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Il professore

Mariani: "Per Zaniolo l'infortunio è stato un brutto colpo, ma ha dimostrato coraggio"

Il chirurgo che ha operato il centrocampista giallorosso: "Il mio protocollo termina in 3 mesi, poi c'è la rieducazione da fare con lo staff medico della squadra"

La Redazione
16 Gennaio 2020 - 11:53

A due giorni dall'operazione di ricostruzione del legamento crociato a cui si è sottoposto Nicolò Zaniolo, il chirurgo che l'ha operato, Pier Paolo Mariani, è intervenuto ai microfoni di Sky Sport. Queste le sue parole.

Che tipo di operazione è stata?
"Ho eseguito la ricostruzione del legamento crociato con associate riparazione meniscale. Oggi si tende a riparare il menisco, lui aveva il menisco esterno rotto e in questi casi si tende a lasciare l'ambiente articolare quanto più possibile normale"

Quale tecnica usa nell'autotrapianto?
"La uso dal '93, utilizzo il tendine della rotula. Non mi ha mai deluso"

Operò Aldair nel 93?
"Sì, che tornò a giocare e vinse anche il campionato del mondo"

Come ha trovato Zaniolo?
"Domenica aveva gli occhi lucidi, è stato un bel colpo per lui. Oggi era sereno, sorridente. Interagiva con gli altri giocatori incontrati nel reparto di fisioterapia con cui ha scherzato e giocato, quindi è molto piu motivato e pronto a intraprendere la fase riabilitativa".

C'è differenza nel recupero tra un ventenne o un trentenne?
"Di questi tempi c'è poca differenza, il recupero è pressoché uguale"

I tempi di recupero?
"Distinguo il protocollo in due fasi: la fase medica dove io controllo e seguo l'atleta, e una atletica. Un conto è il ritorno all'attività sportiva e un altro è il recupero della performance. Il mio protocollo finisce a 3 mesi, il mio scopo è ridare un giocatore in perfette condizioni con solo dei piccoli dettagli da recuperare. Come un meccanico che riconsegna al cliente una macchina riparata quasi pronta. Poi deve esserci il collaudo della macchina da parte dei preparatori e dello staff medico della squadra che deve dare quel qualcosa in più che manca per recuperare e avere una performance perfetta".

L'Europeo è tra 5 mesi..
"Io restituisco il giocatore alla squadra alla fine dell'area medica. Poi il recupero e la riatletizzazione dipende dal giocatore, dalle sue caratteristiche, dalle masse muscolari dove io non intervengo e non faccio previsioni"

Lei ha operato due volte Totti, ha trovato similitudini?
"Totti aveva un atteggiamento ironico da romano, Zaniolo non mi pare così, non ha quell'humour romanesco. Però indubbiamente ha dimostrato un grande coraggio, già il giorno dopo diceva "Andiamo dotto', andiamo", aveva voglia di operarsi".

Un chirurgo come lei ha un po' di paura?
"Vede le rughe? Sono le paure a cui si riferisce. Ovvio che abbiamo paura, sono un uomo. Quando mi tolgo il camice dico ai miei pazienti: 'Sono un uomo come te' ".

C'è un calciatore che l'ha stupita?
"Ognuno ha le sue caratteristiche. Alcuni pazienti mi sono rimasti nel cuore, un giocatore di Serie B, Improta, che aveva avuto una lesione gravissima con rottura del tendine. Ogni tanto ci sentiamo, gli scrivo quando fa gol, era diventato una mascotte"

Il rischio di rientrare in anticipo quanto può incidere su una ricaduta?
"Il discorso delle ricadute è complesso, non è legato all'entità del recupero. L'intervento dà la stabilità, quella è e quella rimane. Quello che è necessario in questo tempo è il recupero dei meccanismi neuro-motori, che permettono di evitare o ridurre certi stress. Quindi per ridurre al minimo il rischio è importante la rieducazione. Poi ho sempre detto, se lei porta la sua macchina dal carrozziere, lei non ha la garanzia che riportandola in autostrada ad alte velocità la macchina non abbia più incidenti. Non riesco a farlo meglio del padreterno, ma provo a farlo abbastanza simile. È inevitabile che come si è rotto una volta si possa rompere una seconda volta, ma giocando a calcio ci sta".

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