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C'è chi dice no: Ranieri rifiuta la Nazionale

Gravina pone i paletti per il doppio incarico. Sir Claudio ringrazia, rifiuta e va avanti: «Penso solo alla Roma»

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Simone Valdarchi
11 Giugno 2025 - 06:30

L’Italia chiamò e Ranieri rispose no. Questa l’estrema sintesi del gran rifiuto che da una parte getta ancor più nell’ombra la gestione Gravina e, dall’altra, dà nuovo vigore al progetto triennale appena nato dentro Trigoria. Andiamo però con ordine, provando a ripercorrere i principali passi di una vicenda nata e morta nel giro di pochi giorni.

Incassata l’umiliazione dalla Norvegia, la Figc ha sollevato, in anticipo, Luciano Spalletti dall’incarico di commissario tecnico. Da subito, il candidato forte nella mente di Gravina e compagni è stato individuato in Ranieri, dando forse poco peso (e sbagliando) all’impegno già preso da Claudio con la Roma. La proposta, comunque, non ha lasciato indifferente il Sir di San Saba. La Nazionale da riportare al Mondiale 12 anni dopo l’ultima volta sarebbe stata, oggettivamente, la ciliegina sulla torta di una carriera lunga e ricca di soddisfazioni.

La Federazione, registrata l’eventuale disponibilità di Ranieri a trattare, ha mosso in prima persona il suo presidente Gabriele Gravina, che ha contattato nel pomeriggio di lunedì Dan Friedkin in una call a distanza (il presidente della Roma è tornato nei giorni scorsi negli Stati Uniti). Nessun vincolo da parte dei Friedkin e l’ok all’avvio della trattativa vera e propria col tesserato Ranieri, a patto che fosse concesso a Claudio il doppio incarico. Al di là dei tanti dubbi di natura etica e morale, i due compiti in simultanea sarebbero stati possibili, in quanto dal 1° luglio il Sir sarà senior advisor direttamente del Friedkin Group e quindi, formalmente, non nei quadri dirigenziali della Roma.

A quel punto, nella serata di lunedì, mentre l’Italia batteva non senza fatica la Moldavia a Reggio Emilia nell’ultima partita targata Spalletti, è avvenuto il primo contatto diretto tra Gravina e Ranieri. Contratto fino a luglio 2026 (la fine dei mondiali ai quali gli Azzurri sperano di partecipare), con un possibile futuro poi da dirigente federale. Ipotesi che, inizialmente, sembrava aver convinto Claudio, già pronto a raggiungere Coverciano con il suo staff (che in parte però è anche quello di Gasperini nella Roma) per buttarsi nell’ultima avventura della sua carriera.

Poi però succede che la notte porta consiglio, così come il confronto con la propria famiglia (la moglie con cui girare il mondo una volta lasciato il mestiere dell’allenatore) e i collaboratori più fidati. Il ricordo dei recenti “no” pronunciati ai Friedkin, desiderosi qualche mese fa di proseguire anche la prossima stagione con Sir Claudio in panchina e, soprattutto, la realizzazione di quanto complicato sarebbe stato mantenere i due percorsi paralleli. Già, perché nel frattempo la Figc ha inviato un memorandum a Ranieri, specificando quali sarebbero stati i paletti dal momento in cui avesse accettato l’incarico da CT. Niente apparizioni o dichiarazioni da tesserato della Roma, ad esempio. Insomma, un raggio piuttosto ridotto.

Qualcosa in netto contrasto rispetto a un uomo che nelle ultime settimane, più che un “semplice” consigliere è sembrato un vero e proprio dirigente operativo: dai colloqui con Gasperini per portarlo a Trigoria, fino alla mediazione per il rinnovo di Svilar. Insomma, un uomo centrale della Roma che sarà. Da qui, il rifiuto, esplicitato ieri mattina a Gravina: «Ringrazio il presidente dell’opportunità - ha specificato Ranieri all’Ansa - ma ho deciso di restare a disposizione della Roma nel mio nuovo incarico in modo totale. I Friedkin mi hanno dato pieno supporto, ma la decisione è stata solo mia». L’Italia chiamò e Ranieri rispose no.

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