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Plusvalenze Juve, Stagliano: "Così il calcio italiano perde altra credibilità"

L'intervista all'ex vice-capo dell'ufficio indagini della Figc: "Le cessioni bianconere sono lecite. Ma Audero e Sturaro venduti a quelle cifre..."

21 Febbraio 2019 - 08:45

Da Cristiano Ronaldo a Sturaro e Cerri il passo è meno lungo di quanto potrebbe sembrare a un occhio poco vigile ai movimenti di mercato. Ferma restando la legittimità delle operazioni che hanno fruttato le plusvalenze di cui tanto si parla, bisogna cercare di far districare nel tema i semplici appassionati di calcio che negli ultimi tempi sono chiamati a diventare esperti finanziari e amministrativi. Per avere qualche risposta abbiamo interpellato l'avvocato Mario Stagliano, ex vice-capo dell'Ufficio Indagini della Figc.

Che valenza hanno le recenti plusvalenze della Juventus?
«Sono un grande affare per i bianconeri. A parte la quotazione di Mandragora, che ha fatto una buona stagione a Crotone, le altre mi sembrano ai limiti dell'incredibile».

Quale in particolare?
«Le cessioni alle due genovesi. Audero dopo appena un girone in Serie A è costato quasi il doppio del dodicesimo della Nazionale Perin. Ma il capolavoro è Sturaro: venti milioni per zero presenze».

Operazioni lecite però.
«Certo, il valore dei calciatori lo stabiliscono venditore e acquirente, non può esserci un parametro universalmente riconosciuto in un libero mercato. Da un punto di vista strettamente legale non c'è nulla da dire, è impossibile dimostrare che si tratta di valori fittizi».

Allora è un problema di carattere etico?
«Direi che è un problema di credibilità del sistema calcio. Se affari di questo genere sono recepiti come ordinari, allora il nostro sistema è messo male ancora oggi».

Più di qualche anno fa?
«Lasciamo perdere. Allora c'era un signore come Moggi che inventava compravendite e perfino giocatori. Ma anche più di recente, l'eccesso di plusvalenze gonfiate ha innescato un circolo vizioso che ha poi portato al fallimento del Parma».

Questo tipo di operazioni in che modo giovano all'acquirente compiacente?
«Nei rapporti privilegiati che le società prone acquisiscono nei confronti di quelle potenti. Dopo Sturaro, il Genoa darà due giocatori della Primavera alla Juve. L'Atalanta ha comprato giovani dall'Inter per 30 milioni per poi rivendere alla stessa cifra Bastoni, uno che - con tutto il rispetto - fa panchina a Parma».

Favori resi quindi...
«È successo anche nelle categorie minori. Chievo e Cesena hanno scambiato una trentina di giocatori. E vogliamo parlare della vicenda del Pro Piacenza?»

Parliamone.
«L'unico che ha avuto il coraggio di svelare il ruolo di Lotito è stato Tommasi. Chi ha portato tutti quei ragazzi a Piacenza rimasti senza stipendio dopo due mesi? Però nessuno ne parla. Ma il problema è un altro».

Quale?
«Il solito: capire chi controlla il controllore. Vengono manipolate le regole senza che sia dimostrabile».

Come se ne esce?
«Creando norme che certifichino i reali movimenti di cassa, più che le plusvalenze. E chiedendo maggiore controllo da parte degli organismi europei».

Sul fair play finanziario?
«Anche: il principio di partenza era buono, ma è stato drogato da club come City e Psg. Con loro - e non solo - che aggirano le regole non si combatte più ad armi pari».

Come in Italia?
«È evidente. Qui nessuno osa mettersi contro la Juventus, dagli operatori di mercato agli altri club, alla maggior parte dei media».

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