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Uno Stadio per la città - Il futuro a Tor di Valle

Studi, numeri e previsioni mettono a tacere chi grida ancora allo scandalo. E sull'inizio dei lavori...

08 Dicembre 2017 - 08:18

«Il futuro dello sport passa da impianti moderni, funzionali, a disposizione di tutti. Accanto alla Roma per il nuovo Stadio della Roma». Non sono parole nostre, ma del Credito Sportivo, la banca pubblica per il sostegno allo sport e alla cultura, che su Twitter ha voluto commentare l'approvazione del progetto del nuovo stadio martedì scorso. Parole importanti che arrivano in un momento in cui l'euforia da stadio ancora contagia la città ma sembra aver già terminato il suo effetto sul titolo in borsa della Roma. Un'euforia comprensibile non solo per tifosi della squadra, che hanno esposto uno striscione al Colosseo per festeggiare, ma anche per tutta la città che vedrà aumentare l'occupazione e più in generale l'indotto. Eppure non si placa la voce dei contrari, che continua a gridare allo scandalo per gli interventi che le casse pubbliche dovranno sostenere a garanzia della effettiva fruibilità dell'opera. «Sullo stadio per la Roma a Tor di Valle è immorale dare un centinaio di milioni di euro a Pallotta e Parnasi» ha dichiarato l'esponente di Sinistra Italiana ed ex candidato sindaco della Capitale, Stefano Fassina. Il riferimento ovviamente è al famoso Ponte di Traiano. Occorre ricordare in questo senso che l'opera al momento non risulta essere prevista, e che anche in caso venisse realizzata, cosa altamente probabile onestamente, questa andrebbe a beneficio non solo dello stadio e del business park, ma di tutto il quadrante della città. C'è chi invece come Francesco Sanvitto, architetto e animatore del Tavolo Urbanistica del Movimento 5 Stelle, insiste sull'inefficacia dell'investimento previsto per la Roma-Lido e condanna l'uso anche in questo caso di denaro pubblico per il rifacimento della linea. Anche qui occorre ricordare che i 180 milioni che la Regione metterà a disposizione per la ferrovia che congiunge il centro della città con il litorale di Ostia erano già stati stanziati, grazie anche ad un importante erogazione del Governo nell'agosto dello scorso anno.

Niente di nuovo quindi, e soprattutto niente che abbia a che fare con lo stadio.Tutti gli interventi che il pubblico dovrà sostenere andranno a vantaggio dei cittadini, come pure ribadito in queste ore un po'da tutti gli esponenti politici coinvolti, più o meno direttamente, nella Conferenza dei Servizi. Vale la pena anche ricordare che il nuovo impianto comporterà la presenza in media 2000 lavoratori nella sola fase di costruzione. E una volta terminati i lavori oltre 4000 persone saranno impiegate. Un progetto questo, che secondo uno Studio di Impatto Economico e Sociale prodotto dalla Facoltà di Economia dell'Università Sapienza, avrà una ricaduta sulla città di Roma pari a circa due volte e mezzo quello prodotto da EXPO 2015 su Milano e superiore del 68% di quello generato dal Giubileo della Misericordia. Generando quindi un significativo incremento del PIL della provincia di Roma, stimato in circa l'1,5% nell'arco dei nove anni 2017-2026. Una boccata d'ossigeno per le casse del Comune e, con ogni evidenza, per tutti i cittadini.

Altro che salasso per il pubblico come qualcuno vorrebbe far credere. Per fortuna c'è chi se ne rende conto, come il Comitato cittadini di Roma #famostostadio. Attraverso la voce del Presidente Emiliano Pittueo, il Comitato ha trovato anche una simpatica coincidenza storica per rimarcare l'importanza di questa approvazione. «Se un italiano il 5 dicembre del 1492 fu il primo europeo a scrivere la storia mettendo i piedi in terra americana, è un americano esattamente 525 anni dopo, a restituire il favore e a scriverne una leggendaria e dipinta di giallorosso in Europa, nella sacra terra di Roma». In effetti ci era sfuggita la fortunata ricorrenza dello sbarco di Cristoforo Colombo nelle nuove "Indie Occidentali", ma sembra che il destino una volta tanto abbia voluto restituire qualcosa a questo povero Paese di santi, poeti e navigatori. Resta ora da sciogliere il nodo dei tempi. Il Direttore Generale della Roma Mauro Baldissoni ha parlato di prima pietra a maggio, da altre parti si legge non prima del 2019. La realtà dei fatti ci dice che questo aspetto presenta ancora innumerevoli variabili, per cui fare una previsione realistica appare alquanto complicato. L'ipotesi di Baldissoni non è assolutamente peregrina, ma pecca di un eccessivo ottimismo. I lavori potrebbero iniziare nella prossima primavera solo se tutto, ma veramente tutto, procedesse spedito senza la perdita di un solo giorno. È invece più probabile che l'avvio della fase di costruzione avvenga qualche mese dopo, molto probabilmente tra la fine della prossima estate e l'inizio dell'autunno. Quello che è certo però, e di questo non possiamo che dirci felici, è che lo stadio finalmente si farà.

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