Alla scoperta di Gasperini: sulle ali del Grifone
Dopo le difficoltà con Inter e Palermo, il tecnico riparte alla grande a Marassi. Una salvezza, poi un sesto posto (con l’Europa che sfuma per motivi burocratici). Ed ecco la Dea...

(GETTY IMAGES)
Dice il poeta che «certi amori non finiscono, / Fanno dei giri immensi e poi ritornano». I versi si prestano alla perfezione al rapporto tra il Genoa e Gian Piero Gasperini: dopo aver riportato il Grifone in A nel 2007, e dopo averlo condotto persino in Europa, il tecnico di Grugliasco si rilancia proprio da Marassi, dopo il momento più difficile della sua carriera. Reduce dalle esperienze negative (e turbolente) alla guida dell’Inter prima e del Palermo poi, il Gasp non può ignorare la richiesta d’aiuto che arriva dal Genoa nel settembre 2013. Il patron dei liguri Preziosi ha appena esonerato Fabio Liverani, reduce da 4 punti nelle prime 6 giornate, e si rivolge al suo condottiero prediletto per cercare di salvare la stagione.
Gian Piero risponde presente, consapevole del fatto che si sta giocando molto: un altro eventuale fallimento potrebbe relegarlo al ruolo di “tecnico di provincia”, destinato a girare l’Italia tra Serie A e B. Ma i risultati non tardano ad arrivare: il Grifone vince 2-0 all’Olimpico contro la Lazio e pareggia a San Siro col Milan, batte l’Inter a Marassi e costringe all’1-1 il Napoli al San Paolo. Grazie anche a un Alberto Gilardino in grande spolvero (15 reti stagionali per lui), il mix tra giovani e veterani funziona. A gennaio, dalla Roma, arriva Nicolas Burdisso per rafforzare il reparto difensivo. Il Genoa chiude quindi la Serie A 2013-14 con 44 punti, che gli valgono il quattordicesimo posto.
Il miracolo vero, però, si compie nella stagione seguente. Dopo una partenza a rilento, la squadra di Gasp infila nove risultati utili consecutivi (venendo fermata proprio dalla Roma, che il 14 dicembre vince 1-0 a Marassi con gol di Nainggolan) e si porta in zona Champions. A centrocampo brillano Bertolacci e Kucka, dietro Burdisso fa buona guardia con De Maio, Antonelli e Rosi presidiano le fasce, mengtre in avanti il talento non manca: il tridente del 3-4-3 è spesso composto da Matri con Niang (o Iago Falque) e Diego Perotti, talento argentino prelevato dal Siviglia. Il Grifone si diverte e fa divertire i suoi tifosi, sia in casa sia in trasferta, e alla fine termina il campionato al sesto posto, con 59 punti. In teoria il piazzamento varrebbe la qualificazione all’Europa League 2015-16, ma un ritardo della presentazione dei documenti necessari spinge l’UEFA a escludere i rossoblù. Oltre al danno, la beffa: il loro posto viene preso dai rivali della Sampdoria.
Rimane comunque la soddisfazione di aver raggiunto un risultato storico, sotto la sapiente guida di Gasperini, che però in estate vede partire molti dei protagonisti: Iago Falque, Bertolacci, Niang e Kucka fanno le valigie, in Liguria Gian Piero accoglie (tra gli altri) Ansaldi, Lazovic, Muñoz e Dzemaili. I risultati altalenanti impediscono di replicare quanto di buono fatto l’anno prima: i 19 punti del girone d’andata pongono il Genoa al quartultimo posto, ma al ritorno i rossoblù (che a gennaio perdono anche Perotti, ceduto alla Roma, ma accolgono lo spagnolo Suso) cambiano marcia. La vittoria per 1-0 contro l’Inter del 20 aprile 2016 costa ai nerazzurri la qualificazione in Champions, il 3-0 nel derby con la Samp è pur sempre una grande soddisfazione e alla fine il Genoa si attesta al decimo posto, con 46 punti.
Gli ottimi risultati ottenuti nei due anni e mezzo a Marassi convincono i Percassi, proprietari dell’Atalanta, a puntare proprio su Gasp per il post-Reja. A inizio giugno arriva la risoluzione contrattuale con il Genoa: «Rimarrò legato a quest’ambiente per sempre», dice Gian Piero, che pure aveva dovuto fare i conti con qualche contestazione nel corso della stagione precedente. A Genoa approda Juric. Per Gasp inizia un altro capitolo particolarmente significativo.
5/continua
Puntate precedenti: 1° giugno,
4 giugno, 6 giugno, 8 giugno
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