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"Grazie Roma" al matrimonio: «È una canzone d'amore e fede»

Tra sacro e profano. Il video virale in due ore: «Lo sposo, mio cognato, è laziale e ci ha riso su. Qualcuno si è arrabbiato, altri erano increduli»

27 Giugno 2019 - 07:08

La Roma è una fede e fin qui ci siamo. Ma quello che è accaduto giovedì scorso nella chiesa di Sant'Alessio ha qualcosa davvero di trascendentale. Se non altro per i tifosi romanisti, che hanno accolto alla grande il gesto di Massimo, 44 anni, padre di due figli, che in poche ore nei giorni scorsi è diventato "viralissimo" sul web e la spiegazione è presto data. La premessa è che Massimo è uno «che queste cose un po' fuori dal comune le fa», una «goliardata» che ha del «geniale», come si legge sui social, dove qualcuno propone addirittura di rintracciarlo per proclamarlo Re d'Italia.

Sta di fatto che al matrimonio della sorella di sua moglie con il suo futuro cognato, laziale doc, si è presentato al leggio per la lettura liturgica e ha "recitato": «Dimmi cos'è che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo...». Sì, ha recitato Grazie Roma di Antonello Venditti. «Per tutti i romanisti, perché questo è un momento difficile», ha concluso, per poi riprendere fiato: «E adesso passiamo alle sacre scritture...». Immancabile, ovviamente, l'intervento del parroco, che pur senza cartellini gialli e rossi, ha ricordato che il contesto non era quello dello stadio.

Boom. È finito dappertutto il video di Massimo, "chierichetto" romanista: «Tutta questa popolarità non me l'aspettavo, mi è piovuta dal cielo. Io non sono nemmeno un tipo "social", sono uno che preferisce la vita reale a quella virtuale, non so chi ha fatto girare il video e nemmeno chi l'ha ripreso in chiesa!». Certo è che quel video qualche problemino, anche in famiglia, gliel'ha creato: «Beh, lì per lì erano tutti un po' increduli, poi anche molto arrabbiati, mia moglie per prima che, conoscendomi da trent'anni, si era raccomandata che non facessi pazzie. Mia suocera pure era furiosa. Alcune vecchiette che erano presenti invece volevano sapere quale omelia avessi letto all'inizio... (ride, ndr). Ma quando gli sposi mi hanno chiesto di leggere qualche giorno prima io li avevo avvisati che qualcosa avrei fatto e mio cognato mi disse "Fai, senza problemi". L'unico a sapere cosa avessi in testa era un mio caro amico molto praticante. Gli ho detto: "Prima di leggere San Paolo recito Grazie Roma"». Certo, magari lo sposo non si aspettava che Massimo decantasse l'inno della squadra più "odiata" al suo matrimonio: «Non penso se l'aspettasse, ma mi ero fatto "autorizzare" a fare quello che volevo pure via Whatsapp, conservo il suo messaggio! Gli ho mandato i video adesso che è a New York in viaggio, è finita con quattro risate. Ma anche al ristorante, dopo un po' di tensione ci abbiamo riso su ed è finita a sfottò, come succede sempre tra romanisti e laziali».
D'altra parte si era presentato con due trombe da stadio al matrimonio, per festeggiare: «La vita spesso è complicata di suo, bisogna ridere e sdrammatizzare. Il matrimonio è un momento felice. Il parroco già mi aveva "adocchiato", adesso mi sa che rischio un "daspo ecclesiastico"... (ride, ndr)». Ma scherzi a parte, Massimo ha voluto precisare che ha chiesto subito scusa a tutti: «Più che altro non volevo mancare di rispetto a nessuno, né offendere nessuno. Ho professato subito dopo la lettura di San Paolo. In fondo le parole che ho letto sono parole d'amore che calzano a pennello anche con un matrimonio. L'inno di Venditti è bellissimo e parla di amore, di unione e di fede. Della nostra fede, che è chiaramente quella giallorossa. Se ho urtato la suscettibilità di qualcuno, comunque, chiedo scusa anche tramite Il Romanista».

Già, la fede del tifoso, molto spesso assimilata dai "calciofili" a quella religiosa: «Diciamo che l'ho fatto anche per chiedere un miracolo per questa nostra Roma che sta attraversando un momento terribile dopo l'uscita di scena di Daniele e Francesco e con i chiari di luna che ci sono al momento, mi sa che ci vuole un miracolo... Comunque voglio dire anche che i romanisti sono belli perché fanno cose uniche. Credo che nessuno aveva mai pensato di fare una cosa del genere, o comunque magari l'aveva pensato, ma non aveva avuto il coraggio». Di diventare una sorta di idolo per parecchi romanisti, che ora in mezzo alla strada lo fermano e gli chiedono se è davvero lui quello che ha recitato Grazie Roma in chiesa: «Aver visto il mio video sui giornali mi ha fatto un po' impressione, ma fa anche piacere perché, ripeto, è stata una goliardata tra amici e ora lo è diventata anche per tanti romanisti».

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