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L'AVVERSARIO

Verre: "L'esordio con Enrique è il ricordo più bello. De Rossi? Persona straordinaria"

Il numero 14 gialloblù è tornato a parlare della sua esperienza in giallorosso dove ha fatto il suo ingresso nel mondo del calcio grazie all'allenatore spagnolo

Valerio Verre, centrocampista dell'Hellas Verona cresciuto nelle giovanili della Roma, di LaPresse

Valerio Verre, centrocampista dell'Hellas Verona cresciuto nelle giovanili della Roma, di LaPresse

La Redazione
26 Novembre 2019 - 19:46

Valerio Verre, centrocampista dell'Hellas Verona lanciato nel mondo del calcio da Luis Enrique quando era alla Roma, ha parlato ai microfoni di ReteSport. Domenica i giallorossi giocheranno proprio contro gli uomini di Juric dopo l'appuntamento in Europa League con il Basaksehir. In questa intervista il numero 14 gialloblù ha parlato del suo passato in giallorosso:

Come arriva il Verona a questo appuntamento?
"Stiamo bene, arriviamo con la testa libera. Gli ultimi risultati sono positivi, ma soprattutto siamo soddisfatti del gioco che stiamo facendo da inizio stagione. Non siamo più una sorpresa. Lavoriamo tanto, a testa bassa: siamo umili e i risultati si vedono".

Si sta trovando bene con Ivan Juric?
"Il mister è esigente, pretende molto sia in fase offensiva sia in quella difensiva. Lavoriamo molto durante la settimana, e all'inizio ho trovato qualche difficoltà a rimettermi in forma allo stesso livello dei miei compagni. Adesso però mi sento bene e il mister mi sta dando fiducia. Mi dice di giocare tranquillo e con la testa libera".

Ha giocato nelle giovanili della Roma Primavera fino all'esordio in prima squadra, il suo ricordo più bello?
"L'esordio con Luis Enrique. Sono andato in ritiro con la prima squadra, avevo diciassette anni ma mi teneva già in considerazione. Mi ha fatto esordire tra i grandi nell'amichevole estiva contro il Valencia, sono subentrato a Perrotta quando in panchina c'erano anche giocatori più esperti di me. Mi ha tenuto molto in considerazione e questo è un ricordo molto bello".
Già in quella stagione intravedeva le qualità del tecnico spagnolo?
"Sì, aveva grandi idee sempre basate sul possesso palla e nel comandare il gioco. A Roma si fa fatica, conosciamo la piazza, e quando non arrivano i risultati il tecnico paga. Si vedeva che sarebbe diventato un grande allenatore".

Che effetto le fa vedere la Roma senza Totti e De Rossi?
"Un effetto molto strano. Sono cresciuto vedendo la Roma con due giocatori romani e romanisti e li ho sempre tifati. Adesso ci sono Florenzi e Pellegrini, ma io sono cresciuto con la Roma di Totti e De Rossi, con cui ho avuto la fortuna di allenarmi in ritiro. La squadra adesso sta facendo un grandissimo campionato, quindi adesso va bene così".

Ha visto De Rossi al Boca Juniors? Le è piaciuta la sua scelta?
"Daniele si trova bene in Argentina e sono contento per lui perché è una persona straordinaria. Sarebbe potuto andare in qualche altro posto più tranquillo a godersi gli ultimi anni di calcio, invece è andato in una piazza calorosa dove vivono di pallone. Mi dispiace che non è stato troppo bene, l'ho visto in qualche partita, ma adesso è tornato e gli auguro il meglio".

De Rossi seguiva i giovani quando eravate a Trigoria?
"Parlava spesso con noi giovani, più di Totti. Ci dava consigli, era un fratello maggiore. Ci aiutava particolarmente perché anche lui aveva fatto tutta la trafila delle giovanili".

L'obiettivo del Verona?
"La salvezza. Siamo partiti all'inizio della stagione con parecchie scommesse, calciatori che l'anno prima giocavano in Serie B. Adesso stiamo facendo un buon campionato ma non dobbiamo mollare perché basta un attimo per cadere. Le squadre viaggiano forte, e non ci sono più quelle che restano nelle ultime posizioni perché le perdono tutte: anche le ‘piccole' possono fare punti con chiunque. È un campionato diverso rispetto agli altri anni".

Da ex Roma: esulterebbe se dovesse segnare?
"Esulterei, ma senza esagerare. Il primo gol in stagione l'ho fatto a San Siro, e meno male che l'ho fatto prima di incontrare la Roma perché è stata una liberazione. Sono cresciuto alla Roma e se sono qui lo devo tanto al club, soprattutto a Bruno Conti: quindi esulterei, ma senza esagerare".

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