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Municipio X, Ostia premia Giuliana Di Pillo: vince il M5S

La candidata pentastellata ha trionfato con il 59,65%. Rosy Bindi: «Possibile un’inchiesta sul voto di scambio»

Marco Battistini
20 Novembre 2017 - 09:57

Giuliana Di Pillo ha vinto il ballottaggio con il 59,65% (il dato è relativo a 140 sezioni su 183). Sarà la candidata del M5S a guidare il Municipio X. Monica Picca ha conquistato invece il 40,35%. Enorme il distacco finale (26.723 voti contro 15.073), a dimostrazione che il popolo degli indecisi sembra essersi spostato verso i pentastellati. Al primo turno c'erano meno di 4 punti fra le rivali (30,21% la Di Pillo e 26,68% la Picca).

Come prevedibile l'affluenza alle urne è stata più bassa rispetto al primo turno: ha votato il 33,60% (36,15% 2 settimane prima). In termini numerici 62.378 elettori (31.771 donne, 30.607 uomini). In particolare va detto che la scelta fra due candidate ‘rosa' non ha spinto le donne alle urne. Pur in netta maggioranza rispetto agli uomini (96.569 le elettrici aventi diritto contro gli 89.092 maschi) a conti fatti sono state proprio le rappresentanti del gentil sesso a marcare visita ai seggi.

La tendenza verso il calo si è manifestata sin dalle prime ore della mattinata. Alle 12 aveva votato l'8,60% contro il 10,89 di due settimane prima. Mentre alle 19 si passava al 26,38% (il 28,67% nel primo turno). Particolare curioso: due soli votanti su 988 iscritti alle ore 19 nella sezione 1560 in via Santi Savarino, a Tor de Cenci.

Le due candidate alla presidenza del municipio X, Giuliana Di Pillo e Monica Picca, avevano votato in mattinata. Giuliana Di Pillo, per il Movimento 5 Stelle, ha votato intorno alle 10 nella sezione 1857 del seggio elettorale di via Delle Rande, 22. La stessa aveva rivolto un appello a recarsi alle urne via facebook: «Il voto è l'espressione massima della democrazia. Abbiamo la possibilità di far ripartire il X Municipio. Invito tutti a recarsi alle urne». Monica Picca, candidata del centrodestra, un'ora dopo circa, al seggio 2185 in via Telemaco Signorini ad Acilia. «È stata una bella corsa - aveva dichiarato la Picca - ci ho messo la faccia, quindi sono fiduciosa. Oggi peraltro non piove quindi non avremo almeno i seggi allagati...mi sembra già una buona notizia».

Seggi blindati

I 183 punti elettorali sono stati presidiati come di consueto con l'impiego delle forze dell'ordine normalmente previsto durante le varie tornate. Ma in questa circostanza la vigilanza è stata rafforzata con l'impiego di forze in borghese nelle sezioni elettorali considerate più a rischio: 400 i poliziotti in più.

Un'attenzione particolare è stata rivolta al territorio di Nuova Ostia e della zona di Ponente, dove si trova il 'quartier generale' del clan Spada. Proprio lì, a pochi passi da piazza Gasparri, la scorsa settimana, pochi giorni dopo il primo turno delle elezioni, una troupe televisiva è stata aggredita da Roberto Spada. Il generale del comando generale dell'Arma Antonio de Vita insieme al colonnello del gruppo Ostia, Pasquilino Toscani, hanno fatto visita, stringendo la mano ai cittadini, ai numerosi seggi.

Da segnalare l'impiego di personale specializzato nella gestione della folla, bonifiche dei luoghi ed acquisizione prima, durante e dopo le manifestazioni, di immagini da parte della Polizia Scientifica. Per il controllo del territorio, è stata disposta un'intensificazione, con l'utilizzo delle unità cinofile e del Reparto Prevenzione Crimine.

All'esercito è stato affidato il compito di vigilare il deposito delle schede elettorali. Non sono mancate critiche al piano Minniti per Ostia. Il senatore Giro (Forza Italia) ha però ritenuto eccessiva la militarizzazione del territorio. «Hanno fatto passare Ostia come Gomorra rischiando di condizionare l'esito del ballottaggio - ha affermato il senatore Giro – agenti in borghese, Digos, Militari e pattuglie della squadra mobile ai seggi? Come se a Ostia ci fosse la guerra. Una roba incredibile».

Fronte Spada

Fanno scalpore le dichiarazioni rilasciate ieri da Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia. «Ostia non è stata ancora liberata - ha detto la Bindi - è in una situazione compromessa e a lungo sottovalutata. C'è voluta la caparbietà della Procura di Roma per affermare che a Ostia c'era la mafia. Non escludo che possano essere avviate inchieste per voto di scambio almeno per quanto riguarda ilprimo turno. Quel naso rotto era la risposta mafiosa ad una domanda sui comportamenti mafiosi».

Il ministro Minniti poco prima del ballottaggio aveva preannunciato sviluppi sul piano investigativo, relativamente al fenomeno della criminalità locale. «Abbiamo di fronte una significativa e imponente attività investigativa che probabilmente nelle prossime settimane e nei prossimi mesi avrà ulteriori sviluppi - ha aggiunto Minniti - abbiamo anche approfittato per ascoltare la relazione conclusiva di Vulpiani sul lavoro svolto, su cui questo comitato ha espresso apprezzamento».

Sta di fatto che Ostia volta pagina. Con una donna presidente.

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