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Gli ex

Nainggolan e Luca Pellegrini: i due sacrificati del calciomercato giallorosso

Il terzino sinistro è andato a Cagliari in prestito secco dalla Juventus, mentre il belga è tornato in terra sarda dopo l'esperienza all'Inter

, di LaPresse

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05 Ottobre 2019 - 08:17

Radja Nainggolan e Luca Pellegrini: due ex peraltro recenti, che hanno ancora molti amici nella rosa di Paulo Fonseca: il centrocampista belga se n'è andato da Roma poco più di un anno fa, passando all'Inter, che dodici mesi dopo averlo strapagato lo ha prestato al Cagliari, il terzino sinistro il 31 gennaio, andando in Sardegna per quello che doveva essere solamente un prestito semestrale prima di tornare a giocarsi il posto con Kolarov.

Luca Pellegrini

Quattro presenze per la freccia del Casilino: tra febbraio e maggio è scoppiato l'amore tra Cagliari e Luca Pellegrini, arrivato in prestito secco, dopo aver capito che con Di Francesco Kolarov avrebbe giocato anche zoppo. Il terzino sinistro che con le giovanili aveva vinto tre scudetti su tre - Giovanissimi, Allievi e Primavera - e che era stato convocato in prima squadra già da Spalletti, si era sempre sentito dire dalla dirigenza giallorossa che il futuro era suo, e che, dopo il suo omonimo centrocampista, di tre anni più vecchio, sarebbe stato lui il prossimo ragazzo del settore giovanile a giocare con continuità in prima squadra. Un doppio infortunio al ginocchio - prima la rottura del crociato, poi una microfrattura alla rotula - gli ha fatto saltare buona parte della stagione 2017-18, quando è tornato a disposizione, e c'era bisogno di un terzino sinistro, Di Francesco gli ha preferito la meteora Jonathan Silva. Ha esordito in serie A lo stesso giorno del coetaneo Zaniolo, nel 4-0 al Frosinone del 26 settembre 2018, subentrando a Daniele De Rossi, servendo subito al suo idolo e amico Kolarov l'assist del quarto gol. Altre tre presenze in campionato, due in Coppa, con la doppia ammonizione nell'inutile gara di Plzen, a fine gennaio ha chiesto e ottenuto di andare via, scegliendo Cagliari tra le varie squadre che lo avevano richiesto. Unica condizione posta dalla Roma, il prestito secco, per riaverlo a disposizione per la stagione 2019-20.

I piani sono cambiati quando è saltata la cessione di Dzeko all'Inter, che a Trigoria contavano di mettere nero su bianco prima della chiusura del bilancio al 30 giugno: servivano a tutti i costi plusvalenze entro quella data, la vendita di El Shaarawy andava per le lunghe, e Petrachi, insediato ufficialmente da pochi giorni, ha sacrificato il terzino che Bruno Conti aveva pescato 12enne nella Nuova Tor Tre Teste, cedendolo alla Juventus per 22 milioni di euro. Che la Roma non ha mai visto, avendo contestualmente acquistato dai bianconeri Spinazzola per 29,5: per il bilancio va bene anche così. Lo scorso anno Pellegrini è stato tesserato del Cagliari per 17 partite: 12 presenze, di cui 11 da titolare, con una gara saltata per un fastidio muscolare, una per squalifica, e l'ultima perché era già in Polonia con l'Italia, al Mondiale Under 20. Lo ha giocato tutto, fino alla semifinale con l'Ucraina dell'11 giugno, meritandosi il supplemento di ferie di chi ha impegni in nazionale dopo la fine del campionato. La Juventus, che ha da anni ottimi rapporti con il suo procuratore, Mino Raiola, gli aveva prospettato sin dalla firma del contratto la possibilità di passare in prestito la prima stagione: il Cagliari aveva provato in tutti i modi a farselo ridare dalla Roma, anche suggerendo di inserirlo nelle trattative (poi non andate a buon fine) per Cragno e Barella, lui in Sardegna si era trovato molto bene, e dopo un paio di settimane di allenamenti con Sarri ci è tornato, di nuovo in prestito secco, stavolta annuale. Quattro presenze finora per lui, 2 per il greco Lykogiannis, a cui aveva tolto il posto già nella scorsa stagione, quando gli era già capitato di venire a giocare da avversario nello stadio in cui veniva da tifoso, e da tesserato delle giovanili: il 27 aprile, Roma-Cagliari 3-0. Domenica sarà la seconda volta, ma l'emozione si farà sentire lo stesso.

Radja Nainggolan

Praticamente tutti i top player ceduti dalla Roma nelle ultime stagioni premevano per andare via, attratti da contratti più ricchi: Radja Nainggolan è l'eccezione alla regola, visto che ha sempre detto, prima e dopo la cessione, che se fosse per lui sarebbe rimasto molto volentieri nella Capitale. Nell'affare la Roma è riuscita a farsi dare Zaniolo - che l'Inter, visto il mancato utilizzo da parte di Spalletti, riteneva un Primavera come tanti - Santon, e 24 milioni di conguaglio: il belga ha segnato 6 gol in 29 partite, tra cui quello, all'ultima giornata, che ha portato i nerazzurri in Champions League. E che non è bastato per garantirgli la riconferma: Antonio Conte, appena arrivato, ha subito chiesto di mandare via quelli che riteneva difficili da gestire, e l'ex romanista era il secondo nome di una lista di due, dietro Mauro Icardi. Solo che, con un ingaggio pesante, 31 anni suonati, e uno stile di vita che non lascia certo presupporre una particolare longevità agonistica, il belga non lo voleva nessuno. E Tommaso Giulini è stato abile a gestire la situazione, puntando sulla voglia del ragazzo di tornare nella squadra in cui aveva giocato dal gennaio del 2010 a quello del 2014: non lo ha neppure nominato fino a che era in piedi la trattativa che ha portato Barella a Milano, facendoselo pagare tutto in contanti, senza contropartite tecniche, e ha chiuso l'affare ai primi di agosto, a condizioni favorevolissime: prestito gratuito, con buona parte dell'ingaggio pagato. Dopo due partite il centrocampista si è fermato per un problema al polpaccio, ma dovrebbe recuperare in tempo per domenica, in uno stadio che lo ha amato.

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