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NEL NOME DELLA ROSA

Roma, il gioco dei ruoli: quanti jolly nel mazzo di Fonseca

Spinazzola, Pellegrini e gli altri. Una squadra all’insegna della duttilità. Quasi tutti possono agire in più posizioni a seconda delle necessità

Lorenzo Pellegrini, duttilità al comando, di LaPresse

Lorenzo Pellegrini, duttilità al comando, di LaPresse

22 Settembre 2019 - 08:35

Una rosa con tanti petali, non solo a livello numerico. Ventisei elementi a disposizione di Paulo Fonseca, che ha già dimostrato di volerli "sfogliare" per far mettere loro minuti nelle gambe e permettere a qualcuno di tirare il fiato di tanto in tanto. Ma l'ampiezza della rosa è resa ancor più evidente dalla duttilità della maggior parte dei calciatori che la compongono: polivalenti, in grado di ricoprire due ruoli, se non di più. Esclusi i portieri, i giocatori di movimenti hanno dimostrato di trovarsi a loro agio anche in posizioni differenti da quella naturale.

Difesa

Spinazzola e Florenzi sono esempi lampanti di tali caratteristiche di adattamento: il primo è in grado di agire su entrambe le fasce; frequentemente schierato a sinistra (sia a Bergamo, sia nella Juve), è destro di piede e può all'occorrenza spostarsi dall'altra parte, proprio come ha fatto giovedì contro il Basaksehir. Del numero 24 sembra quasi superfluo parlare: da anni ormai si dibatte su quale sia il suo ruolo naturale, ma in verità può muoversi su tutta la fascia destra, perché le doti di corsa e tecniche gli permettono di essere schierato indipendentemente in difesa o in attacco; senza dimenticare che è nato come un centrocampista e con Zeman (alla prima stagione in A) giocò da interno nel centrocampo a tre. Kolarov è un esterno basso mancino che al City, in occasioni d'emergenza, ha fatto anche il centrale di difesa; le capacità balistiche però fanno del serbo un'ala vera e propria. Discorso opposto per Jesus, centrale all'occorrenza dirottabile sulla fascia mancina. E Smalling, in passato, ha dimostrato di sapersi muovere anche sulla corsia destra.

Centrocampo

Veretout, Cristante e Diawara - pur con le rispettive differenze tecniche e tattiche - hanno le caratteristiche per giocare in entrambi i ruoli della mediana a due di Paulo Fonseca: hanno le geometrie per impostare, ma anche il dinamismo e la capacità di recuperare palloni che servono al mediano "di rottura". E lì in mezzo c'è anche Lorenzo Pellegrini, che nelle recenti uscite ha dimostrato di poter essere determinante come trequartista: domenica col Sassuolo ha offerto una grande prestazione in quella posizione, che Cristante ha ricoperto (nel 3-4-1-2) all'Atalanta. Vale lo stesso per Zaniolo, centrocampista e trequartista centrale che comincia a trovarsi a suo agio anche come ala destra. Per maggiori informazioni, chiedere al povero Clichy, maltrattato dal 22 giallorosso poche sere fa.

Attacco

Mkhitaryan, l'ultimo arrivato in casa giallorossa, è un altro calciatore che fa della duttilità la sua arma in più: destra, sinistra o centro per lui non fa differenza; può svariare su tutta la trequarti, come dimostrano le sue esperienze tra Ucraina, Germania e Inghilterra. In alcune partite, Lucescu allo Shakhtar e Klopp al Dortmund gli hanno addirittura affidato le chiavi del centrocampo. Del resto, quando hai le doti dell'armeno, la posizione in campo è l'ultimo dei problemi. Comincia a prendere confidenza con il ruolo di ala Justin Kluivert, che Fonseca finora ha schierato tre volte a destra e una a sinistra. Paulo, nel precampionato, ha provato anche Ünder - mancino, quindi ideale come ala destra - in posizione centrale; Perotti, in attesa che recuperi, è una valida alternativa a sinistra e in mezzo, così come Pastore. Dzeko? Resta una prima punta, ma ha i piedi di un numero dieci.

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