Gasp e i suoi predecessori: se il buongiorno si vede... dalla prima
Il tecnico verso il debutto sulla panchina della Roma: dal 2000, dei 20 allenatori passati (e tornati) per la Capitale, ecco le partenze migliori (e quelle da dimenticare)

(GETTY IMAGES/AS ROMA)
Otto giorni al ritorno in campo della Roma. Dopo mesi di speculazioni sul nuovo allenatore, settimane di indiscrezioni di mercato (che non sembrano essere finite) dalle 20.45 di sabato 23 agosto, dal calcio d'inizio di Roma-Bologna, tornerà a parlare il campo: le luci sono pronte ad accendersi lì, sul palco dell'Olimpico. Di amici intorno, per citare Venditti, ce ne saranno oltre 60mila, per l'ormai consueto sold out. Al di là del sostegno immancabile dei tifosi giallorossi (soprattutto negli ultimi anni in termini di affluenza), la prima giornata di campionato ha sempre un sapore speciale. Questa in particolar modo, visto che segnerà anche l'inizio della stagione e, soprattutto, dell'era Gasperini.
Il tecnico, che pure ha dimostrato di saper rendere le sue squadre dei veri e propri Diesel in termini di partenze (leggi Atalanta, dove dopo le prime settimane nel 2016 si parlava di esonero), sa bene quanto sia importante un inizio convincente, a Roma soprattutto. Cercherà perciò di seguire le orme di alcuni dei suoi predecessori che, proprio grazie ad un inizio incoraggiante, hanno poi saputo far viaggiare la squadra con un certo entusiasmo.
Tra i precedenti allenatori della Roma, prendendo in considerazione gli anni dal 2000 in poi, a vincere al debutto con i giallorossi furono il primo Spalletti (3-0 in casa della Reggina), Ranieri nei primi due mandati (entrambi da subentrato: 2-1 a Siena nel 2009 e vittoria casalinga, dieci anni dopo, contro l'Empoli in casa); Montella, bravo a battere di misura proprio i prossimi avversari di Gasperini, il Bologna; e ancora, dopo le tre partenze negative di Luis Enrique, Zeman e Andreazzoli (sconfitte contro Slovan e Samp per lo spagnolo e Aurelio, pareggio contro il Catania per il boemo), ecco Rudi Garcia, che con il successo in trasferta a Livorno (2-0, gol di De Rossi e Florenzi) diede il via alla striscia di 10 vittorie consecutive. Dopo di lui, Di Francesco, capace di espugnare il campo di Bergamo, proprio contro Gasperini (1-0 per la Roma, gol di Kolarov), Mourinho (cinque vittorie su cinque per lo Special One tra campionato e Conference, vittorie contro Trabzonspor e Fiorentina nelle prime due), De Rossi (2-1 al Verona a gennaio 2024) e Ivan Juric, che si era presentato in un clima a dir poco difficile (Olimpico in piena contestazione contro la società dopo l'esonero di DDR) con un 3-0 all'Udinese.
La vittoria del croato aveva illuso molti, lasciando intravedere sprazzi di un gioco che, tra aggressività e ripartenze, aveva ricordato molto quello di Gasperini all'Atalanta (e forse, proprio per questo, a Bergamo si è scelto di ripartire dal lui). Il percorso disastroso della Roma, in quei 53 giorni sotto la guida di Ivan, sono la riprova di quanto sia a dir poco affrettato trarre le prime conclusioni dopo una sola partita. Da questo punto di vista, Gasp può guardare a due suoi illustri predecessori: tra i quattro degli ultimi venti allenatori della Roma ad aver debuttato con una sconfitta infatti spunta Ranieri, che l'anno scorso, prima dell'incredibile rimonta in campionato, partì con una sconfitta di misura a Napoli (gol di Lukaku, 1-0). Insieme a lui, Sella (in carica per una sola partita, persa 4-2 contro il Real Madrid) nel 2004/05; Bruno Conti, arrivato pochi mesi più tardi e sconfitto in casa dal Milan; infine il già citato Andreazzoli, battuto 3-1 dalla Samp in una partita che da queste parti si ricorda più per il rigore "scippato" da Osvaldo a Totti.
I più attenti avranno notato come all'appello manchi Fabio Capello: ebbene il tecnico che ha portato a Roma l'ultimo Scudetto, nel 2001, iniziò la propria avventura nella Capitale con un pareggio, a settembre del 1999, contro il Piacenza per 1-1 (oltre a lui, pari pure per Delneri, Zeman e Spalletti-bis nel 2012 e nel 2016, e Fonseca, contro il Genoa ad agosto 2019).
Tra tutti questi calcoli sotto l'ombrellone, sicuramente nessun tifoso si ricrederà sul fatto che chi ben comincia, è a metà dell'opera. Gasp lo sa, e con l'attenzione al campo e uno sguardo ai suoi predecessori, è pronto a calarsi nella sua nuova avventura, a tinte giallorosse.
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