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la conferenza

Mourinho: "Non temo cali di concentrazione. Farò 2-3 cambi, ma Mkhitaryan è out"

Il tecnico giallorosso: "Siamo un po' stanchi di arbitri e Var che vengono puniti dopo una nostra gara. I punti dove sono? Zalewski un successo positivo per noi"

Mou a Trigoria (As Roma via Getty Images)

Mou a Trigoria (As Roma via Getty Images)

La Redazione
13 Maggio 2022 - 14:20

Alla vigilia dell'ultima gara in casa del campionato tra Roma e Venezia, il tecnico giallorosso José Mourinho ha partecipato alla classica conferenza stampa da Trigoria. Ecco le sue dichiarazioni.

La finale di Tirana può togliere la concentrazione ai suoi per il finale di campionato?
"Spero di no, penso di no. Mi sembra che forse c'è gente che è anche interessata che la Roma arrivi ottava e che spera che vinciamo la finale perché così sarebbe fantastico per il calcio italiano avere 8 squadre nelle competizione europee il prossimo anno. Però questo non si deve fare con delle ingiustizie e mancanze di rispetto nei confronti di chi lavora tanto come lo facciamo noi. A dire la verità, non credo che ci sarà mancanza di concentrazione per le ultime due partite. Contro la Viola era una Roma stanca e una Fiorentina con un motore diverso dal nostro, e con determinate decisioni potevamo anche vincere la partita. Loro hanno giocato veramente bene, ma siamo un po' stanchi di arbitri e arbitri al Var che hanno problemi dopo una nostra gara. Vengono puniti, senza poter lavorare per diverse settimane com'è successo spesso. Questo è un modo per poter dire a noi che hanno sbagliato, ma alla fine dove sono i punti? Questo è il problema, se siamo a questo punto ed è ancora tutto aperto tra il finire quinti e ottavi, non voglio dire la stessa cosa che ha detto il Psv dopo aver finito il campionato in Olanda. Non voglio fare i complimenti all'Ajax, agli arbitri e al Var. Io voglio finire quinto o sesto e in queste ultime due gare proveremo a farlo che è il nostro obiettivo, è dove siamo stati praticamente tutta la stagione. Non temo una mancanza di concentrazione".

La Roma è la squadra italiana che a fine stagione avrà giocato più partite. Come si gestiscono le energie per le tre partite ravvicinate che arrivano? Domani vedremo l'11 migliore possibile? Mkhitaryan?
"Mkhitaryan non ha gestione, è infortunato. Non è che domani non gioca per prevenzione o per risparmiarlo. In questo momento è infortunato e non rientra nella gestione. Non abbiamo la rosa per fare dei cambi significativi sulla gente che gioca. Non abbiamo il livello d'esperienza, non abbiamo due giocatori così tanto simili per ogni posizione che mi permettano di dire 'ok, domani faccio 8-9 cambi perché dobbiamo gestire'. Dobbiamo vincere domani perché ci servono i punti, perché è l'ultima in casa, perché se vinciamo arriviamo all'ultima gara in controllo del nostro destino senza aspettare quello che fanno gli altri. Dobbiamo vincere domani, con tutto il rispetto per il nostro avversario che è possibile che si giochi il suo futuro, ma noi vogliamo i tre punti e pensiamo a quello. Gestione minima, un paio di cambi sicuramente li faremo, magari altri due diversi anche contro il Torino in modo da permettere a quattro di rompere la sequenza di tante partite ma cambi radicali non possiamo farne. Non so se Mkhitaryan ce la farà per la finale, oggi non è neanche un dubbio per entrare".

Siamo in un momento in cui la testa conta ancora più del solito. Come mentalità, si può considerare Zalewski come uno dei simboli di questa squadra, per come ha approfittato delle occasioni e per la disponibilità in campo?
"Io non faccio una grande differenza di mentalità e atteggiamento tra Zalewski e gli altri giovani. La differenza è che per lui l'opportunità è arrivata e in modo consistente in un momento in cui la squadra aveva bisogno di un'opzione lì e lui era preparato. Abbiamo deciso di metterlo lì quando perdevamo 2-0 in casa col Verona senza Spinazzola, senza El Shaarawy, solo con Vina che ovviamente è un giocatore diverso. Lui ha avuto una chance in una situazione di rischio per noi ed era preparato. Per me è una questione di opportunità, magari se arrivava per un altro dei giovani la coglieva allo stesso modo. Penso lui sia rappresentativo di quello che siamo e vogliamo noi, del nostro rapporto con la Primavera, con mister De Rossi, con Vergine. Tiago è molto forte nella creazione di questi rapporti  e tante volte questi ragazzi lavorano con noi. Nel prossimo pre-stagione ne prenderemo ancora tre o quattro, per stare e crescere con noi, per diventare subito parte del nostro gruppo. In questo senso Zalewski è un caso di successo molto molto positivo per noi".

In un'intervista recente ha detto che i primi tre posti del prossimo anno sono chiusi a quelle con investimenti diversi e maggiori del vostro e che voi potete a prendere il quarto. Qui c'è però anche una proprietà che ha investito 350 milioni in tre anni. Cosa serve? Più tempo, ancora più soldi...per sognare di arrivare lì? La Roma può ambire a fare questo salto?
"Penso di sì, ma l'organizzazione è importante. Credo che la abbiamo e stiamo crescendo da quel punto di vista, paragonandoci a noi stessi di agosto abbiamo fatto un gran lavoro a tutti i livelli. Serve tempo, ho ancora due anni di contratto e il tempo è necessario, perché quando parliamo di Zalewski parliamo di giocatori cui serve tempo e ci sono altre squadre dove il tempo non serve, neanche esiste. E dopo è una questione di qualità e quantità, perché abbiamo sofferto quest'anno in certi momenti anche per la quantità. L'altro giorno dopo la Fiorentina sono stato in diretta con un signore (Verdone ndr.) che chiedeva il perché della differenza tra verticalità e orizzontalità, intensità e meno intensità etc. La differenza erano 140km di calcio. Vedi quanti minuti hanno giocato i nostri giocatori e questo si paga. Facilmente si sa quanto hanno corso Ibanez o Cristante, per dirne due. Una questione di quantità e qualità. Siamo consapevoli di questo. Penso che mi devo scusare con voi perché non faccio mai interviste con voi e l'ha fatta con gli inglesi. L'ho fatto perché sono amico di Gary (Neville, ndr) da tanti anni per giustificare il fatto che lui era venuto qui. La verità è che la proprietà vuole arrivare e io voglio arrivare altrimenti non sarei venuto qua. Abbiamo organizzazione, tempo, abbiamo un talento molto importante che è la passione dei tifosi e poco a poco dobbiamo continuare migliorare per poi vedere che succede la prossima estate. Ora però ci sono tre partite da giocare e basta parlare del prossimo anno perché sono importanti".

Dopo il Leicester ha usato spesso il termine famiglia e detto che quello è l'obiettivo più importante raggiunto dalla Roma quest'anno. In cosa è migliorata di più la squadra dal suo arrivo?
"Non voglio parlare come se la stagione fosse finita. Non voglio fare questa analisi globale. Abbiamo 3 partite da giocare importanti. La prossima finale è una finale che non si gioca da tanto e capisco che pesa a livello emozionale, però queste altre due partite sono importanti per noi".

Oltre un milione di tifosi in questa stagione all'Olimpico. Domani un'occasione per ringraziarli?
"Abbiamo deciso internamente che il minimo che possiamo fare è ringraziare i tifosi. Posso ringraziare qui, i giocatori possono ringraziare sui social. Però è più simbolico dopo la partita ringraziarli in campo. Il loro sostegno e il amore è stato in campo ed è lì che dobbiamo ringraziare. Al di là del risultato di domani, del mio piede che Kumbulla ha distrutto ieri. Dopo la partita faremo il giro del campo e ringraziare la gente. Questo è  il minimo che possiamo fare. Ovviamente se lo facciamo dopo una vittoria lo faremo con il sorriso ma dobbiamo farlo perché sono stati veramente fantastici. Prima di finire, con un giorno di ritardo vorrei fare gli auguri di compleanno a mister Zeman".

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