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L'intervista

Bisoli esalta Mancini: "Personalità e piedi buoni, è perfetto per Fonseca"

Il tecnico ha allenato lui e Spinazzola ai tempi del Perugia: "La Roma ha fatto un gran colpo, è il prototipo del difensore moderno. Il vero Leo è quello di Juve-Atletico"

Pierpaolo Bisoli e Gianluca Mancini ai tempi del Perugia, di LaPresse

Pierpaolo Bisoli e Gianluca Mancini ai tempi del Perugia, di LaPresse

19 Luglio 2019 - 17:11

«Tecnica, fisico, fame: Gianluca Mancini (la scheda) ha tutto e la Roma ha fatto un grande colpo». Ha la voce squillante Pierpaolo Bisoli mentre parla del nuovo difensore della Roma. Il tecnico, che nell'ultimo anno ha guidato il Padova, lo ha allenato nella stagione 2015/16 a Perugia. Con lui ha esordito in Serie B affermandosi nel calcio dei grandi fino alla chiamata dell'Atalanta con cui è definitivamente esploso. «All'inizio non è stato facile per lui - ricorda Bisoli - ma si è sudato sul campo tutto quello che ha ottenuto».

Quali sono le qualità di Mancini?
«Ha grande tecnica, una dote fondamentale nel calcio di oggi, e ha un fisico importante. Ma soprattutto sa giocare bene a calcio. E poi ha una qualità utilissima: sa fare gol»

Quindi i 5 gol in Serie A dell'anno scorso non sono un caso?
«È una caratteristica che ha nel sangue, sa dove cade la palla, ha grande tempismo negli inserimenti e indirizza bene la sfera. Sono doti innate, non si allenano».

Può subire il passaggio ad una difesa a quattro?
«Chiaramente cambieranno le letture ma è un ragazzo che ha voglia di apprendere e ha tantissima fame. Le differenze ci sono ma credo che lui se la caverà alla grande».

Fonseca ama impostare il gioco dalla difesa, Mancini ha le caratteristiche giuste?
«Direi che Mancini fa decisamente al caso suo. È uno che ha il coraggio di giocare con il pallone, di salire e di saltare l'uomo. È perfetto se Fonseca vuole partire l'azione dal basso».

Che tipo di giocatore deve avere accanto per rendere al meglio?
«Un giocatore bravo a coprire gli spazi perché lui è molto aggressivo e non ha paura di andare alto a prendere gli avversari. Serve un difensore più tattico che sappia leggere le situazione e adattarsi al gioco».

Caratterialmente che tipo è?
«Ha una personalità incredibile. Ma di lui mi ha sempre impressionato la fame e la voglia di arrivare. Ma per farle capire che tipo è le faccio un esempio».

Prego.
«I primi sei mesi a Perugia non giocò mai, fece solo una presenza. Allora la società gli chiese se avesse voglia di tornare a casa (alla Fiorentina ndr) ma Gianluca disse che voleva restare con me e giocarsi le sue carte. Nel girone di ritorno si impose fino a diventare titolare. È uno caparbio e che non molla mai».

Quindi non rischia di patire il salto in un grande club?
«Tutti i giocatori pagano qualcosa quando cambiano club ma Gianluca ha tanta voglia di arrivare per questo credo che riuscirà a passare indenne la fase di adattamento. Il club e l'allenatore l'allenatore dovranno essere bravi a favorire il suo inserimento. La Roma con lui ha fatto un grande colpo».

A quale grande difensore del passato lo paragonerebbe?
«Ogni giocatore ha la sua storia e Mancini rappresenta il prototipo del difensore moderno ma se devo pensare al passato mi vengono due nomi: Nesta, per il modo di aggredire il gioco, e Materazzi, per la grinta».

Al Perugia ha allenato anche Leonardo Spinazzola.
«Leo è un ragazzo che ha grandi qualità, stiamo parlando di un giocatore importante».

La sua dote migliore?
«Lui ha un motore da top player, ha una capacità di corsa impressionante. Partendo dall'esterno ha le qualità giuste sia per accentrarsi che per andare sul fondo e crossare. Guardate cose ha fatto in Juve-Atletico, Leo ha le qualità per giocare così tutte le partite».

In quale ruolo rende meglio?
«Io sono stato il primo ad utilizzarlo come terzino sinistroperché in realtà lui è arrivato a Perugia come ala. Ora alla Roma giocherà a quattro in difesa e anche lui dovrà imparare meglio i movimenti e avere un'attenzione maggiore alla fase difensiva ma una volta entrato nei meccanismi può fare la differenza».

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