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Trigoria

Smalling riparte da De Rossi

Ben 162 giorni dopo l’ultima apparizione contro il Milan il difensore centrale inglese torna tra i convocati: con l’Inter la fine del tunnel

Chris Smalling Roma-Salernitana

Chris Smalling Roma-Salernitana (GETTY IMAGES)

Andrea Di Carlo
09 Febbraio 2024 - 07:00

Strano a volte il destino. Aveva lasciato la Roma di José Mourinho in una notte di settembre contro il Milan, la ritrova, nelle mani di Daniele De Rossi, in un pomeriggio di febbraio contro l’Inter. E il penultimo gol siglato con la maglia giallorossa fu a San Siro, proprio contro l’Inter. Chissà se pura coincidenza o se le stelle avevano già previsto tutto, eppure Chris Smalling è pronto a scrivere un’altra pagina della sua travagliata stagione sabato, nella sfida dell’Olimpico contro l’Inter di Inzaghi
Un lunghissimo digiuno di ben 162 giorni di lontananza dai campi, un record assoluto che ha sbaragliato ogni precedente nella carriera del difensore britannico (di fianco l’infografica che ripercorre tutti gli infortuni dell’inglese): lo stop più lungo avvenne nel 2012 con il Manchester United quando fece registrare un’assenza stop durato 115 giorni, che lo costrinse a saltare 23 partite tra nazionale e club. In quel periodo Smalling dovette affrontare una frattura al metatarso, subita in estate e guarita a fine novembre, scendendo poi in campo per 23 volte, collezionando 1.724’ in quella stagione. In quella corrente siamo fermi a 245’ in tre partite giocate (Salernitana, Verona e appunto Milan, l’ultima). Tutta colpa della “tendinopatia perirotulea inserzionale”, divenuta cronica nel tempo: da un piccolo e trascurabile fastidio ne è scaturito un dolore lancinante che non ha consentito al difensore di allenarsi con la continuità che si richiede ad un professionista. Tale lesione al tendine, che collega la rotula alla tibia, è comunemente chiamata “ginocchio del saltatore”, poiché colpisce in particolar modo i pallavolisti, spesso sollecitati nel fondamentale del salto. Adesso che s’intravede la luce in fondo al tunnel, la patologia sembra finalmente entrata in una fase di gestione controllata che si spera permetterà a Smalling di tornare un protagonista della Roma al 100% e di porre fine ad un’assenza che Mourinho non ha mai digerito fino in fondo.


Quel feeling perso con José
Il precedente del Manchester United di certo non aiutava ma la prime due stagioni avevano cancellato ogni vecchio rancore. L’inglese aveva protetto la porta giallorossa con la sua classe ed esperienza, trionfando a Tirana e non mollando fino all’ultimo a Budapest. Poi il rinnovo, i problemi fisici e le frecciatine, non troppo velate in conferenza stampa, nei confronti del britannico, spesso tirando in ballo il carattere e la capacità di sopportazione di Mancini. L’accusa era di non sacrificarsi, di risparmiarsi mentre la Roma aveva bisogno di lui. E Mourinho non si è poi nascosto, indicando l’indisponibilità dell’inglese come una delle principali difficoltà dell’annata giallorossa: «L’infortunio di Smalling ci ha rovinato la stagione». Sipario. Poco dopo anche sulla sua avventura sulla panchina della Roma.


Da salvatore della patria a risorsa
Mourinho non c’è più, le frecciatine in conferenza stampa non vanno più schivate, adesso un nuovo capitolo si è aperto davanti a Chris. Nel bene e nel male. 
La difesa a tre era stata disegnata per esaltare le sue caratteristiche ed il cambio modulo lo aveva rilanciato, dopo l’opaco finale vissuto in Premier League. E prima il posto da titolare era quasi assicurato, ora sarà da confermare sul campo. Nella difesa a quattro non ha mai particolarmente brillato e ora le alternative ci sono e anche di valore. Da Mancini a Llorente, passando per Ndicka e Huijsen. Una concorrenza interna al reparto che Smalling non ha mai conosciuto da quando è arrivato a Trigoria, in una zona del campo dove la Roma ha sempre avuto una rotazione abbastanza limitata.
Ora lo scenario è cambiato, sarà De Rossi a valutarlo giorno dopo giorno e decidere se restituirgli o meno quel ruolo da protagonista indiscusso che ha sempre avuto con Mourinho. Il rientrato in campo è dietro l’angolo, prima l’Inter e poi il de Kuip di Rotterdam per la sfida contro il Feyenoord. Poche settimane e l’inglese sarà nelle condizioni di poter chiedere più spazio e tornare al centro della difesa. Con un anno ancora di contratto (scadenza 2025) per Smalling l’ultima chance di rilanciarsi in giallorosso passa attraverso Daniele De Rossi. Sarà lui il centrale ideale per la sua idea di calcio? A breve avremo la risposta.

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