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L'intervista

"Pupone", il cortometraggio ispirato a Totti sulla paura di crescere e andar via

Il regista Alessandro Guida: "Il protagonista è un giovane diciottenne che deve abbandonare la casa famiglia dove è cresciuto nel giorno dell'addio alla Roma del Dieci"

02 Dicembre 2019 - 15:24

«Crescere vuol dire andar via», nel calcio come nella vita. È questo ciò che lega la storia di Sacha a quella di Francesco Totti. Sacha è un ragazzo orfano che vive in una casa famiglia insieme ad altri adolescenti come lui. Hanno caratteri diversi come diverse sono le loro origini, ma ciò che li accomuna è il tifo per la Roma.

Siamo nel 2017, e il giovane sta per compiere diciotto anni. Ma c'è poco da festeggiare: le regole delle case famiglia parlano chiaro, quando si diventa maggiorenni si deve abbandonare la comunità. Ecco che Sacha si trova di fronte alla necessità di dover lasciare quella che è stata da sempre la sua vita, la sua famiglia, la sua "comfort zone", e spingersi verso l'ignoto, verso un futuro incerto. Ma non è solo. Insieme a lui, è chiamato a compiere questo doloroso passo anche il suo idolo, Francesco Totti, che sta disputando la sua ultima stagione con la Roma e presto dovrà dare l'addio al calcio.

La storia di Sacha non è accaduta realmente, o meglio, è accaduta, ma all'interno del cortometraggio ‘Pupone', scritto e diretto dal regista romano Alessandro Guida. «Attraverso la figura di Totti sono riuscito a rendere popolare e accessibile a tutti un tema drammatico come quello delle case famiglia», dice Guida, che aggiunge: «Il giorno dell'ultima partita contro il Genoa è stato lo spunto per creare il parallelismo tra lui e la vita di un giovane ragazzo orfano: cosa potrebbe accomunare un calciatore ricco e famoso a un diciottenne qualunque? La risposta me l'ha data Francesco stesso, quando ha preso il microfono e davanti a uno stadio pieno e a milioni di telespettatori ha detto "Io ho paura"».

Il regista Alessandro Guida con alcuni attori sul set di "Pupone"

Già, la paura. Paura di cambiare, paura di lasciare una sicurezza, una famiglia per compiere un salto nel vuoto. «Sacha, dovendo abbandonare la casa dove è cresciuto, è spaventato perché non sa dove andare - rivela il regista - e così anche Totti, costretto dal "maledetto tempo" ad appendere gli scarpini al chiodo, deve lasciare quella che è stata la sua casa per 25 anni, la Roma». Ammettendo di avere paura, Totti si è "fatto uomo", dimostrando di non essere poi tanto diverso da noi, lui che non è mai stato uno come tanti. «Totti è stato unico, non ha mai abbandonato la squadra del suo cuore. È per questo che fa così tanta presa nei cuori di Sacha e dei suoi fratelli: loro sono stati abbandonati, sono rimasti soli, e vedere un giocatore di quel livello fare una scelta di vita così netta traccia un solco profondo nel loro cuore».

E l'ammirazione che prova il giovane nei confronti del campione porta questi due personaggi a condividere una fase molto delicata e importante delle rispettive vite. «Anche se Totti non lo sa, sta diventando grande anche lui, proprio come Sacha. Il ragazzo compiendo diciotto anni sta passando dall'adolescenza all'età adulta, e metaforicamente anche Francesco sta abbandonando la sua gioventù - ovvero la sua vita passata a giocare per la Roma - per approdare all'età adulta, fatta di incognite e punti interrogativi».

Sacha, il protagonista di "Pupone", in una scenda del cortometraggio

La trasposizione cinematografica di un momento così importante nella vita di tutti noi ha aiutato la diffusione del cortometraggio: «È piaciuto tanto perché è un tema delicato in cui le persone si riconoscono, dato che lo hanno vissuto tutti e tutti ci sono passati: questo aiuta a far immedesimare lo spettatore nella storia». Una storia fatta di cambiamenti: «Sia Totti che Sacha devono accettare una svolta radicale nella propria vita, perché per crescere bisogna sacrificare qualcosa e lasciarselo alle spalle. Lo sanno tutti e due, e per entrambi è doloroso, ma necessario».

Il parallelismo tra l'esperienza del ragazzo e il mondo del calcio non si esaurisce qui: non si racconta solo la vita di Sacha-Totti, tutti i personaggi del cortometraggio sono l'alter ego di qualche protagonista della storia della Roma. «Nei titoli di coda accanto ai nomi degli attori abbiamo inserito la foto del calciatore che ne ha ispirato il ruolo - rivela Guida - i migliori amici del protagonista sono Florenzi e De Rossi, il nuovo ragazzo bosniaco che arriva nella casa e prende il posto di Sacha è Dzeko, i produttori Liedholm e Viola». Perché anche la Roma è una grande famiglia.

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