Tentato dal Torino ma col cuore giallorosso: Gasp chiama Romano, leader in U20
I granata lo volevano per 6 milioni di euro, poi il rifiuto e la permanenza a Roma. Adesso la preparazione, seguito dal nuovo tecnico

(GETTY IMAGES)
Pareva destinato a un finale (almeno con la Roma) diverso. Un finale non romanista. E non Romano. Ma lui, Alessandro, ha deciso di restare nonostante il forte pressing del Torino che lo avrebbe preso per 6 milioni e affisso lì, in prima squadra, alla ricerca dell’oro. Invece eccoci qua: domenica c’era anche lui a Trigoria, timido e loquace coi tifosi ancora all’oscuro delle sue qualità, esuberante e carismatico in mezzo al campo. Classe 2006, centrocampista di rilievo per fisico e leadership, è cresciuto in Svizzera per approdare nel 2022 nella Capitale. Dove tutte le strade portano, si dice. Ecco: è forse un caso che un Romano (elvetico, ma di famiglia italiana) sia finito alla Roma; meno improbabile che in così poco tempo si sia legato alla maglia.
Dalla laguna... al caos
Altra curiosità, più che informazione dovuta, è la data di nascita: 17 giugno 2006. Precisamente 5 anni dopo quel grande giorno. Anche qui, un bel caso. Cresce però lontano dalla Città Eterna: lo fa nella periferia di Zurigo, tra Dietlikon e Winterthur, squadra che lo nota. Lì cresce, raggiunge anche le Under delle selezioni svizzere. Poi, la grande chiamata è irresistibile. Così, a Roma inizia in Under 17. Con Ciaralli sorprende e continua a farlo, nel 2023-24, anche in U18. Fino alla stabilizzazione in Primavera con Guidi e Falsini. Due che con i giovani ci sanno fare. Dalla calma lagunare al caos cittadino... e a quello del Piazzale Dino Viola.
Una scelta decisa
30 presenze, 6 gol, 3 assist nel 2024-25. Oltre alla convocazione di Ranieri per Bologna-Roma. E se le cifre non bastano a raccontarlo, per contorno ci sono le caratteristiche tecnico-tattiche: quelle di un mediano robusto, bravo nel palleggio e propenso anche alla gestione più avanzata. Con Falsini ha aumentato il suo raggio d’azione, prova ne sono i gol segnati (spesso e volentieri da lontano) e le avanzate centrali. Fattori che si accoppiano bene con una struttura fisica facilmente adattabile all’intenso modus operandi di Gasperini. Chi lo conosce, come Fabio Scali, preparatore atletico delle Under svizzere, lo definisce «mentalizzato». Oppure: «Un calciatore tecnico e con un cervello calcistico molto pensante». D’altronde, la chiamata del tecnico è arrivata. Romano, intanto, ha già avuto modo di assaporare (dopo le tante sedute svolte con Sir Claudio) che cosa significa lavorare con Gasp. Un lieto nuovo inizio al via di una nuova era.
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