AS Roma

Quando la Roma è “sentita” con il cuore

All’Olimpico il Gruppo Sordi Romanista, nel solco dei fratelli Lalli che scrissero il nostro primo striscione

PUBBLICATO DA Vittorio Cupi
30 Settembre 2025 - 06:30

Viva la Roma campione d’Italia. Il 14 giugno 1942 Francesco e Gioacchino Lalli, fratelli sordomuti, urlarono scrivendo queste parole su uno stendardo che fu accolto da un lungo applauso nel giorno del primo Scudetto della Roma. La storia apre il libro “Il grande romanzo della Roma” di Tonino Cagnucci, grazie al quale tantissimi tifosi romanisti hanno scoperto uno dei momenti più intensi nella storia della Roma. Domenica a mezz’ora dall’inizio della partita con il Verona, un altro applauso ha salutato la comparsa dell’immagine di quello stendardo sul maxischermo dell’Olimpico e all’altezza del boccaporto tra Sud e Monte Mario. Lì si era radunato il Gruppo Sordi Romanisti insieme a Ornella Lalli, figlia di Francesco e nipote di Gioacchino, che ha portato la sua testimonianza di fede romanista e naturalmente la sua vicinanza a un mondo che sente naturalmente suo. E che ha sempre fatto parte della storia della Roma, se si pensa, ad esempio, che il portiere del terzo scudetto, Francesco Antonioli, è figlio di genitori sordi. Sono alcune delle storie che Luca Pelosi, dell’archivio storico del club, ha raccontato ai tifosi (naturalmente accompagnato dagli interpreti del linguaggio dei segni) del gruppo durante il tour dello stadio organizzato da Tatiana Maggioli e Sara Valentini del Community & Sustainability Department della Roma in occasione della Settimana Internazionale delle Persone Sorde.

“Con grande emozione ricordiamo, il 28 settembre 2025, la partita Roma–Verona, alla presenza della figlia di uno dei fratelli Lalli, legati al celebre e storico striscione dedicato ai “due fratelli” – si legge nella pagina Instagram del Gruppo Sordi Romanisti - Un ricordo che unisce, una memoria che non deve mai essere dimenticata. Perché la storia della Roma non è fatta solo di partite e vittorie, ma soprattutto di persone, di sacrifici e di valori che vivono ancora oggi nel cuore dei tifosi”. E dopo l’immersione nella storia “romanista” dello stadio, la foto ricordo con il trionfo del 1942 sullo sfondo ed aver assistito al riscaldamento della squadra da bordo campo, ognuno ha preso il suo posto in Tribuna Tevere. Tutto perfetto, quindi? Non ancora, mancava solo una cosa: la partita, dopo l’inno tradotto nella lingua dei segni sul maxischermo, come da consuetudine, e la vittoria della Roma. Ed è arrivata anche quella. Viva la Roma prima in classifica, viva la Roma campione d’Italia.

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