo. Dopo questo evento mi sono accorta che quando entrava qualcuno rimanevano paralizzati e io capivo che era qualcuno di importante, io a parte Totti non li conosco. I giocatori sono stati gentilissimi con baci abbracci, è stato bellissimo. El Shaarawy carinissimo, ha abbracciato Eleonora e lei non riusciva più a parlare e tremava. 
I giocatori sono andati in cucina a conoscerli, mentre mangiavano si è creato un bell’ambiente, si sono messi a parlare con i ragazzi e chiacchierare molto, i giocatori se li sono abbracciati, Matteo ha iniziato a congratularsi con Svilar e gli ha dato consigli. È stato emozionante, è venuta anche Lina che ha parlato con Emanuele. Vedere i ragazzi così pieni di gioia e coinvolti è stato bellissimo. Lo staff di Roma Chef è stato grande, ci hanno detto che sono abituati ad avere a che fare con i giocatori. Spero che si possa rifare perché per i ragazzi è una grande conquista". 

Già eravate stati a contatto con la Roma anni fa.
"Sono venuti al vecchio locale. Durante e prima del covid siamo collaboratori della società che fa catering per le partite e partecipiamo in supporto al catering che c’è dentro l’Hospitality, speriamo di fare più partite possibili. Quando i ragazzi non vanno a lavorare vanno la domenica direttamente allo stadio. Molti sono tesserati. Uno dei ragazzi Giacomo Bonanni aveva paura di andare allo stadio, abbiamo iniziato a portarlo con il tutor, la volta dopo non è voluto andare a lavoro ma si è fatto comprare il biglietto dal papà e ci è andato con lui per la prima volta. Per i genitori è stata un’emozione enorme perché ha superato una grande paura". 

CoorDown è uscita con un bellissimo video.
"Mi auguro che tutti i ragazzi trovino lavoro, il problema è che dove lo trovano non c’è l’integrazione giusta. È vero che magari vanno in multinazionali o altre società, ma ci dicono che da noi si divertono di più, vengono anche come volontari, ci sono lavori che sono più adatti a loro, sono molto allegri, trasparenti e sensibili. Con la Locanda siamo andati a fare i City Angels e alcuni di loro si sono messi a piangere perché non credono che ci possa essere così tanta povertà e disagio. Per me la loro non è disabilità ma un valore aggiunto, una ventata di freschezza e di gioia, non potete immaginare quanto si impara da loro anche lavorativamente. Se voi gli date una mano a fare qualcosa loro ti dicono “fermo sono capace a farlo”.

Questo incontro deve essere stato una grande emozione per questi ragazzi. Spiccano soprattutto per un'estrema sensibilità.
"Per loro è stato un sogno divenuto realtà, mi hanno detto 'Non ho mai toccato la mano di De Rossi', per loro è tutto amplificato".

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