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L'intervista

Pelonzi: "Lo Stadio della Roma serve"

Il capogruppo del PD: "Non è vero che non lo vogliamo, l’abbiamo sempre voluto. Se non fosse stato per la Raggi oggi la squadra giocherebbe lì"

22 Settembre 2020 - 08:18

La sindaca di Roma Virginia Raggi nei giorni scorsi parlando dello stadio della Roma ha apertamente accusato il Partito Democratico di volersi opporre al progetto. Noi, per fare chiarezza, ci siamo rivolti direttamente al capogruppo del PD in Campidoglio: Giulio Pelonzi. Romano, classe 1971, una laurea in Filosofia, vicino politicamente alla segreteria di Nicola Zingaretti.

Un esponente del partito di primo piano e che non si è voluto nascondere in alcun modo. Ed allora partiamo da subito dalle dichiarazioni della Raggi. «Nulla di più falso. La sindaca continua a dire bugie per nascondere i suoi errori. Il PD è ed è sempre stato favorevole allo stadio della Roma. La prima delibera sullo stadio la fece la giunta a guida Pd con il progetto Caudo (il primo progetto del sindaco Ignazio Marino, ndr). E se non fosse arrivata la Raggi a stravolgerlo probabilmente la Roma già starebbe giocando nel suo stadio».

Ecco. Il progetto targato Marino aveva una visione che con la Raggi sembra mancare.
«Una visione che non solo consentiva la bonifica ambientale di quel quadrante ma che avrebbe anche dato un contributo importante quotidiano, al di là dello stadio, allo snellimento del carico di traffico dell'area. Con un collegamento con l'altra sponda del Tevere e con la Roma Fiumicino, e quindi con il porto e l'aeroporto».

Parla del Ponte di Traiano tagliato dalla Raggi?
«Noi siamo rimasti sconcertati dall'eliminazione del ponte di Traiano. Anche per per questo votammo contro nel 2017. Per due ragioni in sostanza, lo squilibrio tra opere pubbliche e cubatura privata e proprio l'eliminazione del ponte di Traiano».

Il ponte dei Congressi invece che fine ha fatto?
«Il ponte è ancora a bilancio dello Stato e a Bilancio del Comune. E lo è ormai da 15 anni. Bisognerebbe batterci, a prescindere da tutto, per la realizzazione del Ponte dei congressi, che come idea nasceva già prima di quella dello stadio, con la giunta Veltroni».

Tornando allo stadio allo stadio della Roma. Nel 2017 avete votato contro la novazione, che comunque è passata ed è arrivata in Conferenza dei Servizi. Che ha comunque approvato il progetto.
«Io credo che da quando noi votammo contro nel 2017 sono accadute un paio di cose oggettivamente importanti. Quella più importante è stata l'attività della Regione all'interno della Conferenza dei servizi, che si è chiusa con delle prescrizioni. Oltre 60 prescrizioni. Quelle che ci interessano maggiormente sono legate alla viabilità e al trasporto su ferro. E questo è un fatto nuovo che nel 2017 non c'era e che non sarebbe accaduto senza l'attivismo del PD. L'altra è la due diligence sugli atti amministrativi che pure è stata avviata. E ce n'è una terza ed ultima. Non un atto amministrativo, ma anche questo importante per cui va ringraziata la magistratura. L'inchiesta su Parnasi ha in qualche modo contribuito a accendere i riflettori su tutta la vicenda, ma anche a chiarire come l'iter sia pulito».

A proposito di iter. A che punto siamo?
«Il progetto ancora non è arrivato nelle commissioni. Non abbiamo ancora letto tutte le carte, perché questa casa di vetro sbandierata dall'amministrazione Raggi non ce le ha fatte pervenire. Ma per rispondere alla tua domanda, posto che loro abbiano la maggioranza, visto che scricchiola sempre di più da quando la Raggi si è ricandidata, quello che va fatto è che a fronte della trasmissione che è avvenuta nell'agosto dello schema di Convenzione da parte del Comune ai proponenti, i proponenti stessi debbano ora rispondere con uno schema d'obbligo. Noi vorremmo che questi passaggi e queste carte fossero pubblici. Perché lo stadio è un fatto che deve interessare i cittadini tutti, a partire dai tifosi. Finché questo non accadrà l'approdo in aula è molto ancora lungo a venire».

C'è chi profetizza, come Salvini, che lo stadio della Roma verrà approvato, ma non da questa giunta.
«Premetto che non puoi citare una persona più distante per idee, valori e principi. Io credo una cosa, che se si continua a parlare e a fare dello stadio un oggetto di campagna elettorale, si fa un danno a Roma alla Roma. Lo stadio è un patrimonio della città oltre che dei tifosi della Roma e della Roma. E sullo stadio dovrebbero venire meno le contese dei partiti. Ci dovrebbe essere un'unione intelligente di intenti per fare il progetto migliore possibile, un'opera pubblica di tale importanza che rimarrà alla città anche per i prossimi tantissimi anni. Io credo che il progetto sia migliorabile perché purtroppo lo stravolgimento che per motivi politici fece la Raggi non ha senso. Ricordiamo che la Raggi in campagna elettorale diceva che mai avrebbe fatto lo stadio. Allora il progetto è migliorabile e il Partito Democratico già sta lavorando per capire come e dove migliorare questo progetto nei suoi tratti essenziali e fondamentali. Qualora dovessimo vincere noi le elezioni, come io auspico ovviamente, vorremmo fare lo stadio e migliorarlo senza far spendere un euro in più ai cittadini romani».

In conclusione, mi hai detto che non c'è nessuna preclusione da parte del Partito Democratico per lo stadio, che non ci sono antipatie di fondo nei confronti dello stadio, che sono intervenuti rispetto al 2017 una serie di elementi che hanno in qualche modo messo una pezza agli errori commessi dall'attuale amministrazione, che studierete le carte. Possiamo dire che se verranno rispettate le prescrizioni non ci dovrebbero essere motivi per cui il Partito Democratico voti contro il progetto stadio?

«Siamo favorevoli allo stadio della Roma. Crediamo sia una delle priorità importanti di questa città, per la Roma e per Roma. Il resto lo stai dicendo tu (ridendo, ndr)».

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