AS Roma

Bove tra una casa e l’altra. Tra color che son sospesi

Fermo ai box, sta meglio. Il 30 giugno torna alla Roma. Poi tutto in ballo

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
01 Maggio 2025 - 08:00

Non sarà una partita come tutte le altre, così come non lo è stata all’andata. Roma e Fiorentina, giallorosso e viola. Per Edoardo Bove è tutto un intreccio, anche adesso che è fermo ai box dopo il malore accusato in Fiorentina-Inter del 1° dicembre scorso e l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo amovibile al cuore che l’ha stoppato (per ora) dall’attività agonistica.

Tutto inizia verso la fine dell’estate, con quella partenza in fretta e furia alla fine del mercato da una stazione, triste, per un’altra città, seppur vicina, dove avrebbe avuto più spazio e non si sarebbe sentito di troppo. Un prestito con diritto di riscatto che diventa obbligo (per un’operazione da 11 milioni complessivi) al raggiungimento del 60% delle presenze. Prima una certa indignazione, con la dirigenza romanista, di una parte della critica e della tifoseria. Poi l’ambientamento a Firenze, partito a gonfie vele, con Palladino che gli affida il centrocampo della Viola, fino a quella punizione del fato che arriva il 27 ottobre scorso: quel gol dolce amaro, il suo ultimo in Serie A proprio alla sua ex squadra, prima del problema cardiaco, nella mesta serata del 5-1 al Franchi, con Juric sulla panchina giallorossa.

Esattamente un anno e un giorno dopo la sua ultima rete con la maglia della Roma, allo Slavia Praga in Europa League con Mourinho a guidarlo. Un’altra era. E il destino che sembra segnato: Bove diventerà un giocatore della Fiorentina. Fino a quella gara con l’Inter  che cambia innanzi tutto la sua vita. La paura sventata, il risveglio, il messaggio sui social e il pallone che riprende a rotolare, per gli altri. «Forza Edo», lo striscione che appare il giorno dopo in Curva Sud, prima di Roma-Atalanta di campionato. La solidarietà del calcio è mondiale (davvero). E la Fiorentina lo coccola ancor di più come un figlio. Dopo l’intervento arriva la deroga per  andare in panchina con i compagni. Edo raccoglie le idee, va anche a Sanremo a raccontare la sua testimonianza, commuovendo mezza Italia con i suoi occhi puliti e che guardano comunque avanti.

Lo sguardo verso il futuro

Sventato il problema maggiore e tenuto sotto controllo, sta bene adesso, circondato dall’affetto della sua famiglia allargata anche alla sua attività fuori dal calcio, la Boreale. Tanti i pensieri nella testa di Bove, che il 30 giugno tornerà a essere un giocatore tesserato della Roma perché quelle condizioni contrattuali non hanno fatto in tempo a realizzarsi. Ma il futuro è tutto da decifrare e, al di là di ogni cavillo, prima di tutto Edo vuole capire se riuscirà a riprendere la sua attività in campo (con o senza defibrillatore, in Italia o all’estero, tutto è ancora aperto). Senza ossessioni e coltivando i suoi interessi fuori dal rettangolo verde, come sempre ha fatto. 

Nonostante il suo lavoro sia a Firenze, infatti, quando può sale alla Balduina, dove da sempre passa molto tempo libero, nel suo centro sportivo, alla Boreale, sopra all’Olimpico. Con i ragazzi della sua scuola calcio, con i quali ogni tanto si “allena”, divertendosi a fare due tiri, e ai quali risponde sorridente sul possibile futuro «magari» in Premier se non potrà farlo a casa sua. Insomma, la vita di Edoardo prosegue, pur se per il momento lontano, anche se non troppo, dai campi di gioco, perché lui pensa anche al futuro da “imprenditore”. Lì tutto è iniziato e tutto proseguirà.

È pronto a presentare il progetto legato a CasaViola, che prevede una ristrutturazione del centro sportivo della Boreale, che inizierà anche una collaborazione con la Fiorentina (“Il viola UNISCE”): «Questa società mi ha dato tanto, e dovevo sdebitarmi - ha detto recentemente -. Metto i soldi, ma qui conta il cuore. Rifare tutto da capo costa tanto, ma è un investimento che faccio con amore e gratitudine».

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