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CarteInRegola su San San Cosimato: "L'arena era legale e il bando non è obbligatorio"

L'associazione si espone per la sopravvivenza dell'arena gratuita organizzata dai ragazzi del Cinema America

La Redazione
07 Febbraio 2018 - 13:54

La polemica sulla gestione del Cinema America, data, tolta, poi riconcessa a patto che si finisse a mezzanotte e si mettessero le cuffie in certi giorni e in certe ore. Poi è uscita la storia che la piazza era tra quelle date alla prossima Estate Romana. Poi nelle ultime ore era sparita. Affida alla pagina web della sua associazione, una ricostruzione di quello che è avvenuto, la presidente di "Carte in Regola", Anna Maria Bianchi Missaglia: «Proviamo a fare un po' di chiarezza su una situazione al centro delle polemiche, che andrebbe affrontata con serietà e buon senso, senza lasciarsi condizionare dalle simpatie e antipatie per i protagonisti e tantomeno dalle tifoserie preelettorali. Il vicesindaco e assessore alla cultura di Roma Capitale, Luca Bergamo, ha dichiarato in un'intervista a "LaRepubblica" il 1 febbraio che quest'estate piazza San Cosimato sarà inserita come location dell'Estate romana e che quindi la manifestazione cinematografica all'aperto organizzata da tre anni dai "ragazzi del Cinema America" dovrà partecipare a un bando, e comunque sarà ridimensionata, per i due mesi della sua durata, da 7 a 5 giorni. Il provvedimento, già annunciato l'anno scorso - come l'anno scorso - ha suscitato una marea di critiche, e un nuovo appello di molti esponenti del cinema che da anni partecipano con entusiasmo alle affollatissime serate organizzate gratuitamente dai ragazzi.

TRE LIVELLI

Giovani e giovanissimi che hanno cominciato nel 2012 con l'occupazione del Cinema America e sono arrivati a vincere il bando per la concessione dell'ex Sala Troisi, il cui recupero sarà da loro pagato anche grazie alle donazioni raccolte in queste tre estati di cinema in piazza. Il dibattito che ne è scaturito, oltre a risentire pesantemente del clima della campagna elettorale, sta finendo in un pantano di polemiche, rendendo difficile fare le proprie valutazioni. E poichè il conflitto in atto tira in ballo le regole, proviamo a proporre alcune riflessioni, soprattutto per fare un po' di chiarezza, cominciando - dice la presidente di "Carte in Regola" - con il distinguere gli almeno tre piani che si confondono nel discorso.

LA LEGALITÀ

Il primo è la "legalità". Da quanto affermato da Luca Bergamo, l'assegnazione della piazza per la manifestazione estiva dovrebbe avvenire tramite bando pubblico. Ma i casi sono due: o l'affidamento della piazza per i due mesi estivi come è avvenuto finora è consentito dalle normative, o non lo è. In altre parole: o il ricorso al bando, per il caso di cui parliamo, è obbligatorio per legge - e quindi le chiacchiere stanno a zero - o è il frutto di una scelta dell'Amministrazione - aggiunge Anna Maria Bianchi Missaglia - Scelta comunque legittima, da parte di chi è stato eletto democraticamente dai cittadini, ma che come tale dovrebbe essere presentata, senza ventilare obblighi di legge che non ci sono.

Perchè è una precisa scelta della Giunta Raggi, quella di inserire Piazza San Cosimato tra gli spazi dell'Estate romana promossa dal Comune e affidata tramite bandi, anzichè lasciarla vivere di vita propria in base alle norme sull'occupazione temporanea di suolo pubblico. Occupazione temporanea per la quale non è mai stato previsto alcun bando, visto che il Regolamento comunale non lo prevede e, anche a un'attenta lettura dei motivi addotti dal Comune per respingere la richiesta del "Piccolo Cinema America" per l'estate 2018, si può verificare come siano tutti collegati a una decisione e non a un obbligo. Che porta al punto due.

LA POLITICA

Il secondo punto è: la "politica". Intesa come scelta di chi amministra. Il tema del cinema in piazza dovrebbe essere valutato indipendentemente da chi promuove l'iniziativa e da chi la sostiene, ma solo in base - oltre alle normative vigenti - all'interesse per la collettività e ai vantaggi/svantaggi pubblici. Entrando nel merito delle motivazioni addotte per ridurre le giornate della settimana di apertura del cinema all'aperto - altro punto in discussione insieme ai bandi - si tratta di stabilire se anche in questo la manifestazione risponda alle regole o no. Se ci sono orari da rispettare e se li rispetta. Se la soglia del rumore è dentro o fuori i limiti consentiti. Se il rumore è troppo forte, si individuano le modalità per tutelare i residenti che si sentono disturbati, che siano 22 o 2022. Ridurre le serate da 7 a 5 sembra una soluzione per nulla salomonica perchè non risolve il presunto fastidio ai residenti e riduce la sostenibilità economica dell'operazione. Più ragionevole prescrivere l'uso degli auricolari per il pubblico dopo una certa ora e pretendere rigore sugli orari di chiusura.

Anche se secondo gli organizzatori della manifestazione - e se non fosse così dovrebbero esserci "pezze d'appoggio" come denunce, multe e monitoraggi - gli orari sono stati rispettati, e nessuna verifica sulle emissioni acustiche ha mai evidenziato il superamento della soglia prescritta. Quanto ai vantaggi pubblici, va ricordato che nel 2016 l'allora Capo di Gabinetto del Commissario Straordinario Tronca aveva riconosciuto "L'alto valore d'interesse culturale e sociale" dell'iniziativa concedendo l'Occupazione di Suolo Pubblico (OSP) della piazza a titolo gratuito e che lo scorso aprile proprio l'attuale Vice Sindaco con delega alla Crescita Culturale Bergamo aveva dato il patrocinio del Comune, per non parlare del successo di popolo di un'iniziativa che ha portato in piazza molti protagonisti del cinema, rivitalizzando l'interesse per un settore sempre più in crisi, e offrendo ai giovani alternative - almeno per un po'- alla alcoolica e anonima movida che invade tante altre piazze del centro, soprattutto a Trastevere. Il tutto senza far pagare il biglietto, offrendo cultura anche a chi non può permettersela, e senza costi per il Comune.

IL BUON SENSO

Il terzo punto è: il "buon senso". Dice il regista Daniele Vicari (Repubblica Roma 2 febbraio): "La rassegna di san Cosimato l'hanno inventata loro. Se fossimo in televisione si direbbe che hanno inventato un format e non sarebbe lecito sottrarre loro la proprietà… per molti anni Piazza San Cosimato, come molte altre piazze romane, è stato un luogo abbandonato, sporco, degradato. L'attività dei ragazzi del cinema America ha rivitalizzato la piazza e il quartiere". Aggiungiamo che il successo dell'iniziativa è stato anche merito dei rapporti che i ragazzi hanno costruito nel tempo con tanti esponenti del cinema (e non solo) anche grazie al marchio giovane e accattivante che hanno saputo creare.

Trasformare una manifestazione costruita da loro con impegno e fatica (e certamente anche grazie a finanziamenti pubblici e privati), in uno dei tanti eventi promossi da Roma Capitale, non premia il merito nè gli sforzi. Ma va detto soprattutto che in questo caso si affida un bene pubblico - il suolo - che non è caratterizzato dalla "scarsità", in quanto nulla impedisce, nel caso si trovino soggetti altrettanto intenzionati a regalare ai cittadini una manifestazione di alto contenuto culturale gratuita, di destinare altre piazze ad analoghi progetti. Inoltre, va ricordato, parliamo di un'attività non a fini di lucro, che quindi non toglie a eventuali concorrenti una possibile fonte di guadagno. E il ricavato dai contributi volontari del pubblico e degli sponsor, a quanto annunciato dai ragazzi, sarà investito nella ristrutturazione di un cinema comunale. In poche parole, non si tratta di affidare direttamente una proprietà pubblica come un impianto sportivo, un chiosco, o una sede a cui altri potrebbero aspirare, e nemmeno un pezzo di suolo pubblico su cui esercitare commerci o uno stabilimento balneare che sottrae spiagge libere ai cittadini. Casi su cui da sempre chiediamo che vengano applicate regole stringenti, perchè sono pezzi di un patrimonio pubblico che deve essere affidato con criteri di interesse pubblico uguali per tutti (e quindi tramite bandi).

I RISCHI

Rischiare di togliere ai ragazzi del "Piccolo Cinema America", ma soprattutto ai cittadini romani, la manifestazione, non ci sembra possa appoggiarsi su motivazioni di interesse pubblico nè di pari opportunità con altri soggetti interessati. Detto questo, abbiamo segnalato ai ragazzi un aspetto che ci sembra doveroso, se intendono portare avanti il loro lavoro all'insegna della trasparenza: una pagina sul loro sito - "chi siamo" - che descriva la loro storia e il loro progetto culturale - continua Anna Maria Bianchi Missaglia - E che riporti il loro bilancio e le loro fonti di finanziamento, perchè, anche se i ragazzi lavorano a titolo completamente volontario, hanno potuto affrontare i costi delle loro iniziative, compreso la manifestazione di Piazza San Cosimato, grazie a finanziamenti pubblici e privati - regolarmente ottenuti e dichiarati - come i contributi della Regione Lazio e del MIBACT, sponsorizzazioni, libere elargizioni del pubblico etc. Arrivando a mettere da parte un surplus di circa 170.000 euro in 3 anni, di cui 30.000 di donazioni dei frequentatori della piazza, che intendono utilizzare per il recupero di un cinema in disuso di cui hanno ottenuto l'assegnazione vincendo un bando pubblico".

LE RIFLESSIONI

Una riflessione finale: sullo sfondo del conflitto sono chiaramente leggibili le posizioni che si fronteggiano in questa campagna elettorale. Ma gli stessi ragazzi, per primi, dovrebbero stare alla larga da strumentalizzazioni anche involontarie, e battersi con la sincerità del loro impegno, tenendosi al riparo dal rischio di finire invischiati in un gioco di alleanze e contrapposizioni che non può che soffocare, oltre al futuro del loro progetto, anche il loro entusiasmo e la loro freschezza. Post scriptum : Indubbiamente la politica dei bandi pubblici - in questo caso eccessiva - è un tema caro al M5S e anche a "Carte in Regola"».

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