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il texano

Mister Friedkin ha fretta: vuole entrare nella Roma entro Natale

La trattativa va avanti e l'imprenditore americano vuole evitare il rischio che si inserisca qualche altro gruppo interessato, non essendo stata firmata alcuna esclusiva

27 Novembre 2019 - 09:43

Mister Friedkin va di fretta. La decisione sembra presa: vuole la Roma. Non tutta subito, ma la prima parte in tempi brevi. Cioè entro Natale. Nel suo quartier generale di Houston, l'imprenditore americano con un patrimonio personale superiore ai quattro miliardi di dollari e che come hobby ha quello di collezionare aerei vintage da guerra (negli States garantiscono che abbia la collezione migliore al mondo; curiosità: ma quanti sono al mondo a collezionare aerei da guerra?), ai suoi uomini ha fatto capire in maniera piuttosto chiara che il dado è tratto: bisogna accelerare i tempi per l'ingresso nella Roma.

C'è un motivo preciso che spiega l'accelerata decisa da mister Friedkin (per lui fa il tifo anche il premier Giuseppe Conte: «Non conosco Friedkin, ma quello che mi posso augurare è che se ci sono investitori stranieri, l'importante è che abbiano un piano credibile e sostenibile nel tempo per rallegrare i tifosi come me»). Nei suoi contatti con la Roma, infatti, non è stato firmato nessun documento che garantisca l'esclusiva della trattativa all'imprenditore che ha ingigantito la sua fortuna con il marchio Toyota di cui ha l'esclusiva in cinque stati americani, diversificando poi il suo cash in alberghi di lusso, circoli di golf, una compagnia aerea privata di jet, immobili. E non avere l'esclusiva vuole dire correre il rischio dell'inserimento di qualche altro gruppo interessato alla Roma. Cosa al momento da escludere, anche se è vero che da quando la società giallorossa è stata messa sul mercato, allo studio Tonucci sono arrivate non meno di una ventina di manifestazioni di interesse per il pacchetto di maggioranza della Roma, compresa ovviamente quella del texano nato in California.

La differenza, almeno fino a oggi, differenza che può far stare relativamente tranquillo mister Friedkin, è che tutti gli altri potenziali acquirenti si sono fermati al primo approccio. Al contrario del texano che, invece, si è presentato a Roma a capo di una delegazione di circa venti persone per approfondire una manifestazione d'interesse che ormai si può definire molto più che concreta. Anche per questo, nello studio Tonucci c'è la convinzione che entro pochi giorni possa esserci già il primo segnale per la chiusura positiva del deal come dicono quelli bravi, ovvero una manifestazione d'interesse scritta e firmata. Fosse così, vorrebbe dire che l'ingresso di mister Friedkin potrebbe concretizzarsi sotto l'albero di Natale.

L'ingresso

In questi giorni si parla molto, oltre che di cifre di acquisto, di come avverrà l'ingresso del nuovo gruppo americano nella Roma. Subito la maggioranza? Oppure un ingresso graduale? E nel caso con quali modalità? Possiamo rispondere con ragionevole certezza che mister Friedkin sceglierà la via di acquisire un pacchetto di minoranza. Non è una questione di prudenza, ma di opportunità. Ovvero la questione stadio. Un eventuale, immediato, cambio di proprietà, l'americano teme possa costituire un ulteriore rallentamento all'infinita vicenda della costruzione dello stadio della Roma e questo è un rischio che non vuole assolutamente correre (pensate Pallotta), nella consapevolezza di come l'impianto giallorosso costituisca un elemento fondamentale nello sviluppo della società che vuole acquistare.

Allora meglio fare un passo alla volta, ovviamente con le dovute garanzie. E un passo alla volta, per quello che siamo riusciti a sapere, è che il primo passo corrisponderà a circa centocinquanta milioni di euro, ovvero l'intero ammontare del già deliberato aumento di capitale sociale. Il tutto con una accortezza, ovvero il versamento sarà fatto all'As Roma Spv Llc, la società che al suo interno ha la Roma e lo stadio, direttamente in Delaware, lo stato americano in cui ha sede. E il motivo è che da quelle parti le questioni burocratiche vengono risolte in tempi assai più brevi rispetto a quelli che ci vorrebbero nel nostro paese. Contemporaneamente al versamento dei centocinquanta milioni, le parti firmeranno il successivo step che, molto probabilmente, sarà legato alla risposta definitiva sulla questione stadio. Cioè nel momento in cui, si spera, ci sarà il sì alla costruzione dell'impianto giallorosso ci sarà il versamento del resto del cash che si può valutare intorno ai cinquecento milioni di euro. Ora non resta che aspettare. Poco, perché mister Friedkin ha fretta.

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