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Dall'esordio con Gareca agli "angeli" di Cappa: la storia di Pastore in Argentina

Da Cordoba a Buenos Aires: i primi passi del Flaco nel Talleres, poi i guai burocratici e l'infortunio, infine la consacrazione con l'Huracan

Javier Pastore con la maglia dell'Huracan

Javier Pastore con la maglia dell'Huracan

Maximiliano Hector Chiari
28 Giugno 2018 - 12:54

Javier Matías Pastore nasce nella provincia di Cordoba, in Argentina, il 20 giugno del 1989. Come la maggior parte delle famiglie argentine anche la sua ha origini italiane, nello specifico di Volvera, in provincia di Torino. Cresce accompagnato da un'importante fede cattolica e soprattutto da una grande passione per il calcio. Il soprannome "El Flaco", che significa letteralmente "il secco", gli viene affibbiato sin da piccolo a causa della sua corporatura esile che però non oscura l'innegabile talento con il pallone. I maestri della sua scuola sono i primi a notare il talento del bambino dai piedi fatati e spingono i genitori a farlo entrare in qualche squadra del luogo. I genitori non hanno esitazioni: Javier all'età di 9 anni entra a far parte delle giovanili della propria squadra del cuore, il Club Atletico Talleres.

La prima tappa

Pastore gioca nelle giovanili del Talleres dal 2002 al 2007 quando, dopo una serie di grandi prestazioni, viene finalmente chiamato a fare il salto di qualità in Primera B Nacional (Serie B argentina). Debutta ufficialmente all'età di 17 anni il 29 gennaio del 2007 nella partita che vede il Talleres di Cordoba allenato da mister Ricardo Gareca affrontare il Chacarita di Buenos Aires. Un debutto eccezionale per il giovane ragazzo di Cordoba che stupisce tutti nel ruolo di enganche , trequartista, creando azioni su azioni e fornendo giocate non tipiche di un comune diciassettenne. La maturità e la personalità che Pastore dimostra sono gli aspetti che maggiormente colpiscono il pubblico. Nel post partita viene sommerso dai complimenti e battezzato come giovane promessa del calcio argentino.

Pastore con la maglia del Talleres di Cordoba

Da lì fino alla fine della stagione Pastore gioca altre quattro gare che gli saranno più che sufficienti per ottenere offerte importanti sia dal campionato argentino che dall'estero, in particolare viene cercato in patria sia dal River Plate che dall'Huracan di Buenos Aires. È una scelta difficile quella del giovane ragazzo che deve decidere se lasciare la squadra del cuore dove è cresciuto e, nel caso, scegliere la squadra del proprio futuro. Alla fine, grazie soprattutto all'aiuto dei genitori, opta per quella che ritiene la scelta più utile per la propria crescita ovvero l'Huracan.

La consacrazione in patria

L'avventura con l'Huracan non inizia nel migliore dei modi per Pastore. A causa di problemi contrattuali con il Talleres, Javier non può entrare subito a far parte della nuova squadra e anzi sarà costretto ad aspettare ben 5 mesi senza neanche la possibilità di allenarsi con i nuovi compagni. Superato questo primo ostacolo, la sfortuna sembra non voler abbandonare il giovane talento che nel primo allenamento del ritiro precampionato subisce un infortunio alla caviglia che lo costringe a saltare i successivi 4 mesi. Finalmente, dopo lo sfortunato inizio, Pastore torna ad allenarsi e, sotto la guida di Claudio Ubeda, il 28 maggio del 2008 fa il suo esordio con la maglia dell'Huracan nella partita valida per il Torneo de Clausura contro il River Plate.

Pastore e Angel Cappa ai tempi dell'Huracan

L'anno seguente, sotto la guida del nuovo mister Angel Cappa, El Flaco riesce ad ottenere una maglia da titolare all'età di 19 anni. Il suo apporto alla squadra è fondamentale in quella stagione che vedrà lo stesso Huracan lottare per il titolo sino all'ultima giornata contro i rivali del Velez Sarsfield. Il campionato si conclude con la vittoria del Velez, ma la squadra viene comunque ricordata con il soprannome di "Los Angeles de Cappa" per le straordinarie prestazioni messe in campo durante quel Torneo di Clausura. Nel 2009, alla fine di quella stessa stagione, Pastore è raggiunto da due offerte importanti: quella del Manchester United di Sir Alex Ferguson e quella del Palermo nel campionato italiano. Grazie alla propria famiglia, alle proprie origini e al lavoro di Walter Sabatini, Pastore sceglie il Palermo come trampolino di lancio verso il calcio europeo tanto sognato fin da piccolo.

Il provino solo per Riquelme

In realtà Pastore aveva già avuto un primo approccio con il panorama calcistico europeo. Nel 2006 viaggia verso il vecchio continente con compagni del Talleres per tentare la sorte con alcuni provini con il Villarreal e il Saint-Etienne. Mentre i suoi compagni sono agitati per i risultati dei provini a Javier importa solamente una cosa, di fare una foto con il suo idolo d'infanzia, Juan Roman Riquelme. Alla fine riesce ad ottenere la foto e così, mentre i suoi compagni si apprestano a tornare in Argentina con l'amaro in bocca per aver visto sfumare una grande possibilità, Javier invece sembra soddisfatto e compiaciuto della propria esperienza soprattutto per aver incontrato il 10 più famoso d'Argentina dopo Maradona. 

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