Otto passi per il bene comune
Battuto 8-0 il Roma City in amichevole: Massara osserva, Gasperini sperimenta. Vola il giovane Paratici, Pellegrini mediano lascia ben sperare

(GETTY IMAGES)
Curiosi i tempi in cui viviamo e per cui il saluto a fine amichevole tra un allenatore e il proprio direttore sportivo diventa una notizia come se la mano se la fossero stretta Putin e Zelensky. No, Gasperini e Massara non si odiano. Sì, si parlano. E pur con le loro diversità, anzi con le loro unicità, quelle che a volte respingono e a volte avvicinano, come succede a chiunque, ogni giorno e in ogni momento di ogni nostra relazione, hanno poi i loro momenti di condivisione in cui entrambi lavorano per il bene comune, che poi è il nostro, la Roma. A mano a mano, dunque, si può lavorare per costruire una squadra che possa tornare ad ambire a vincere.
Lavorare, costruire, tornare, ambire, vincere. Questo, ieri mattina, una volta di più, abbiamo capito. L’occasione per sbirciare dentro Trigoria l’ha data un’amichevole voluta dall’allenatore per tenere alto il ritmo del lavoro sul campo (a trenta gradi...) in una settimana in cui inevitabilmente l’assenza dei nazionali rischiava di abbassare la tensione agonistica. Per questo il tecnico ha fatto organizzare una partitella contro il Roma City, una delle squadre più forti del campionato regionale di Eccellenza (la quinta serie delle nostre leghe calcistiche), per tenere alto il minutaggio dei titolari rimasti a sua disposizione, “arricchiti” nell’occasione dalla presenza di un ragazzotto di belle speranze appena arrivato e con un cognome ingombrante - Paratici, classe 2008 - che è stato schierato al centro dell’attacco.
La Roma ha vinto 8-0 e il figlio dell’ex direttore sportivo della Juventus e attuale consulente del Tottenham ha segnato tre gol dimostrando quantomeno una certa freddezza sottoporta. Due li ha realizzati Baldanzi, due Cristante e l’altro Soulé, imbeccato da una bellissima intuizione di Pellegrini nell’occasione in versione mediano. L’importanza del test era ovviamente relativa e limitata a capire la capacità di concentrazione dei difensori (e un paio di volte Gasperini si è arrabbiato per altrettante iniziative troppo disinvolte di Hermoso e Ghilardi) e soprattutto l’applicazione degli attaccanti in quella che sostanzialmente è stata un’esercitazione attacco contro difesa. L’occasione è stata buona per rinsaldare i rapporti con un club dalle disponibilità economiche ambiziose (è di proprietà dei fratelli Doino, facoltosi imprenditori tornati con una ricchissima dotazione da un’avventura imprenditoriale negli Stati Uniti nel campo della ristorazione) e anche per tenere allenati i muscoli dei non nazionali.
Nello specifico, hanno giocato in porta Gollini, appena riabilitato e mai impegnato, in difesa Ghilardi, Hermoso e Angeliño, in mezzo al campo da destra El Shaarawy, Pellegrini, Cristante e Soulé, davanti Dybala a sinistra, Baldanzi a destra e al centro dell’attacco, per l’appunto, Paratici. Bene, per quello che la partitella poteva mostrare, l’ex capitano nel ruolo di mediano, buoni gli spunti di Dybala col freno a mano tirato (e spesso al tiro, ma senza la consueta mira), agile il contributo dell’ombroso Baldanzi (che ha vissuto un paio di giorni complicati tra il richiamo a casa quand’era ormai a Verona e l’esclusione dalla lista Uefa), attenti gli esterni d’occasione, due attaccanti prestati alla fascia. Nella ripresa (durata 35’, faceva troppo caldo) al posto dei figliol prodigo Gollini è entrato Vazquez, e con lui Seck in difesa e Lulli sulla fascia destra, mentre uscivano Pellegrini e Paratici e si spostavano di ruolo Angeliño (in fascia) e Baldanzi (in mediana). Gasperini si è mezzo disperato per qualche errore in controllo di Hermoso e Ghilardi, ha applaudito e stimolato Pellegrini, ha spronato gli esterni a puntare sempre gli avversari in fascia e a concludere ogni azione avendo l’accortezza di far passare la palla in area (e si è arrabbiato parecchio quando non succedeva), e i portieri a giocare più alti. A fine partita ha salutato gli avversari intrattenendosi con loro per foto, autografi e qualche chiacchiera e poi, a beneficio di cronisti e fotografi, ha salutato pure Massara, rientrando con lui. E vai.
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