Dovbyk e il sorriso smarrito
L’estate in bilico, il nervosismo mostrato a Pisa e le tensioni emerse con la sua Ucraina. Gasperini adesso punta a recuperare l’attaccante giallorosso, già a partire dalla gara col Torino

(GETTY IMAGES)
Con le mani sui fianchi e lo sguardo smarrito, quasi assente, rivolto allo spicchio dove i tifosi ucraini avevano seguito la sfida contro l’Azerbaijan. Un pareggio che ha indispettito, e non poco, i sostenitori al seguito, un risultato che mette in salita la strada verso la qualificazione ai Mondiali. E così se Artem Dovbyk aveva sperato di ritrovare un po’ di serenità con la maglia della sua nazionale sarà rimasto decisamente deluso: un gol annullato contro la Francia e poche altre indicazioni arrivate nella seconda sfida riconsegnano a Gasperini un attaccante con le pile decisamente scariche.
Ma il tecnico giallorosso aveva già messo in agenda e ufficializzato il suo impegno nel recuperare l’ucraino alla causa nell’intervista di fine mercato, rilasciata ai microfoni ufficiali del club. Cercherà di farlo con la trasparenza che da sempre lo contraddistingue: Dovbyk non è il suo centravanti ideale ma un calciatore forte sul quale puntare, visto che la Roma non si può permettere di lasciare sulle sole spalle del giovane Ferguson il peso dell’attacco.
Di certo il cambiamento deve partire dal centravanti ucraino, che ha passato un’estate molto complicata. Si è sentito in bilico sin dall’annuncio dell’insediamento sulla panchina della Roma di Gasperini; poi le continue voci di mercato di certo non lo hanno aiutato a rimanere concentrato solo sulle vicende di campo, come certificato dal nervosismo mostrato in campo nell’ultima apparizione con la maglia della Roma: a Pisa, oltre ad un’occasione sprecata a tu per tu con Semper, l’ucraino ha discusso in campo con Mancini. Un segnale chiaro di un nervosismo latente, l’insofferenza di chi in poche ore avrebbe potuto rivoluzionare la sua vita e trasferirsi a Milano. Ma l’affare è saltato, Dovbyk è rimasto un giocatore della Roma e un giocatore del suo livello non può finire nelle retrovie.
Un bottino di 17 reti, messo a referto nella prima stagione in giallorosso, risulterebbe prezioso anche in quella che è appena iniziata. La concorrenza interna di Ferguson per lui deve rappresentare un forte stimolo, dall’altra dev’esser pronto ad abbracciare il cambiamento, lavorando per andare nella direzione del gioco di Gasperini. Più profondo, più cattivo, meno leggibile nei movimenti, il nuovo Dovbyk riparte dal Torino, il minutaggio non mancherà mai.
Ma prima di tutto occorre recuperare quel sorriso smarrito, la voglia di lottare e di risentirsi al centro del villaggio. Per abbattere pregiudizi, rumors e critiche preventive occorrerà solo far parlare il campo. Dovbyk lo sa, il futuro inizia domenica.
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